Il ritorno delle Giornate Fai all’Aperto segna, sicuramente, un nuovo inizio, o, meglio, una ripartenza di tutte le iniziative culturali e ambientali che, in Italia, sono state bloccate fino a qualche settimana fa. E le due Giornate, in programma questo weekend, arrivano come una ventata d’aria fresca che per troppo tempo era mancata, invitando a riscoprire quei parchi, giardini, riserve naturali e monumenti che rappresentano la parte più affascinante e, a volte, poco conosciuta dell’Italia. Oggi e domani si può dunque tornare a godere delle meraviglie che ci circondano, soprattutto per far scoprire ai bambini itinerari di grande suggestione che insegnano ad amare e preservare l’ambiente. Nove gli appuntamenti calabresi che il Fai propone di non mancare.
Una due giorni speciale, dunque, che ha già registrato il tutto esaurito, promossa dal Fondo Ambiente Italiano – con il patrocinio del Mibact e di tutte le Regioni e le Province Autonome – incentrata sul rapporto tra Cultura e Natura che si può approfondire visitando gli oltre 200 luoghi in più di 150 località in Italia perché «tornare a visitare i luoghi straordinari del nostro Paese significa tornare a valorizzarli e a proteggerli» si legge in una nota del Fai.
Di luoghi straordinari di cui, d’altronde, è ricca la Calabria, queste Giornate Fai, indicano nove i luoghi incantevoli. A cominciare da Curinga, ad esempio, dove c’è il Platano di Vrisi, un albero millenario alto 20 metri con tronco di 18 metri di circonferenza. Su un lato è situata un’apertura, alta più di 3 metri, da cui si accede alla cavità del tronco. Le radici, alcune delle quali visibili, si piantano nel terreno come le dita delle mani e i rami, spogli in inverno, sembrano delle lunghe braccia. Antiche leggende raccontano che fu piantato dai monaci del vicino Monastero di Sant’Elia vecchio, dove si conservano i resti del “Sancta Sanctorum”. Il Monastero, infatti, è un vano a pianta quadrata chiuso da una cupola in buono stato di conservazione; la navata e l’antico cenobio. Il monastero, prima Basiliano, passò ai Carmelitani nel 1632, si configura come un unicum per i resti della chiesa munita di una notevole abside sormontata da una cupola in pietra, con evidenti richiami all’architettura armena.
Da Curinga si passa a Lamezia Terme dove c’è l’Abbazia di Sant’Eufemia Vetere, fondata da Roberto il Guiscardo nell’ XI secolo nell’area di un precedente monastero bizantino.
A Corigliano Rossano, c’è il Complesso monastico basiliano di Santa Maria del Patire.Un vero gioiello dell’arte bizantina e basiliana, collocato a 602 metri d’altitudine in una posizione strategica e di grande fascino, tra castagni secolari e boschi dell’ultimo lembo della Sila Greca, da cui si apre uno spettacolare panorama sul mar Ionio e la Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli (San Giuseppe) a Castrovillari. Il titolo originario di questa chiesa era quello di S. Maria di Costantinopoli e prendeva il nome da un affresco raffigurante questa tipologia di Madonna che ancora vi si può osservare, anche se rovinato da molte ridipinture. Il nuovo nome comparve nel secolo scorso, allorché la confraternita di San Giuseppe spostò la sua sede da una cappella che era affiancata alla Madonna del Castello a questa chiesa. E ancora, a Santa Severina (KR), la Villa di Palazzo Barracco, disposta a terrazzo su sei piani paralleli intersecati da gradinate.L’elemento più caratteristico del giardino sono i numerosi alberi di pinus pinea che raggiungono anche i trenta metri di altezza con circonferenze che superano anche i duecentocinquanta centimetri.
Infine, tra i Beni del Fai, ci sono i Giganti della Sila a Spezzano della Sila (CS), 5 ettari della storica “silva” silana dove giganteggiano 60 esemplari di pino laricio alti fino a 45 m, con tronchi larghi fino a 2 m e un’età media di 350 anni.
In copertina, il millenario Platano di Vrisi, a Curinga