21 ottobre – Questa sera su Rai1 l’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano sarà ospite per un’intervista da Fabio Fazio a Che tempo che fa. Un’ospitata “scomoda”, tra i mugugni dei parlamentari leghisti della Commissione di Vigilanza che hanno chiesto in vari modi a Fazio e alla RAI di non invitare l’uomo simbolo del modello Riace nell’accoglienza ai migranti. «Nonostante la revoca agli arresti domiciliari – hanno scritto in una nota i parlamentari della Lega membri della commissione di Vigilanza – è evidente come Lucano sia accusato di aver violato norme civili, amministrative e penali sull’accoglienza. Chiediamo quindi che Fazio non chiami il sindaco in trasmissione. La tv pubblica non può divulgare modelli distorti sull’onda di strumentalizzazioni ideologiche. Sulla questione prepareremo, inoltre un’interrogazione in Commissione di Vigilanza Rai». I parlamentari della Lega in Commissione di Vigilanza sono: Paolo Tiramani, Massimiliano Capitanio, Simona Pergreffi, Dimitri Coin, Igor Iezzi, Giorgio Maria Bergesio e Umberto Fusco.
Ai leghisti ha risposto con un tweet Davide Faraone, membro della Commissione di Vigilanza, di area PD: «Secondo i parlamentari della Lega Mimmo Lucano non dovrebbe essere invitato in trasmissione da Fazio perché comunicherebbe modelli distorti e lontani dalla legalità. Se questo è il criterio, chiederei alla Rai di far sparire dagli schermi Salvini ed i dirigenti Lega». Contro la presa di posizione della Lega si è schierato anche il Partito democratico: «La Lega vuole limitare la libertà di informazione e distruggere un modello di accoglienza che ha funzionato. Per questo vuole censurare l’intervista di Fabio Fazio a Domenico Lucano. Sono metodi di altre epoche storiche, non applicabili nel 2018 e in una democrazia moderna. I parlamentari leghisti in Commissione di Vigilanza Rai dovrebbe dimettersi per inadeguatezza. E quelli del Movimento 5 stelle non hanno niente da dire?».
La Federazione della Stampa e l’Usigrai (il sindacato dei giornalisti Rai) a questo proposito hanno fatto pervenire un perentorio messaggio al governo: «Rassegnatevi, i partiti non possono e non devono decidere chi può e chi non può essere ospite di una trasmissione. Come non devono mettere bocca sui sommari dei Tg. O peggio sui direttori di reti e testate. Siamo certi che nessuno in Rai cederà al veto dei parlamentari della Lega su Domenico Lucano. La soluzione non è mai cancellare. Ma semmai aumentare le occasioni di ascolto, di confronto e di dibattito. È di questo che si nutre la democrazia liberale».
Per questo l’intervista di stasera di Fazio a Mimmo Lucano diventa imperdibile. Com’è noto, l’ex sindaco (il prefetto di Reggio lo ha sospeso dall’incarico e il Tribunale del Riesame ha disposto il divieto di dimora a Riace) continua a raccogliere tanta solidarietà in ogni parte d’Italia e non solo. In più si sono mobilitati artisti, intellettuali, esponenti politici, a sua difesa e crescono iniziative in suo favore. È importante ascoltare dalla viva voce – in diretta – di Lucano le sue idee, i suoi progetti che molti vogliono soffocare, le sue ragioni. Non dovrà difendersi (ci sono i tribunali per questo) ma raccontare pacatamente come stanno i fatti, cosa è successo prima, cosa è successo negli ultimi tempi, cosa potrebbe succedere domani. La gente deve potersi fare un’idea personale, senza obbligo di schierarsi pro o contro, ma soprattutto è giusto lasciar parlare e quindi ascoltare Lucano.
In Calabria il modello Riace ha fatto scuola: ovviamente se sono stati commessi reati i responsabili dovranno essere giudicati e subire le conseguenze, ma – una volta tanto – c’è da sperare che la giustizia non rispetti i suoi usuali tempi biblici. Occorre in questo caso che il processo, ove vi siano rinvii a giudizio, sia rapido, veloce e lontano da qualunque condizionamento. Purtroppo la tv ci ha abituati a processi mediatici che assolvono e condannano con una faciloneria che fa paura: evitiamo, questa volta, di creare presunti eroi o indifendibili “colpevoli”. Lucano è una persona per bene, parlano per lui dieci anni di accoglienza. I giudici ci dicano dove e come ha sbagliato, nel caso i fatti lo accertino, ma rispettino l’uomo e le sue idee e, soprattutto, rispettino i calabresi che sul modello di Lucano hanno mostrato, come sempre, di saper interpretare a pieno i sentimenti di accoglienza e solidarietà. E cioè facciano presto, prima che il processo mediatico che inevitabilmente verrà divida l’Italia e il Paese, tra chi stima Lucano e chi non lo approva. (s)