SILA, TESORO INESTIMABILE: SIA MODELLO
PER LA VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO

di UGO BIANCO – La Sila deve diventare la bussola della politica calabrese che, con continuità, deve impegnarsi nella valorizzazione e tutela del territorio. La montagna estesa per 150.000 ettari, tra le provincie di Cosenza, Crotone e Catanzaro e con suddivisione da nord a sud in Sila Greca, Sila Grande e Sila Piccola. Sono famosi i boschi, le pinete ed i laghi presenti sull’area. Simboli storici che segnano il tempo di numerosi interventi migliorativi del passato.

Le forme di cultura popolare, i saperi ed i sapori fanno da cornice ad uno stile di vita salubre e sano. Famose sono le sagre tradizionali del fungo, della patata e della salsiccia, realizzate in un microclima incontaminato, dove l’aria è la migliore d’Europa se non del pianeta. A seconda della stagione è possibile seguire percorsi cicloturistici, fare escursioni a cavallo e praticare sci di fondo o a discesa.

La cabinovia di Lorica, riqualificata da poco tempo, consente a migliaia di visitatori di salire ad alta quota. I rifuggi, anche punti di ristoro, permettono di assaporare il gusto di vivere la natura, lontani dalla vita frenetica delle città. Questa narrazione della Sila deve essere la bussola della politica calabrese che con continuità deve  impegnarsi nella valorizzazione e tutela del territorio. Necessariamente, dall’amministrazione del piccolo comune alla governance regionale, bisogna ottimizzare con efficacia ed efficienza gli interventi migliorativi. Le risorse messe a diposizione del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza), della Pac (Politica agricola comune), Por (Piano operativo regionale) e dal Psr (Piano di sviluppo regionale) costituiscono utili strumenti finanziari, ma non bastano. Occorre condividere idee e progetti sostenibili.

Non necessitano gli interventi a pioggia o realizzare cattedrali nel deserto, basta partire dalle peculiarità del montagna, dalle tradizioni, dalla gastronomia e dalle risorse naturali, poco valorizzate, per creare nuovo opportunità spendibili come attrazione. In questo contesto, le potenzialità offerte dal nuovo paradigma digitale sono necessarie per mitigare la pressione dell’uomo sull’ambiente. La decarbonizzazione, la promozione di modelli di economia circolare e collaborativa (shared economy) e l’efficientamento energetico, rappresentano alcuni dei numerosi benefici ambientali ottenibili.

Credo che i tempi sono maturi per strutturare una cabina di regia, governata dalla Regione Calabria, capace di proporre, stimolare e coordinare le giuste sinergie tra gli imprenditori, gli enti locali, il terzo settore, e le forze sociali e sindacali, con lo scopo di creare una nuova stagione di opportunità di crescita. In questo contesto è fondamentale parlare del paradigma della multifunzionalità delle aziende agricole. Attraverso variegate attività l’imprenditore agricolo, da un lato genera un maggiore reddito, e dall’altro offre servizi servizi sociali, come le fattorie didattiche, gli agriasili e gli agriturismi.

La Fattoria didattica

È una vera e propria azienda agricola dedita alla coltivazione della terra, all’ allevamento di animali e la vendita diretta prodotti, come frutta, verdura, latte, formaggi, burro, biscotti, marmellate e conserve. Si definisce didattica perché si impara “facendo”. 

I bambini possono osservare il lavoro e ripeterlo.

Ad esempio: vengono sensibilizzati sul tema della tutela dell’ambiente e sull’importanza di adottare comportamenti etici e sostenibili; apprendono antichi saperi e lavori che rappresentano l’essenza del mondo rurale; conoscono le basi di una sana alimentazione, fondata su materie prime di qualità e su prodotti realizzati in modo genuino.

Le principali attività nelle quali vengono coinvolti i bambini sono: raccogliere le uova nel pollaio; dare da mangiare agli animali; andare nell’orto a prendere la verdura; visitare le stalle e imparare come si munge; produrre dei formaggi a partire dal latte munto in giornata.

Una miriade di opportunità che consentono di comprendere come vengono realizzati i beni alimentari che consumiamo abitualmente. 

L’Agriasilo

È dedicato ai bambini di età compresa tra i tre e i sei anni. Le aziende agricole propongono ai bambini esperienze socio-educative per l’infanzia di supporto alla genitorialità, integrative alla vita quotidiana.

L’Agriturismo

A gestire l’agriturismo è un imprenditore agricolo che da un lato svolge le classiche attività di coltivazione, allevamento di animali o silvicoltura, ma dall’altro lato valorizza le risorse agricole offrendo servizi di ospitalità attraverso l’allestimento di alloggi per soggiorno, la somministrazione di pasti e di bevande, costituiti da prodotti propri in prevalenza. La creazione di aree attrezzate per il campeggio e cura l’organizzazione di attività ricreative, sportive, culturali e didattiche.

In conclusione, questo mio pensiero, come una goccia nell’immensità del mare, vorrei che fosse un pungolo per la politica, a tutti i livelli, affinché venga rafforzata l’attenzione sull’economia calabrese, in declino da tempo a causa di problemi atavici tipo la disoccupazione, lo spopolamenti ed il calo demografico. Vorrei che passasse l’idea che la Calabria non è terra di mafia e corruzione, ma la perla del mediterraneo, fatta di tesori naturali, paesaggistici e storici e culturali, attraverso i quali si possono poggiare le idee condivise di sviluppo sostenibile ed ecocompatibile.

Questa chiave di lettura consente di guardare a nuovi orizzonti mediate la visione positiva della montagna e dare credibilità a progetti dove i protagonisti devono essere necessariamente i giovani. Il futuro è nelle nostre mani e in quelle delle generazioni future, che dobbiamo formare verso lo sviluppo sostenibile e l’uso di tecnologie capaci di favorire una vita sana e prospera, preservando ambiente, economia, società ed istituzioni. (ub)

Domani Linea Verde Start alla scoperta della Sila e Rai 1 a Soriano

Appuntamento da non perdere domani, alle 12 su Rai 1, con il programma Linea Verde Start che vedrà Federico Quaranta raccontare ai telespettatori le bellezze dalla Sila fino al Mar Tirreno, dai pianori morbidi e rigogliosi del promontorio silano, fino alle scogliere e agli orizzonti scoscesi di Pizzo Calabro.

In questo cammino, dunque, Quaranta, tra laghi suggestivi e boschi di giganti popolati da alberi secolari, con un obiettivo preciso: scovare quell’artigianato e quegli artigiani che, con la loro maestria, hanno saputo conservare le tradizioni e guardare al futuro in maniera generosa. È proprio la generosità a scandire il cammino in un terra che, in certi suoi tratti, sembra disegnata dalla mano di un artista in stato di grazia; e lo sanno bene i popoli della Magna Grecia che da millenni hanno abitato queste coste.

Scenari naturalistici e artigianalità che trovano la sintesi nel genius loci di una terra generosa e fiera che ha ancora tanto da raccontare. Sapori, odori, manualità e bellezza racchiusi in questo tratto di Mediterraneo. Nessuna regione d’Italia, quanto la Calabria sorprende lo sguardo, con i suoi mille paesaggi e una sapienza antica.

E ALLE 16.30 “A SUA IMMAGINE” SU RAI 1 VISITA SORIANO CALABRO

Le telecamere di “A sua immagine” oggi sono a Soriano Calabro nel Santuario di San Domenico Savio a scoprire storie di guarigione e conversione avvenute grazie all’intercessione del Santo fondatore dell’Ordine dei predicatori. Con don Maurizio Patriciello. (rrm)

Grandinata in Sila, Confagricoltura Cosenza: Regione stimi i danni

Confagricoltura Cosenza, a seguito della grandinata che si è abbattuta sulla Sila, ha chiesto alla Regione di «avviare subito le stime tecniche per quantificare i danni e, se persistono le condizioni, dichiarare lo stato di calamità».

«Ad aggravare la già drammatica situazione economica delle aziende agricole – si legge nella nota – ormai messe in ginocchio dagli aumenti indiscriminati dei costi di produzione, ora si aggiungono anche i danni causati dagli effetti del cambiamento climatico. La persistente siccità, caratterizzata da ripetute ondate di calore, interrotta bruscamente dalle forti grandinate che si sono abbattute in particolare sull’altopiano Silano nel tardo pomeriggio di venerdì, stanno gravemente compromettendo le produzioni».

«Il ripetersi di tali episodi – conclude la nota – sta facendo emergere con forza la necessità per le imprese di adottare strumenti di protezione del reddito. In particolare vanno sostenute e incentivate le aziende a dotarsi di strumenti di protezione attiva delle produzioni nonché di polizze assicurative a copertura dei danni da calamità». (rcs)

Concours Mondial de Bruxelles, il Gal Sila Sviluppo si prepara ad accogliere i 300 giudici

La Sila si prepara a dare il benvenuto ai 300 giudici del Concours Mondial de Bruxelles, prestigioso concorso enologico internazionale che si terrà a Rende dal 20 al 22 maggio 2022, e lo fa nella splendida cornice del centro visite Cupone, con una giornata dedicata all’accoglienza.

A tutti gli ospiti sarà consegnato un badge identificativo dell’evento e di benvenuto contenente un QR code da cui è possibile scaricare il programma, informazioni sui prodotti e piatti tipici in degustazione ed itinerari e percorsi della Sila.

Il Gal Sila Sviluppo, nell’ambito del progetto di cooperazione Terre di Calabria, a valere sulla misura 19.3 del Psr Calabria 2014-2020, al fine di valorizzare il patrimonio gastronomico e storico-culturale locale, svolgerà attività di animazione territoriale con allestimento di spazi espositivi e di intrattenimento. ed un percorso di degustazione, sotto forma di buffet, con i diversi prodotti e piatti tipici che si intendono promuovere (carne podolica, caciocavallo podolico, sciuncata di latte crudo, pasta e pane di grani antichi, coccia, salsiccia di suino nero, fagiola nostrana, pitta mpigliata, anice nero, confetture di frutti di bosco) e con il coinvolgimento diretto delle aziende produttrici aderenti alla rete Destinazione Sila. Il vino delle cantine scelte dalla Regione sarà servito in apposito spazio in calici di vetro.

E, infine, ci sarà uno stand del Comune di Spezzano della Sila che ha allestito una mostra fotografica sulla storia di Spezzano e Camigliatello ed farà degustare alcuni prodotti tipici, dolci e la famosa “Coccia”. 

Il gruppo di musica popolare e tradizionale silana Hosteria di Giò intratterrà gli ospiti durante la loro permanenza.

Le Guide ufficiali del Parco Nazionale della Sila accompagneranno a piccoli gruppi i giudici del Concorso a visitare i musei ed i recinti degli animali del Cupone

«Si ringrazia – si legge in una nota – il Reparto Carabinieri Biodiversità di Cosenza per aver messo a disposizione le strutture del Cupone ed il Comune di Spezzano della Sila nella persona del Sindaco e del consigliere Gianluca Mendicino, nonchè speaker radiofonico, che presenterà l’evento». (rcs)

AREE INTERNE: LA CALABRIA SCOMMETTA
SU BORGHI E PERIFERIE PER LA RIPARTENZA

di GIANLUCA SUCCURRO e DOMENICO MAZZA – Spesso ci concentriamo ad immaginare possibilità di sviluppo che riverberino migliorie ai principali contesti urbani della Regione. Vuoi perché queste sono sedi principali del dibattito politico, vuoi le sfide economico-finanziare che nei prossimi anni le vedranno protagoniste, resta il fatto che le Aree Interne, spesso, passano un po’ in sordina.

Eppure, basterebbe solo aprire una qualunque carta geografica per rendersi conto che quel vasto ambito compreso tra le valli del Neto e del Trionto e di rimpetto, vicendevolmente, allargato alle propaggini vallivo-rivierasche del Tacina e del Crati è la più grande Area Interna della Regione e fra le più estese del Meridione insieme ad alcuni contesti interni dell’Irpinia e del Cilento.

Un territorio, quello pedemontano jonico, che è stato, volutamente, tenuto ai margini dalla politica. Quest’ultima, ossequiosa a dinamiche ed equilibri centralisti, ha preferito investire in altri ambiti, ingrassandoli ed ingessandoli all’inverosimile. E come contropartita le aree rurali della Sila Greca, del Marchesato e del Pollino di levante, sono state abbandonate ad un destino triste e scarno di possibilità di crescita.

Riteniamo sia operazione non più differibile rilanciare quest’ambito. E per farlo, giocoforza, bisognerà ripartire dalle due principali Comunità che su quest’area insistono: Acri e San Giovanni in Fiore. Invero va annotata, nei succitati Comuni, un’iniezione di fiducia posta di recente. Entrambi sono risultati beneficiari di 5 milioni di euro cadauno nell’ambito dei fondi per la rigenerazione urbana. Nei casi di specie la popolazione superiore ai 15mila abitanti ha fatto sì che queste Comunità potessero concorrere al riconoscimento del finanziamento per ovvi motivi legati ai rispettivi tetti demografici.

Escluse però le esperienze della città dell’Abate Gioacchino e di Sant’Angelo, le altre Comunità rappresentano un insieme di piccoli Paesi ad elevato IVSM (Indice di vulnerabilità sociale e materiale), dove solo in casi sporadici si superano i 5000 residenti. Comunità, ormai, vissute, per lo più, da popolazione anziana e private di ogni tipologia di servizio. In taluni casi, anche quelli più basilari.

Rilanciare politiche di inclusione e coesione, basate su principi di sussidiarietà che siano forieri di migliorie sociali, rivitalizzerebbe tali contesti. Per farlo sarà necessario far ripartire i servizi di base a cominciare da una rinnovata visione della sanità territoriale, accompagnata da un rimpinguo della sanità ospedaliera nei due presidi di montagna presenti.

Ed ancora preparando il campo ad uno sviluppo economico, produttivo, imprenditoriale turistico e culturale, foraggiato da una revisione e messa in sicurezza dei sistemi infrastrutturali comuni.

Senza dimenticare che un rinnovato processo di crescita dell’entroterra jonico, fedele ai dettami del new green deal, riverbererebbe benessere e crescita anche ai principali ambiti urbani rivieraschi a cui le Comunità, montane e pedemontane, fanno riferimento per i relativi servizi comprensoriali.

Registriamo, comunque, una nota positiva su quelle Municipalità poste sulle sponde del tratto terminale del Neto. Queste, con lungimiranza amministrativa, hanno iniziato a pianificare un percorso comune al fine di poter concorrere, entro la fine del prossimo mese, ad uno spin-off del bando sulla rigenerazione urbana, pensato su basi di aggregazioni demografiche. Così come plaudiamo all’operazione della unione di Comuni a cui si è proceduto poco tempo fa sul territorio del Pollino di levante. E, sempre sullo stesso ambito, alla recente e sinergica proposizione di un CIS (Contratto Istituzionale di Sviluppo) che, senza frammentare le forze in progetti singoli e non correlati, ha amalgamato una linea di pensiero tra più Enti ad una progettualità comune ed inclusiva.

D’altronde, le sfide del Pnrr, ci inducono a pensare che una rivisitazione degli attuali apparati amministrativi della Regione, giocoforza, dovrà essere attuata rivedendo la geografia politica e favorendo unioni, fusioni, contratti di fiume, ambiti ottimali, aree Vaste e Metropolitane che rappresentino, anche, il superamento degli attuali, scriteriati, confini amministrativi provinciali.

Operazioni di tale portata, contrariamente a quanto qualche mente deviata possa pensare, non limitano la partecipazione dei Cittadini alla vita democratica delle Comunità. Piuttosto adeguano ai dettami contemporanei una società ed un tessuto urbano e rurale da svecchiare e modernizzare in chiave sostenibile.

Invitiamo, quindi, a rivedere, revisionare, rettificare le azioni e le politiche impostate negli ultimi 30 anni.

E questo dovrebbe essere, per gli Amministratori jonici, un imperativo!

Solo così si potrà evitare che, da qui ai prossimi 20anni, le Aree Interne dell’Arco Jonico possano rappresentare la cartina di tornasole di un territorio isolato ed abbandonato. Evitando, ordunque, che queste si con figurino, nella loro quasi totale interezza, come grandi scenari fantasma dal quale i Cittadini continueranno a scappare via, a gambe levate, per l’assoluta carenza di servizi.

Invertiamo il paradigma che, ad oggi, ha rappresentato le linee di indirizzo con cui l’entroterra è stato guidato.

Del resto, se non ora, quando? (gnu-dm)

TURISMO, TERRITORIO E TIPICITÀ: PARTE
IL DISTRETTO PER LA VALORIZZAZIONE

di ANTONIETTA M. STRATI – In Calabria non ci sono solo i Distretti del Cibo, ma anche quelli Turistici, fondamentali per rilanciare il settore turistico, fiore all’occhiello della nostra regione. La nascita del Distretto Turistico dell’Altopiano della Sila, il primo in Calabria, lancia un segnale fondamentale: che serve sinergia e cooperazione per permettere a un settore tanto importante quanto fondamentale per il rilancio e lo sviluppo del territorio.

Uno strumento, quello del Distretto Turistico, che è stato istituito nel 2017 e che ha registrato fin da subito l’adesione dell’Ente Parco Nazionale della Sila e che ha trovato il suo “battesimo” nella chiusura della terza edizione degli incontri sul turismo montano sostenibile promossi da Destinazione Sila, con 28 Comuni che ricadono nel territorio della Sila che hanno aderito – otto di questi devono concludere l’iter amministrativo – al progetto promosso e coordinato dal Gal Sila Sviluppo.

La nascita del primo distretto turistico – che vede tra i soci fondatori, in percentuale maggiore, anche numerosi soci privati tra Associazioni di categoria, reti di imprese, Pro Loco e Associazioni Turistiche – è avvenuta alla presenza del segretario comunale di Casali del Manco, Pietro Manna e, la costituzione dell’Associazione di gestione lo rende operativo.

«Negli anni passati è mancata una programmazione turistica integrata e condivisa –– ha evidenziato Daniele Donnici, presidente di Destinazione Sila –. È stata data priorità alla realizzazione di infrastrutture e investimenti materiali. Il turismo, invece, richiede ben altro. Occorre una consapevolezza dell’accoglienza che parta dai residenti, passi per gli operatori turistici e tutti i corpi intermedi e arrivi fino alle amministrazioni pubbliche».

«Servono competenze più evolute e aggiornate nella narrazione e nella digitalizzazione, fino ad arrivare alla promo-commercializzazione. Non è sufficiente – ha concluso Donnici – avere un buon prodotto se non abbiamo ben chiaro quali sono i nostri mercati di riferimento. Occorre un forte coordinamento, una cabina di regia per mettere in comune energie e risorse per una piena valorizzazione dell’enorme potenziale turistico, evitando la frammentazione e la dispersione che, finora, hanno relegato la Sila in una condizione di marginalità rispetto ai flussi turistici nazionali e internazionali».     

«Vogliamo dotare questo territorio di uno strumento capace di programmare dal basso – ha commentato Candalise, presidente del Gal Sila Sviluppo che ha promosso e coordinato il progetto –. Dopo la prima fase in cui i sindaci hanno svolto un ruolo importante, specie per quanto riguarda la perimetrazione del territorio del Distretto turistico, si apre una seconda fase caratterizzata dal coinvolgimento dei soggetti privati». 

Francesco De Vuono, direttore del Gal Sila Sviluppo, ha rimarcato l’importanza della concertazione: «Lo stare insieme – ha detto – è l’unica via che porta allo sviluppo. Rispetto ai soci fondatori di oggi, in futuro potranno esserci anche altre nuove adesioni».

«Abbiamo da subito condiviso questo progetto perché lo consideriamo un altro strumento importante per il territorio. Uno strumento che si aggiunge alla Cets, la Carta europea per il turismo sostenibile e alla Zea, la zona economica ambientale» ha dichiarato il direttore del Parco, Domenico Cerminara.

Il vicesindaco di San Giovanni in Fiore, Daniela Astorino, ha chiarito che «con la sottoscrizione dell’atto costitutivo, si avvia un percorso all’interno del quale ognuno di noi dovrà fare la propria parte».

Di giornata storica per l’Altopiano della Sila ha invece parlato il sindaco del Comune di Casali del Manco, Stanislao Martire. «La nostra presenza qui dimostra che siamo stati bravi a mettere da parte vecchie gelosie e diffidenze. Abbiamo capito che da soli non si va da nessuna parte, mentre insieme possiamo diventare grandi. Non partiamo da zero – ha aggiunto il sindaco Martire – dobbiamo semplicemente cambiare mentalità e pensare in positivo, in modo da rendere attrattivo questo territorio».

Entro fine gennaio, si terrà l’assemblea dei soci fondatori per la definizione della governance e della struttura tecnica che avvierà le attività di animazione territoriale e di programmazione.

Ma non è solo il territorio della Sila a essersi mosso per l’istituzione del Distretto del Turismo: a Lamezia Terme, nei giorni scorsi, è stato sottoscritto tra il Comune di Lamezia e l’Asp Riviera dei Tramonti il protocollo d’intesa per la costituzione del Distretto Turistico Regionale “Riviera dei Tramonti”, che ha individuato la città, guidata dal sindaco Paolo Mascaro, come capofila.

Il protocollo d’intesa vede coinvolti il Comune di Lamezia, come soggetto capofila, e i Comuni di Curinga, Falerna, Gizzeria, Maida, Jacurso, Motta S. Lucia, Nocera Terinese, Pianopoli, Platania, San Mango d’Aquino, Serrastretta, San Pietro a Maida.

Il primo cittadino, infatti, ha spiegato che tramite questo Distretto «realizzata una pianificazione territoriale di ordine sovracomunale e saranno perseguiti obiettivi per una crescita volta alla valorizzazione del territorio, allo sviluppo del turismo e del commercio».

«La costituzione del Distretto Turistico Regionale assume un rilievo strategico per contribuire allo sviluppo del sistema economico locale, attraverso il trasversale settore del turismo e del relativo indotto dell’area tirrenica catanzarese. Lavorare in una logica di rete permette di predisporre progetti integrati, anche al fine di intercettare risorse comunitarie e di cogliere le  opportunità offerte dal PNRR», ha spiegato l’architetto Federica Rizzo, socio e consulente della APS Riviera dei Tramonti.

Anche Crotone si è mossa per realizzare il suo Distretto del Turismo Crotonese: nei giorni scorsi, infatti, si è svolto il primo incontro, coordinato dall’assessore al Turismo Luca Bossi, tra il  consigliere comunale Santo Facino, tra i promotori dell’iniziativa, altri consiglieri comunali, il dirigente del settore Francesco Marano, enti e associazioni di settore.

Insomma, qualcosa si muove in Calabria e non è solo nell’ambito del Cibo. Se, da una parte, infatti, la Regione e Associazioni si stanno spendendo tanto per i Distretti del Cibo, dall’altro, c’è chi, invece, sta investendo, com’è giusto che sia, nel turismo. Ma non sono solo gli Enti e le Associazioni di categoria a doversene occupare. Sicuramente, servirà l’intervento e il sostegno della Regione. (ams)

Greco (Idm): In Sila impianti ancora in sospeso, Regione intervenga

Orlandino Greco, di Italia del Meridione, ha denunciato la situazione che vede, in Sila, gli impianti ancora in sospeso e i cui ritardi «rischiano di pesare, visti i tempi molto ristretti, sullavvio della nuova stagione turistica invernale, a danno delle strutture ricettive e dei privati, dato che il rilancio di tali infrastrutture garantirebbe economie di scala per tutto laltopiano silano».

«A Lorica – ha spiegato Greco – ancora tutti aspettano con ansia il dissequestro definitivo degli impianti sciistici, a seguito della nota inchiesta giudiziaria, e nonostante sia stata individuata una ditta che sta eseguendo gli ultimi lavori per nome e per conto dellautorità giudiziaria. Dunque, seppur a ridosso della stagione sciistica, è ancora incerto il futuro della nuova cabinovia di Lorica, in quanto ancora difetta dei necessari collaudi e ritarda lindividuazione di un soggetto che gestirebbe successivamente la struttura».

«Stessa sorte – ha aggiunto – sembrerebbe toccare allimpianto di risalita di Camigliatello per il quale sarebbero necessari interventi di ammodernamento della vetusta struttura, già deliberati dalla scorsa Giunta Regionale, da effettuarsi entro il 14 dicembre 2021: pena la sospensione dellesercizio».

«Resta, quindi – ha proseguito – lincognita se i turisti riusciranno ad usufruire di questo servizio, volano fondamentale per lappeal turistico dei nostri territori e che mirano alla valorizzazione e alla conoscenza delle tantissime potenzialità rimaste finora inutilizzate. Il turismo sciistico, in unarea della Sila dove generalmente linnevamento è più massiccio, diviene argomento e questione fondamentale rispetto al quale la politica e le istituzioni non possono restare indifferenti». 

«La Regione Calabria e il Presidente Roberto Occhiuto devono, e sono certo così sarà, fare loro questa battaglia e accelerare il più possibile le pratiche e le azioni d’intervento per la risoluzione definitiva della questione» ha evidenziato Greco.

«Un tema – ha aggiunto – questo propedeutico rispetto al rilancio dell’intero mercato del turismo in Calabria e a quella tanto decantata “destagionalizzazione” che tarda a decollare. Le azione rivolte a tale comparto devono oggi necessariamente avere il volto dell’innovazione e della messa a sistema dell’intero patrimonio naturalistico nonché storico culturale ed enogastronomico, puntando anche su quei binomi come turismo e sport su cui altre regione hanno già investito da tempo ottenendo risultati notevoli».

«Soltanto così e attraverso uno strumento organizzativo e di governance efficiente – ha concluso – si può ribaltare la gestione del settore turistico della nostra regione, trasformandolo in quella fonte di sviluppo economico, occupazionale e di crescita dei nostri variegati territori». (rrm)

In Sila con gli asinelli

di FILIPPO VELTRI – Dal 1° di luglio e fino a fine settembre, è possibile vedere le bellezze della Sila riscoprendo l’antica virtù degli asinelli. L’Associazione dilettantistico sportiva “L’asinello Silano“con presidente Francesco Filice, mira infatti a rivalutare la figura dell’asino, simpatico e tranquillo animale, da anni dimenticata e che nel passato è stata molto importante in quanto ha supportato l’uomo con il suo grande lavoro. Con questa iniziativa si mira a far conoscere la biodiversità del parco nazionale della Sila a dorso d’asino.

Grazie infatti all’associazione Silana sarà possibile andare alla scoperta di flora e fauna dell’altopiano con uno degli animali più mansueti ma più vicini all’uomo come sono appunto gli asini. Un modo nuovo di scoprire le bellezze e le rarità da dentro il Parco della Sila, visto che le escursioni si svolgeranno con partenza dal Cupone lungo i sentieri che da lì si dipanano fin dentro la montagna. È ovvio che particolare attenzione sarà dedicata ai ragazzi e ai bambini ma anche gli adulti accomodati sugli asinelli potranno arrivare ad esempio ai recinti dei daini e da vicino gustarsi uno spettacolo senza eguali.

Un patrimonio di biodiversità che merita di essere conosciuto e protetto ma anche un modo nuovo di coniugare offerta turistica innovativa e tutela dell’ambiente. (rcs)

La Sila, Scilla, Capo Vaticano e Tropea tra i luoghi in lizza nella nuova limited edition di Nutella

C’è l’incanto di una Sila coperta da un manto di neve, il pittoresco mare di Scilla e di Capo Vaticano e l’incredibile panoramica di Tropeacapo vaticano e tropea tra i luoghi che la Nutella ha scelto come possibili luoghi per la Calabria, per la nuova limited edition, dal titolo Ti amo Italia.

La nota casa produttrice non è nuova a questo tipo di iniziative: già l’anno scorso, sempre nell’ambito di una limited edition, per la Calabria aveva scelto il suggestivo Arcomagno di San Nicola Arcella come luogo ‘simbolo’ della Calabria. Quest’anno, sarà la montagna o il mare a rappresentare la Calabria?

«Una spiaggia di sabbia bianca, un lago alpino o una costa rocciosa? Una cascata impetuosa o delle colline che digradano dolcemente? Lo scorcio di un borgo antico o la veduta di un porticciolo turistico? L’Italia è piena di meraviglia. Quale vorresti vedere sul vasetto?» si legge sul sito della Nutella, dove, per ogni Regione, viene data la possibilità di votare, entro il 6 giugno, «i luoghi che ti stupiscono di ogni regione». (rrm)

Si può votare al seguente link: https://www.nutella.com/it/it/xp/tiamoitalia/

Molinaro (Lega): Obbligatoria la lotta contro la processionarie del pino nei boschi silani

Il consigliere regionale della LegaPietro Molinaro, ha evidenziato che «nei boschi della Sila sono sempre di più le piante infestate di larve e bruchi, dotati di peli altamente urticanti  che provocano “la Processionaria del Pino”».

«L’aspetto più preoccupante di questa emergenza – ha spiegato – è la pericolosità, per l’uomo e per gli animali, che se malauguratamente li toccano, possono costringere le persone al pronto soccorso e gli animali dal veterinario. Si vedono, proprio in queste settimane, nidi bianchi della processionaria sui rami più alti che, una volta giunti a maturazione cadono e il  bruco peloso in file ordinate percorre sentieri e strade. Il parassita è molto pericoloso per le piante, provoca defogliazione e disseccamenti spesso totali con il rischio concreto che l’albero attaccato dal parassita, se non viene adeguatamente curato con tempestività muore; questo, è un danno irreversibile ad un patrimonio di straordinaria valenza ambientale con ripercussioni anche sulle attività economiche ed un evidente conseguente effetto deterrente sul turismo».

«Però – ha ricordato – vige la lotta obbligatoria e una seria attività preventiva consente di salvare le piante e mettere in sicurezza la salute delle persone. Come prescrive sia D.M. 30/2007 del Mipaf e ribadito con Dgr 93/2012,  adesso è, il periodo giusto per intervenire. Infatti, le prescrizioni sanitarie indicano come tempistica: in inverno tra dicembre e febbraio, e poi a fine estate, nella seconda metà di settembre; l’adozione dei provvedimenti necessari è demandata al Dirigente del Servizio Fitosanitario Regionale  che deve porre in atto, i provvedimenti necessari».

«A tal proposito – ha detto ancora – vista la pericolosità e  anche per evitare interventi fai-da-te  –ha detto ancora – ho sollecitato il Dipartimento agricoltura e Calabria Verde, poiché la rimozione e lotta meccanica, devono essere eseguiti da professionisti con l’utilizzo di prodotti fitosanitari o lotta microbiologica».

«La disinfestazione – ha chiarito l’esponente politico – è a  carico del proprietario delle piante infestate, di chi possiede un’area verde, degli amministratori condominiali e i proprietari di boschi sono tenuti a compiere ogni anno delle ispezioni accurate per verificare l’eventuale presenza dei parassiti procedendo all’immediata eliminazione».

«Enti Pubblici e Regione sono, per la stragrande parte, proprietari dei boschi. Ritengo – ha concluso – che prima che la problematica  sfoci in un’autentica calamità e continui a creare apprensioni nella popolazione occorra un urgente  piano con interventi specifici, ampi e diffusi». (rcs)