Alessandra Carbonaro

CARBONARO ALESSANDRA (M5S)

Laureata in musicologia
Eletta alla Camera il 4/3/2018 (Plurinominale Emilia Romagna 03)
Nata a Reggio Calabria il 6/9/1986

Gruppo MoVimento 5 Stelle, dal 27 marzo 2018

Membro della VII Commissione dal 21 giugno 2018
(Cultura, Scienza e Istruzione)

  1. Proposte di Legge presentate come primo firmatario
  2. Proposte di Legge presentate come cofirmatario
  3. Proposte di Inchiesta parlamentare
  4. Interventi in Assemblea
  5. Attività in Commissione
  6. Interrogazioni e interpellanze
  7. Ordini del giorno
  8. Altre attività

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1. PROPOSTE DI LEGGE PRESENTATE COME PRIMO FIRMATARIO

21 novembre 2018 – CARBONARO e LATTANZIO: “Istituzione del Sistema nazionale a rete degli osservatori dello spettacolo” (1582)
(presentata il 7 febbraio 2019, annunziata l’11 febbraio 2019)

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2. PROPOSTE DI LEGGE PRESENTATE COME COFIRMATARIO

31 gennaio 2019 – LATTANZIO ed altri: “Modifica al decreto-legge 1° settembre 2008, n. 137, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2008, n. 169, per l’introduzione di percorsi relativi alla prevenzione e al contrasto della criminalità mafiosa nell’ambito dell’insegnamento denominato ‘cittadinanza e Costituzione'” (1555)
(presentata il 30 gennaio 2019, annunziata il 31 gennaio 2019)

31 gennaio 2019 – NITTI ed altri: “Disposizioni concernenti la pubblicità e la digitalizzazione degli elaborati finali degli studenti iscritti ai corsi di studio di secondo livello presso gli istituti di alta formazione artistica, musicale e coreutica” (1554)
(presentata il 30 gennaio 2019, annunziata il 31 gennaio 2019)

31 gennaio 2019 – NITTI ed altri: “Delega al Governo per l’introduzione dell’insegnamento della storia della musica nella scuola secondaria di secondo grado e disposizioni concernenti l’insegnamento della musica nella scuola secondaria di primo grado” (1553)
(presentata il 30 gennaio 2019, annunziata il 31 gennaio 2019)

24 gennaio 2019 – NESCI ed altri: “Introduzione degli articoli 1-bis e 1-ter del decreto-legge 1° settembre 2008, n. 137, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2008, n. 169, concernenti l’insegnamento della storia del contrasto del fenomeno mafioso nelle scuole primarie e secondarie e l’istituzione del ‘Premio per il coraggio della verità'” (1536)
(presentata il 23 gennaio 2019, annunziata il 24 gennaio 2019

30 dicembre 2018 – MELICCHIO ed altri: “Istituzione delle comunità dell’energia per la gestione delle fonti energetiche e la distribuzione dell’energia senza fine di lucro”(1483)
(presentata il 29 dicembre 2018, annunziata il 30 dicembre 2018)

21 novembre 2018 – MELICCHIO ed altri: “Modifica all’articolo 4 della legge 3 luglio 1998, n. 210, nonché disposizioni per la valorizzazione del titolo di dottore di ricerca”(1382)
(presentata il 20 novembre 2018, annunziata il 21 novembre 2018)

13 settembre 2018 – TIRAMANI: “Modifiche alla legge 2 agosto 1999, n. 264, in materia di accesso ai corsi universitari, con particolare riguardo a quelli delle professioni mediche e dell’area sanitaria” (1162)
(presentata e annunziata il 13 settembre 2018)

7 agosto 2018 – VILLANI ed altri: “Introduzione del titolo XII-bis del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, concernenti la sicurezza degli immobili utilizzati dalle istituzioni scolastiche” (1114)
(presentata e annunziata il 7 agosto 2018)

13 luglio 2018 – DADONE ed altri: “Introduzione dell’insegnamento dell’educazione alla cittadinanza responsabile e alla Costituzione nella scuola primaria e secondaria” (916)
(presentata il 12 luglio 2018, annunziata il 13 luglio 2018)

12 luglio 2018 – VILLANI ed altri: “Disposizioni per il potenziamento e la diffusione dell’educazione motoria nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria”(914)
(presentata l’11 luglio 2018, annunziata il 12 luglio 2018)

12 luglio 2018 – CASA ed altri: “Introduzione dell’insegnamento dell’educazione sanitaria nella scuola secondaria di primo e di secondo grado” (913)
(presentata l’11 luglio 2018, annunziata il 12 luglio 2018)

12 luglio 2018 – D’UVA ed altri: “Modifiche alla legge 20 maggio 1985, n. 222, in materia di destinazione di parte della quota dell’otto per mille del gettito dell’imposta sul reddito delle persone fisiche a diretta gestione statale a interventi per il sostegno della ricerca medico-scientifica nonché di obbligo di informazione e propaganda da parte dello Stato” (910)
(presentata l’11 luglio 2018, annunziata il 12 luglio 2018)

9 luglio 2018 – GALLO ed altri: “Istituzione dei nuclei per la didattica avanzata e introduzione di progetti di scuola aperta e di scuola diffusa negli istituti scolastici di ogni ordine e grado” (886)
(presentata il 6 luglio 2018, annunziata il 9 luglio 2018)

9 luglio 2018 – AZZOLINA ed altri: “Modifica all’articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, e disposizioni concernenti la formazione delle classi nelle scuole di ogni ordine e grado” (877)
(presentata il 5 luglio 2018, annunziata il 9 luglio 2018)

4 luglio 2018 – D’UVA ed altri: “Istituzione del dottorato industriale” (826)
(presentata il 28 giugno 2018, annunziata il 4 luglio 2018)

4 luglio 2018 – D’UVA ed altri: “Modifiche all’articolo 2 del decreto-legge 10 novembre 2008, n. 180, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 gennaio 2009, n. 1, e all’articolo 5 del decreto legislativo 25 novembre 2016, n. 218, in materia di finanziamento delle università statali e degli enti pubblici di ricerca” (813)
(presentata il 28 giugno 2018, annunziata il 4 luglio 2018)

4 luglio 2018 – D’UVA ed altri: “Disciplina dell’accesso ai corsi universitari” (812)
(presentata il 28 giugno 2018, annunziata il 4 luglio 2018)

5 giugno 2018 – MARZANA ed altri: “Disposizioni per il potenziamento dell’insegnamento della storia dell’arte nelle scuole secondarie di secondo grado” (632)
(presentata il 15 maggio 2018, annunziata il 5 giugno 2018)

7 maggio 2018 – DALL’OSSO ed altri: “Disposizioni in materia di controllo e vigilanza negli asili nido, nelle scuole dell’infanzia e presso le strutture socio-assistenziali per anziani, persone disabili e minori in situazione di disagio, nonché in materia di requisiti di idoneità psico-attitudinale del personale scolastico e sanitario”(552)
(presentata il 20 aprile 2018, annunziata il 7 maggio 2018)
(Assorbito dall’approvazione di pdl abbinato)

17 aprile 2018 – NESCI ed altri: “Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere” (513)
(presentata il 16 aprile 2018, annunziata il 17 aprile 2018)
Legge 7 agosto 2018, n. 99
Gazzetta Ufficiale n. 192 del 20 agosto 2018

29 marzo 2018 – GALLO ed altri: “Modifica all’articolo 7 del decreto legislativo 29 marzo 2012, n. 68, e altre disposizioni concernenti i criteri per la ripartizione del Fondo integrativo per la concessione di borse di studio” (394)
(presentata il 27 marzo 2018, annunziata il 29 marzo 2018)

23 marzo 2018 – DAGA ed altri: “Disposizioni in materia di gestione pubblica e partecipativa del ciclo integrale delle acque” (52)
(presentata e annunziata il 23 marzo 2018)

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3. PROPOSTE DI MODIFICAZIONE AL REGOLAMENTO PRESENTATE COME COFIRMATARIO

3 ottobre 2018 – MOLLICONE e altri: Articolo 22: modifica della denominazione della VII Commissione permanente (DOC II, n. 5)  (presentata il 3 ottobre 2018)

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4. INTERVENTI IN ASSEMBLEA

Disegno di legge: Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021 (A.C.1334-A)

6 dicembre 2018 – ALESSANDRA CARBONARO (M5S). Presidente, onorevoli colleghi, da subito questa maggioranza di Governo è stata accusata di voler operare tagli alla scuola e alla cultura. Sono stati mesi caratterizzati da un susseguirsi di illazioni strumentali, che oggi si scontrano con la realtà delle misure che abbiamo messo in campo in questa legge di bilancio. Misure per la cultura, l’istruzione e la ricerca, che per noi rappresentano il fondamento del libero e pieno sviluppo umano, dell’uguaglianza tra i cittadini e della democrazia. Abbiamo aumentato il Fondo di finanziamento per l’università, per la ricerca e per il CNR, e incrementato il Fondo per gli idonei senza borsa. Assumeremo mille ricercatori di «tipo B», abbiamo stanziato un contributo per le misure a sostegno della disabilità nell’Afam, perché per noi nessuno deve rimanere indietro, mai.

E poi, ancora, abbiamo stanziato i fondi aggiuntivi per il FUS, le fondazioni liriche, il cinema e l’audiovisivo, per iniziative culturali nelle zone colpite dal sisma, per le bande e i cori che costituiscono una ricchezza per i nostri territori, e poi le mille assunzioni al MiBAC. Con questa legge di bilancio, poniamo fine a un fenomeno che ha rappresentato un cancro per il mondo della scuola e per l’intero Paese, le esternalizzazioni dei servizi di pulizia. Noi, dopo lunghi venti anni, internalizzeremo questi servizi, assumendo almeno 12 mila persone, e a trarre vantaggio sarà la scuola, saranno gli studenti, i lavoratori, non le cooperative. E poi, infine, la scuola: in questa legge di bilancio iniziamo a scardinare alcune parti della “buona scuola”, lavorando, al contempo, per la costruzione di una scuola migliore. Assumeremo 400 insegnanti nei licei musicali per recuperare la seconda ora di strumento musicale, cancellata dal Governo precedente. E, infine, una delle misure di cui andiamo più fieri: il potenziamento del tempo pieno al Sud con l’assunzione di 2 mila insegnanti. Il tempo pieno permetterà a tanti bambini maggiore inclusione sociale e fornirà l’unica arma possibile contro l’abbandono scolastico, perché noi siamo convinti, Presidente, che investire nei bambini, nei giovani, nell’istruzione e nella cultura significhi investire nel futuro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

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Discussione sulle linee generali della mozione Carfagna ed altri n. 1-00045concernente iniziative volte al contrasto dell’antisemitismo

4 ottobre 2018 – ALESSANDRA CARBONARO (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, onorevoli colleghe, oggi siamo chiamati ad esprimerci su un tema di grande rilevanza che riguarda il nostro tragico passato ma, ancor più, l’idea di società che vogliamo costruire. Viviamo un momento storico di profonda incertezza dove gli orizzonti ideali che hanno ispirato la nostra Costituzione, così chiari e vividi all’indomani della liberazione dal nazifascismo, oggi sembrano più sfocati e lontani a cospetto di un mondo in rapida trasformazione, troppo spesso dimentico di quanto è stato. Così anche nel nostro Paese gli ultimi decenni sono stati caratterizzati da una preoccupante recrudescenza di fenomeni di antisemitismo e, più in generale, d’intolleranza etnica e religiosa.

Questo tema, tuttavia, non può prescindere da un nostro attivo coinvolgimento al fine di contrastare ogni forma di antisemitismo, di razzismo e di intolleranza. È soprattutto in questi momenti che le istituzioni democratiche sono chiamate ad agire con saggezza e responsabilità, ma essere responsabili significa essere capaci di rispondere. Non è solo questione di analizzare le cause della violenza e di rifiutarne le logiche perverse, ma di essere pronti e attivi nel rispondervi.

Questo è l’unico antidoto all’indifferenza e la risposta che noi ci accingiamo a dare m’inorgoglisce profondamente, perché, di fronte a quello che si può definire come uno dei più drammatici fenomeni di odio razziale che ha visto il nostro Paese tristemente protagonista, con l’emanazione, ottant’anni or sono, delle leggi sulla difesa della razza e che oggi ivi si ripropone sebbene in altre vesti, abbiamo il dovere di essere uniti perché abbiamo il dovere di lavorare insieme per garantire i mezzi attraverso i quali soprattutto le nuove generazioni possono conoscere e rispettare l’altro da sé, l’altrui cultura, l’altrui religione, l’altrui diversità, che è ricchezza, null’altro. È pertanto urgente educare le giovani generazioni a coinvolgersi attivamente nella lotta contro gli odi e le discriminazioni, ma anche nel superare le contrapposizioni del passato e a non stancarsi mai di cercare l’altro. Per preparare un futuro veramente desiderabile non è sufficiente respingere il male, ma serve costruire insieme il bene. La diversità culturale, così come rappresentata nell’articolo 1 della Dichiarazione universale dell’UNESCO, è per il genere umano necessaria quanto la biodiversità per qualsiasi forma di vita.

Allora, se essa è condizione necessaria per la nostra esistenza, dobbiamo preservarla, offrendo strumenti che non possono e non devono prescindere dall’educazione e dalla cultura in ogni sua declinazione. Quegli strumenti devono essere agenti attivi per la conoscenza e per la comprensione. La memoria storica, infatti, come sosteneva Paul Valéry, non è un fondo immobile, in grado di comunicare comunque, ma bisogna sapere come farla riaffiorare, va continuamente rinarrata, attualizzata, poiché essa non serve per il passato, ma per il presente, per il futuro; deve essere esercizio costante, a cui noi tutti siamo chiamati e a cui tutti non possiamo e non dobbiamo abdicare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

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Interventi di fine seduta su argomenti non iscritti all’ordine del giorno (decimo anniversario della morte di Adolfo Parmaliana; apprezzamento dell’Istituto Carlo Besta di Milano; impossibilità a partecipare ai concorsi per alcune categorie di insegnanti; atti vandalici su uno dei leoni di Piazzetta San Marco a Venezia; arresti domiciliari al sindaco di Riace (Reggio Calabria), Mimmo Lucano).

2 ottobre 2018 – ALESSANDRA CARBONARO (M5S). Presidente, onorevoli colleghe e onorevoli colleghi, è notizia di pochissimi giorni fa l’atto vandalico di cui è stata vittima una delle due sculture raffiguranti i leoni di Venezia in Piazzetta San Marco, realizzato dal Bonazza nel 1722 e uno dei tanti simboli della città.

Di fronte ad atti di questa gravità si resta sgomenti; lo si resta ancora di più apprendendo che a compiere il gesto, a quanto riportano i mezzi di stampa, siano stati dei giovani studenti. E, allora, ci si chiede in cosa questa società stia sbagliando, e in che modo possiamo veicolare messaggi che le nuove generazioni non possono ignorare.

L’unica via resta, però, solo quella legata all’educazione e all’istruzione, le armi che noi rappresentanti del popolo possiamo mettere in campo al fine di evitare che gesti come questi riaccadano. Occorrono percorsi di cittadinanza attiva, di educazione al rispetto dei beni comuni: chi non rispetta il nostro patrimonio culturale non rispetta se stesso, la propria storia, la propria identità. Dobbiamo lavorare per insegnare il valore della cultura in ogni sua declinazione, per salvaguardare le radici della nostra civiltà, per insegnare ai giovani che tutelare il nostro Paese significa tutelare se stessi.

Paul Valéry diceva: “Bisogna che i monumenti cantino. È necessario che essi generino un vocabolario. Creino una relazione, contribuiscano a un creare una società civile. La memoria storica, infatti, non è un fondo immobile in grado di comunicare comunque, bisogna sapere come farla riaffiorare, va continuamente rinarrata. Anche perché se il patrimonio culturale non entra in relazione con la gente, declinando linguaggi diversi e parlando a tutti, rischia di morire, incapace di trasmettere senso e identità a una comunità”.

Ebbene, onorevoli colleghi e colleghe, noi siamo chiamati a questo nobile compito al quale non possiamo e non dobbiamo in nessun modo abdicare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

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Iniziative per la valorizzazione del patrimonio culturale italiano, con particolare riferimento alla promozione di un piano straordinario di assunzioni in relazione alle necessità del settore – n. 3-00066 Carbonaro (Risposta immediata)

11 luglio 2019 – ALESSANDRA CARBONARO (M5S). Grazie Presidente. Dal suo insediamento, Ministro, ha sempre sottolineato la necessità e la volontà di rafforzare le politiche di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale. E, per farlo, non si può prescindere dalle professionalità, di cui questo settore ha bisogno e che spesso, troppo spesso, sono state ignorate.

Lei ha posto sin da subito l’accento sul tema del lavoro nel mondo della cultura e, con lei, Ministro, auspichiamo un’inversione della rotta, quel cambiamento che questo settore aspetta da troppo tempo, perché se la nostra Repubblica – e qui richiamo la Costituzione – è fondata sul lavoro, lo deve essere ancora di più sul lavoro nell’ambito dei beni culturali, poiché quell’ambito ci rappresenta e, tutelandolo, tuteliamo la nostra identità.

Le chiediamo, quindi, se intende intervenire con politiche che valorizzino il nostro patrimonio culturale, promuovendo un piano straordinario di assunzioni, che risponda alle necessità del settore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

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Interventi di fine seduta su argomenti non iscritti all’ordine del giorno (sulle dichiarazioni di un ministro in merito alla “legge Basaglia”; rinvio a giudizio del presidente di Manutencoop e degli ex vertici del Consorzio nazionale servizi; obbligo di pagare i ticket sanitari con carta di credito a Pavia e provincia; pellegrinaggio a piedi ad Assisi di Valentino Gregoris con il figlio, per sensibilizzare sul problema dell’autismo).

10 luglio 2018 – ALESSANDRA CARBONARO (M5S). Presidente, onorevoli colleghe e onorevoli colleghi, apprendiamo dai mezzi di stampa che il presidente di Manutencoop, ora diventata Rekeep, gli ex vertici dell’altro colosso cooperativo bolognese Consorzio nazionale servizi, sono stati rinviati a giudizio dal giudice di Roma con l’accusa di turbativa d’asta in concorso. Si tratta del maxi-appalto per la pulizia delle scuole italiane bandito da Consip nel 2012 per un valore totale di 1,6 miliardi di euro, vicenda poi deflagrata nel gennaio 2016 con la mega-multa inflitta dall’Antitrust. Questo è solo uno dei tanti aspetti negativi legati all’introduzione del sistema di esternalizzazione dei servizi di pulizia nelle nostre scuole, che se da una parte ha occasionato la commissione di illeciti relativi alle spartizioni di appalti tra politica e un determinato sistema di cooperative, dall’altra ha condotto a maggiore inefficienza, all’incremento dei licenziamenti e ad una riduzione degli stipendi per i dipendenti. L’unica soluzione è la reinternalizzazione del servizio di pulizie nelle scuole e l’inserimento nelle graduatorie di quei lavoratori che attualmente operano in condizioni di totale precarietà, consentendo allo Stato un risparmio rispetto al sistema attuale e il conseguente efficientamento per tutto il settore. Pertanto abbiamo il dovere di compiere l’unico percorso economicamente sostenibile, garantendo dignità e diritti ai lavoratori: perché l’Italia ha bisogno non solo di scuole belle, ma soprattutto di scuole efficienti che funzionino bene (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). 

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5. ATTIVITÀ IN COMMISSIONE

Proposta di nomina della dottoressa Mariarita Sgarlata a componente del consiglio di amministrazione dell’Istituto nazionale per il dramma antico. Nomina n. 11

19 dicembre 2018 – Alessandra CARBONARO (M5S), relatrice, propone di esprimere parere favorevole.

12 dicembre 2018 – Alessandra CARBONARO (M5S), relatrice, ricorda che l’Istituto nazionale del dramma antico opera come fondazione culturale dal 1998 e che con il decreto legislativo 29 gennaio 1998, n. 20, l’istituto, già ente pubblico disciplinato dalla legge 20 marzo 1975, n. 70, è stato trasformato in fondazione.
Con decreto del Ministro dei beni e delle attività culturali del 1o marzo 2018 è stato approvato lo Statuto della Fondazione, la quale, in base all’articolo 2 dello Statuto, persegue le seguenti finalità: a) coordinare a livello nazionale l’attività teatrale presso i teatri greco-romani, promuovendo la rappresentazione del teatro classico greco e latino, nonché di altre attività culturali ed artistiche ad esso relative; b) provvedere alla produzione ed alla rappresentazione dei testi teatrali greci e latini presso il teatro greco di Siracusa e in altri teatri di pietra e presso ambienti di particolare rilievo culturale; c) curare la pubblicazione dei testi classici, delle monografie, degli studi specializzati della Fondazione; d) curare l’archivio e la biblioteca dell’Istituto; e) provvedere al mantenimento e allo sviluppo delle attività espositive e museali dell’Istituto, con sede in Siracusa; f) provvedere al mantenimento e allo sviluppo dell’Accademia del Dramma Antico «Giusto Monaco» e «Fernando Balestra»; g) provvedere all’organizzazione di convegni ed altre attività di studio e di ricerca sui temi della classicità greca e latina e sul teatro classico; h) attivare le iniziative necessarie al coinvolgimento degli istituti scolastici per la realizzazione di spettacoli del teatro classico greco e latino, anche attraverso apposite rassegne, tra le quali il Festival internazionale dei giovani di Palazzolo Acreide; i) promuovere, anche in coordinamento con le università, lo studio dei testi teatrali della classicità greca e latina; j) agevolare la partecipazione di tutti gli interessati alla propria attività culturale, favorendo la circolazione del proprio patrimonio culturale presso enti, istituzioni e associazioni culturali, scuole e università; k) promuovere la più ampia diffusione delle proprie attività e del proprio patrimonio storico culturale anche a livello comunitario e internazionale.
Ricorda che sono organi dell’Istituto nazionale del dramma antico il presidente, il consiglio di amministrazione, il collegio dei revisori dei conti. La durata degli organi collegiali è di quattro anni. Ciascun componente può essere riconfermato per non più di due volte. Il consiglio di amministrazione è nominato con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali. Esso è composto dal Sindaco di Siracusa, che è anche il presidente dell’Istituto; da un consigliere designato dal Ministro per i beni e le attività culturali, con funzioni di consigliere delegato; da un consigliere designato dal Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca; da un consigliere, designato dalla Regione Sicilia; e da un consigliere in rappresentanza di partecipanti privati. Lo statuto può prevedere un ulteriore componente del consiglio di amministrazione, qualora gli apporti dei partecipanti superino il 25 per cento del patrimonio.
Riferisce, quindi, che il Ministro dei beni e delle attività culturali, in data 27 novembre 2018, ha comunicato che il consigliere delegato ingegner Francesco Pinelli è dimissionario e che è sua intenzione procedere, in sua sostituzione, alla nomina della dottoressa Mariarita Sgarlata, che diventerebbe quindi consigliere delegato in seno al Consiglio di amministrazione. Nella sua lettera il Ministro Bonisoli aggiunge che nella scelta della dottoressa Sgarlata ha tenuto in considerazione la sua profonda e qualificata esperienza e competenza professionale e le sue comprovate capacità organizzative e gestionali.
Per il profilo della dottoressa Mariarita Sgarlata, infine, rinvia al curriculum che è stato trasmesso dal Ministro insieme alla richiesta di parere.

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V COMMISSIONE (BILANCIO, TESORO E PROGRAMMAZIONE)

Sede referente
Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021. C.1334 Governo

4 dicembre 2018Alessandra CARBONARO (M5S) ringrazia la Commissione e il Governo per il parere favorevole espresso sull’articolo aggiuntivo Lattanzio 78.036, di cui è cofirmataria, poiché prevede numerose misure a favore della scuola e della cultura.

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VII COMMISSIONE (CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE)

Sede referente
21 febbraio 2019 – Disposizioni per la promozione e il sostegno della lettura. C.478 Piccoli Nardelli

Alessandra CARBONARO (M5S)relatrice, riferendo in merito alla proposta di legge C. 1410, premette che essa è composta di un solo articolo, recante misure sul prezzo dei libri, pensate a sostegno delle piccole librerie e in favore degli editori indipendenti. Secondo la relazione che accompagna il provvedimento, tali misure si rendono necessarie per tutelare le piccole realtà territoriali dalla concorrenza delle grandi catene di distribuzione dei libri e delle vendite on lineche possono praticare sconti notevoli sul prezzo di vendita. In particolare, la proposta C. 1410 modifica l’articolo 2 della legge 27 luglio 2011, n. 128, in materia di disciplina del prezzo dei libri, prevedendo un limite massimo di sconto del 5 per cento, anziché del 15 per cento consentito dalla disciplina vigente. Inoltre, viene abrogata la disposizione che consente ai venditori di effettuare svendite di libri a catalogo quando pubblicati da almeno venti mesi e dopo che siano trascorsi almeno sei mesi dall’ultimo acquisto effettuato dalla libreria o da altro venditore al dettaglio. Infine, la proposta interviene sul sistema sanzionatorio previsto in caso di violazione delle norme sul prezzo dei libri, affidando alla Polizia postale e al Corpo della guardia di finanza il controllo delle vendite effettuate on line.
Conclude ricordando che – come anticipato dal presidente – disposizioni in materia di disciplina del prezzo dei libri sono contenute anche nell’articolo 8 della proposta C. 478.

Sede referente
12 febbraio 2019 – Disposizioni per la promozione e il sostegno della lettura. C.478 Piccoli Nardelli

Alessandra CARBONARO (M5S)relatrice, riferisce che la proposta di legge di cui oggi si avvia l’esame riprende, in larga parte, il testo unificato delle proposte di legge n. 1504 e n. 2267, adottato come testo base dalla VII Commissione della Camera nel luglio 2015, ma di cui non si è concluso l’esame entro la fine della scorsa legislatura.
Evidenzia che le differenze, rispetto al testo della precedente legislatura, nascono dall’esigenza di tenere conto di alcune novità legislative nel frattempo intervenute. Il provvedimento è volto alla promozione e al sostegno della lettura quale mezzo per lo sviluppo della conoscenza, la diffusione della cultura e la promozione del progresso civile, sociale ed economico della nazione. Nella relazione illustrativa i proponenti evidenziano che, in un’epoca caratterizzata come la nostra dalla globalizzazione, la lettura costituisce il primo strumento per l’acquisizione di una mentalità aperta e agile, a garanzia di un accesso consapevole al pluralismo delle fonti che richiede sempre di più un’autonoma capacità di valutazione dei contenuti ed un approccio critico alle informazioni che vengono divulgate con i moderni mezzi di comunicazione.
La proposta, composta di 10 articoli, reca interventi di diversa natura, riguardanti, tra l’altro, incentivi alla digitalizzazione delle opere e disposizioni in materia di promozione della lettura nelle scuole e di prezzo di vendita dei libri, la promozione e il sostegno della lettura anche attraverso l’adozione di uno specifico Piano nazionale d’azione e la stipulazione di patti locali tra gli enti territoriali finalizzati ad aumentare il numero dei lettori nelle aree di riferimento. A tal fine, il provvedimento dispone anche un incremento delle risorse finanziarie rispetto a quanto previsto a legislazione vigente. Passando ad esaminare le singole disposizioni, segnala che l’articolo 1 enuncia i princìpi e le finalità della proposta, sottolineando che a quest’ultime contribuiscono lo Stato, le regioni e gli altri enti territoriali, secondo il principio di leale collaborazione e nel rispetto delle proprie competenze.
L’articolo 2 prevede l’istituzione di un programma d’azione politica: il Piano nazionale d’azione per la promozione della lettura, da adottarsi ogni tre anni, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per i beni e le attività culturali, di concerto con il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, previo parere della Conferenza unificata e delle Commissioni parlamentari competenti. Il Piano deve garantire l’equilibrio territoriale degli interventi in esso previsti e prevedere appositi stanziamenti per la loro attuazione, in base alle seguenti finalità: diffondere l’abitudine alla lettura e favorire l’aumento del numero dei lettori, valorizzando l’immagine sociale del libro e della lettura; promuovere la frequentazione di biblioteche e librerie, nonché la conoscenza della produzione libraria italiana; valorizzare e sostenere le buone pratiche di promozione della lettura realizzate da soggetti pubblici e privati, anche in collaborazione tra loro, favorendone, in particolare, la diffusione tra le istituzioni pubbliche e le associazioni professionali del settore librario; promuovere la formazione continua e specifica degli operatori di tutte le istituzioni coinvolte nella realizzazione dello stesso Piano; promuovere la dimensione interculturale e plurilingue della lettura nelle istituzioni scolastiche; prevedere interventi mirati per specifiche fasce di lettori, anche al fine di prevenire e contrastare fenomeni di esclusione sociale. Inoltre, il Piano deve contenere indicazioni circa le azioni che i soggetti pubblici dovrebbero intraprendere per favorire la lettura nella prima infanzia; promuovere la lettura negli istituti penitenziari e negli ospedali, con particolare riguardo ai minori; promuovere la parità d’accesso alla produzione editoriale da parte delle persone con difficoltà di lettura ovvero disabilità fisiche o sensoriali. Il coordinamento e l’attuazione delle attività del Piano, nonché il monitoraggio e la valutazione dei risultati sono affidati al Centro per il libro e la lettura, istituito presso il Ministero per i beni e le attività culturali.
L’articolo 3 dispone, innanzitutto, che le regioni e gli altri enti territoriali diano attuazione al Piano d’azione nazionale attraverso la stipula di patti locali per la lettura finalizzati ad aumentare il numero dei lettori abituali, ai quali patti partecipano anche altri soggetti pubblici – in particolare le scuole – e soggetti privati operanti sul territorio. A tal fine, sono previsti specifici finanziamenti nell’ambito dei bilanci degli enti territoriali e degli altri soggetti coinvolti. Al comma 4 si prevede, inoltre, che il Centro per il libro e la lettura, d’intesa con l’ANCI (Associazione nazionale dei comuni italiani), rilascia la qualifica di «Città del libro» ai comuni nel cui territorio sia presente almeno una biblioteca di pubblica lettura, che soddisfi specifici requisiti, tra cui il sostegno e l’avviamento alla lettura con particolare riferimento ai bambini in età prescolare e a persone a rischio di esclusione sociale.
L’articolo 4 reca interventi per favorire la digitalizzazione delle opere. In particolare, la norma dispone che i soggetti pubblici possono stipulare contratti o convenzioni che attribuiscano a terzi il diritto di utilizzazione esclusiva delle riproduzioni digitali delle opere di cui essi sono in possesso e di cui possono liberamente disporre la comunicazione al pubblico. Le condizioni per la stipula dei suddetti accordi vengono specificamente disciplinate. Per l’erogazione di contributi per il finanziamento delle iniziative di digitalizzazione, è istituito un apposito fondo nello stato di previsione del Ministero per i beni e le attività culturali con una dotazione di 1 milione di euro per ciascun anno del triennio 2018-2019. I criteri per la relativa ripartizione saranno definiti con apposito decreto del Ministro per i beni e le attività culturali adottato di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze.
L’articolo 5 detta disposizioni per la promozione della lettura a scuola e il funzionamento delle biblioteche nelle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, prevedendo inoltre la collaborazione delle stesse con i sistemi bibliotecari territoriali e nazionali mediante la condivisione di strumenti informatici, di catalogazione e di formazione.
Disposizioni volte specificatamente a favorire l’acquisto di libri sono contenute nell’articolo 6, che istituisce una «carta elettronica per le librerie», dell’importo nominale di euro 250, da utilizzare entro un anno dal suo rilascio per acquistare libri, anche digitali, muniti di codice ISBN. La carta, col relativo credito, sarebbe rilasciata ai cittadini italiani o di altri Stati membri dell’Unione europea che abbiano compiuto i 65 anni e siano residenti nel territorio nazionale e appartenenti a nuclei familiari con ISEE non superiore a euro 20.000. È precisato che la somma assegnata con la carta non costituisce reddito imponibile, né rileva ai fini del computo dell’ISEE. Il comma 4, include, il finanziamento dell’attività di promozione dei libri e della lettura tra le finalità cui destinare la quota del cinque per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche.
L’articolo 7 incrementa di euro 6 milioni, dal 2019, le risorse del Fondo per la promozione del libro e della lettura, portandole, dal medesimo anno, a euro 10 milioni annui. Ricorda che la legge di bilancio per il 2018 ha istituito il Fondo per la promozione del libro e della lettura, con dotazione annua pari a euro 4 milioni, di cui 1 milione destinato alle biblioteche scolastiche, a decorrere dal 2018. Il Fondo, gestito dal Centro per il libro e la lettura, deve essere ripartito annualmente secondo modalità stabilite con un decreto interministeriale (MIBAC-MEF-MIUR). In attuazione, è intervenuto il decreto interministeriale n. 227 del 3 maggio 2018, che ha individuato fra le linee di intervento le seguenti: favorire la cooperazione fra istituzioni scolastiche, biblioteche, enti locali, librerie, istituti culturali, istituzioni della formazione superiore, centri provinciali per l’istruzione degli adulti ed enti di ricerca per l’attivazione di iniziative di promozione della lettura nei territori; arricchire il patrimonio librario, promuovendone la digitalizzazione, e potenziare le dotazioni infrastrutturali delle biblioteche destinate alle fruizione pubblica e delle biblioteche scolastiche; favorire interventi specifici per la prima infanzia (0-6 anni), in collaborazione con il Comitato nazionale per la promozione della lettura nella prima infanzia; rimuovere le barriere che impediscono l’accesso ai prodotti editoriali da parte delle persone con difficoltà di lettura o disabilità fisiche o sensoriali. Quanto al Comitato nazionale per la promozione della lettura nella prima infanzia, esso è stato costituito presso il Centro per il libro e la lettura a seguito dello specifico Protocollo di intesa dell’8 giugno 2016 fra Ministero per i beni e le attività culturali, Ministero della salute e Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca. Entro il 30 aprile di ogni anno, il Centro per il libro e la lettura pubblica uno o più bandi per la presentazione di progetti, previa intesa con il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca per quelli relativi all’utilizzo della quota destinata alle biblioteche scolastiche. Le risorse sono assegnate entro il 30 settembre di ogni anno.
Quale ulteriore misura per il sostegno della lettura e la promozione del libro, l’articolo 8 della proposta in esame dispone la modifica della disciplina del prezzo dei libri recata dalla legge n. 128 del 2011. In particolare, l’articolo riduce la percentuale massima di sconto sulla vendita di libri – comprese le vendite effettuate per corrispondenza o tramite piattaforme digitali nella rete internet – fissandola, in via generale, al 5 per cento (e non più al 15 per cento). Tuttavia, le case editrici, una sola volta all’anno per ciascun marchio editoriale, nei soli mesi di febbraio, luglio e novembre, con esclusione dei titoli pubblicati nei 6 mesi precedenti a quello della vendita, possono praticare sconti fino al 20 per cento. Per le vendite di libri effettuate a biblioteche di pubblica lettura, enti pubblici territoriali, enti e istituti di insegnamento, di formazione professionale o di ricerca è introdotta la percentuale massima di sconto applicabile del 20 per cento, purché i libri siano destinati all’uso dell’istituzione, restando esclusa la loro rivendita. L’articolo introduce, altresì, il divieto di vendere libri attraverso lo scambio di beni o servizi e con pagamento mediante buoni premio riferiti ad altri prodotti, al di fuori di specifici casi.
L’articolo 9 concerne l’istituzione, presso il Ministero per i beni e le attività culturali, dell’Albo delle librerie di qualità e dell’Albo delle librerie indipendenti di qualità in vista di future eventuali agevolazioni finanziarie e fiscali. I requisiti per l’iscrizione agli Albi – la cui specifica disciplina è demandata a un decreto del Ministro per i beni e le attività culturali – comprendono specifici parametri minimi, tra i quali l’avere una quota superiore al 50 per cento del fatturato annuo totale costituita da ricavi provenienti dalla vendita al dettaglio di libri nuovi, esclusi i ricavi derivanti dalla rivendita ad altri dettaglianti che pratichino, a titolo accessorio o principale, la vendita di libri; e un assortimento diversificato di titoli. L’articolo 10 reca le disposizioni finanziarie per la copertura degli oneri recati dal provvedimento.

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Sede referente
Modifiche all’articolo 4 del decreto-legge 8 agosto 2013, n. 91, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 ottobre 2013, n. 112, in materia di accesso aperto all’informazione scientifica.
 C.395 Gallo

5 dicembre 2018 – Alessandra CARBONARO (M5S) accetta le riformulazioni proposte dal relatore e ritira l’articolo aggiuntivo 1.01.

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7-00007 Gallo: Sulla valorizzazione dell’area culturale circostante il sito di Pompei

8 novembre 2018 – Alessandra CARBONARO (M5S), rispetto al presunto mancato riconoscimento del lavoro svolto da tecnici e operatori per l’area archeologica di Pompei, lamentato dal deputato Franceschini, rileva che il riconoscimento è invece insito nel contenuto della risoluzione, che è tutta votata all’impegno in favore di Pompei e alla riorganizzazione dell’area con progetti che garantiscano lo sviluppo della zona in termini di coesione sociale, oltre che di crescita economica, secondo il modello concettuale dei distretti di coesione sociale. Preannuncia quindi il voto favorevole del gruppo del Movimento 5 Stelle.

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Schema di decreto ministeriale concernente il riparto dello stanziamento iscritto nel capitolo 1261 dello stato di previsione della spesa del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca per l’anno 2018, relativo a contributi ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi. Atto n. 50

30 ottobre 2018 – Alessandra CARBONARO (M5S), preannunciando il voto favorevole del suo gruppo, suggerisce che nel parere vengano previste osservazioni volte a commisurare i finanziamenti del prossimo anno all’attività svolta dagli enti beneficiari, la quale dovrà, pertanto, essere attentamente monitorata e valutata dal Ministero.

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Sede consultiva
Disposizioni in materia di reati contro il patrimonio culturale. C.893 Orlando (Parere alla II Commissione)

11 ottobre 2018 – Alessandra CARBONARO (PD), relatrice, riferisce che la Commissione è chiamata ad esprimere alla Commissione giustizia il parere sugli aspetti di propria competenza del nuovo testo della proposta di legge C. 893 Orlando, come risultante dagli emendamenti approvati dalla Commissione giustizia. La proposta si propone di riformare le disposizioni penali a tutela del patrimonio culturale, che si trovano oggi contenute prevalentemente nel Codice dei beni culturali (di cui al decreto legislativo n. 42 del 2004), inserendole nel codice penale. Nel testo iniziale, precedente all’emendazione compiuta dalla Commissione giustizia, il provvedimento riproduceva il disegno di legge del Governo Gentiloni Silveri approvato su questa materia nella scorsa legislatura dalla Camera dei deputati ma non dal Senato (si veda l’atto Senato n. 2864).
Fa presente che trattandosi di testo approvato da un ramo del Parlamento nella scorsa legislatura, è stata possibile l’applicazione dell’articolo 107 del Regolamento della Camera, in base al quale, se nei primi sei mesi dall’inizio della legislatura è presentato un progetto di legge che riproduca l’identico testo di un progetto approvato dalla Camera nella precedente legislatura, l’Assemblea, dichiarandone l’urgenza, può fissare alla Commissione competente un termine di quindici giorni per riferire, iscrivendo poi il progetto all’ordine del giorno dell’Assemblea. Nella scorsa legislatura, contestualmente all’approvazione da parte della Camera del disegno di legge in questione, il Consiglio d’Europa ha adottato una Convenzione volta a prevenire e combattere il traffico illecito e la distruzione di beni culturali, nel quadro dell’azione dell’Organizzazione per la lotta contro il terrorismo e la criminalità organizzata (cosiddetta Convenzione di Nicosia, del 19 maggio 2017). La Convenzione prevede che costituiscano reato diverse condotte in danno di beni culturali, tra cui il furto, gli scavi illegali, l’importazione e l’esportazione illegali, nonché l’acquisizione e la commercializzazione dei beni così ottenuti. Riconosce, inoltre, come reato la falsificazione di documenti e la distruzione o il danneggiamento intenzionale dei beni culturali. L’Italia ha firmato la Convenzione, insieme ad altri otto Stati membri del Consiglio d’Europa, ma la stessa non è ancora entrata in vigore in quanto è stata ratificata da un solo Stato (Cipro). A seguito delle modifiche approvate dalla commissione di merito, la proposta di legge in esame si compone di 7 articoli. La proposta colloca nel codice penale la previsione di illeciti penali in materia di beni culturali, attualmente ripartiti tra il codice penale e il codice dei beni culturali; introduce nuove fattispecie di reato; innalza le pene edittali vigenti, dando attuazione ai principi costituzionali in forza dei quali il patrimonio culturale e paesaggistico necessita di una tutela ulteriore rispetto a quella offerta alla proprietà privata; introduce aggravanti quando oggetto di reati comuni siano beni culturali.
Nel dettaglio, la proposta di legge inserisce nel codice penale disposizioni per punire: il furto di beni culturali con la reclusione da 2 a 8 anni (pena significativamente più elevata rispetto a quella prevista per il furto); l’appropriazione indebita di beni culturali con la reclusione da 1 a 4 anni; la ricettazione di beni culturali con la reclusione da 3 a 12 anni; l’impiego illecito di beni culturali, con la reclusione da 4 a 12 anni; il riciclaggio di beni culturali, con la reclusione da 5 a 14 anni; l’autoriciclaggio di beni culturali, con la reclusione da 3 a 10 anni; la falsificazione in scrittura privata relativa a beni culturali, con la reclusione da 6 mesi a 3 anni; le violazioni di legge in materia di alienazione di beni culturali, con la reclusione fino a 2 anni e la multa fino a 80.000 euro; l’uscita o esportazione illecite di beni culturali, con la reclusione da 1 a 4 anni o con la multa da 258 a 5.165 euro; la distruzione, la dispersione, il deterioramento, il deturpamento, l’imbrattamento e l’uso illecito di beni culturali o paesaggistici, con la reclusione da 1 a 5 anni; la devastazione e il saccheggio di beni culturali, con la reclusione da 10 a 18 anni; la contraffazione di opere d’arte, con la reclusione da 1 a 6 anni e la multa fino a 10.000 euro; la realizzazione di attività organizzate per il traffico illecito di beni culturali, con la reclusione da 2 a 8 anni. Sono previste aggravanti e attenuanti. È prevista la confisca penale obbligatoria – anche per equivalente – delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato e delle cose che ne sono il prodotto, il profitto o il prezzo, in caso di condanna o patteggiamento per uno dei delitti previsti dal nuovo titolo. Le disposizioni si applicano anche ai fatti commessi all’estero in danno del patrimonio culturale nazionale. È stato inoltre previsto come illecito anche il possesso ingiustificato di strumenti per il sondaggio del terreno o per la rilevazione dei metalli, quando ci si trovi in zone di interesse culturale come aree archeologiche o simili. La disciplina di legge sulle attività di pubblica sicurezza svolte da pubblici ufficiali sotto-copertura sono state estese per renderle applicabili anche alle indagini sul delitto di attività organizzate per il traffico illecito di beni culturali svolte da ufficiali di polizia giudiziaria degli organismi specializzati nel settore dei beni culturali.

Infine è stata prevista la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche quando i delitti contro il patrimonio culturale siano commessi nel loro interesse o a loro vantaggio.
In conclusione, considerato che la finalità del provvedimento non può che essere condivisa dalla Commissione, propone l’espressione di un parere favorevole.

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Proposta di nomina del signor Roberto Andò a componente del consiglio di amministrazione della Fondazione Centro sperimentale di cinematografia. Nomina n. 6

DL 55/2018: Ulteriori misure urgenti a favore delle popolazioni dei territori delle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche ed Umbria, interessati dagli eventi sismici verificatisi a far data dal 24 agosto 2016. C.804 Governo (Parere alla VIII Commissione)

26 settembre 2018 – Alessandra CARBONARO (M5S), dopo aver annunciato il voto favorevole del suo gruppo, si rammarica per quanto affermato dal deputato Mollicone, rimarcando che la figura di Roberto Andò, del quale ricorda i lavori artistici più recenti, può considerarsi rappresentativa di tutta la cultura del Paese, senza appartenenze di parte politica. Esprime quindi l’avviso che sulle nomine negli enti culturali sarebbe auspicabile prescindere dalle ideologie politiche.

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Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Una nuova agenda europea per la cultura COM(2018)267 final.Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Costruire un’Europa più forte: il ruolo delle politiche in materia di gioventù, istruzione e cultura COM (2018) 268 finale

12 luglio 2018 – Alessandra CARBONARO (M5S), intervenendo in merito alla comunicazione «Una nuova agenda europea per la cultura», esprime il proprio apprezzamento per l’obiettivo di favorire l’inclusione nonché la cooperazione tra gli Stati membri, rafforzando in tal modo il senso di un’identità europea comune. Si sofferma, poi, sulla necessità di favorire iniziative a sostegno della prima infanzia anche ai fini dell’accessibilità culturale. Sulle industrie culturali e creative, ritiene che la comunicazione offra spunti interessanti per migliorare le condizioni socio-economiche di artisti e musicisti. A tale proposito, sottolinea che il 51,4 per cento di queste categorie di lavoratori percepisce un reddito annuo inferiore a 5.000 euro: una soglia pericolosa che può indurre alla propensione al lavoro sommerso. Accoglie pertanto con favore il sostegno ai partenariati tra le industrie e i professionisti creativi.

10 luglio 2018 – Alessandra CARBONARO (M5S), relatrice, introducendo l’esame, premette che si limiterà a riferire sulle parti di competenza della VII Commissione, ovvero sulle disposizioni che si riscontrano negli articoli 08 e 011, introdotti dal Senato.
Specifica che l’articolo 08 interviene sulla disciplina che regola l’inammissibilità ai contributi per la ricostruzione dei ruderi e degli edifici cosiddetti collabenti, cioè non produttivi di reddito in quanto malmessi e fatiscenti. Ricorda che, attualmente, il decreto-legge n. 189 del 2016 prevede l’erogazione di contributi per le spese di ricostruzione di edifici danneggiati dal sisma che nel 2016 ha colpito Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo. L’articolo 10 del decreto-legge citato, nel testo anteriore alla modifica, precisa che non sono ammissibili a contributo gli edifici destinati ad abitazione o attività produttiva che al momento del terremoto non avevano i requisiti per essere impiegati come tali, perché collabenti, fatiscenti, inagibili per motivi statici o igienico-sanitari o privi di impianti e non allacciati alle reti di pubblici servizi. L’articolo in esame – oltre ad eliminare il riferimento alla mancanza di allacciamento alle reti di pubblici servizi, che pertanto non costituisce più causa di non accedibilità al contributo – dispone che le disposizioni testé richiamate non si applichino agli immobili formalmente dichiarati di interesse culturale ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio (decreto legislativo n. 42 del 2004).
Introducendo l’articolo 011, ricorda che esso modifica la disciplina riguardante i soggetti attuatori degli interventi per la riparazione, il ripristino o la ricostruzione delle opere pubbliche e dei beni culturali riguardanti gli immobili di proprietà degli enti ecclesiastici. In generale, i soggetti attuatori previsti dall’ordinamento vigente sono, a seconda del tipo di opera da realizzare: le Regioni interessate, il Ministero dei beni e delle attività culturali, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, l’Agenzia del demanio e le Diocesi. Le diocesi, in particolare, sono soggetti attuatori degli interventi su immobili di enti ecclesiastici per lavori di importo inferiore alla soglia di rilevanza comunitaria; per i lavori di importo superiore la funzione di soggetto attuatore è svolta invece dal Ministero dei beni e delle attività culturali.
Sottolinea che la norma introdotta dal Senato prevede che anche i comuni – oltre alle diocesi – siano soggetti attuatori in materia di lavori sui beni degli enti ecclesiastici di importo sotto la soglia comunitaria. La norma Senato prevede inoltre che la funzione di soggetto attuatore possa essere svolta dal Ministero dei beni e delle attività culturali anche per gli interventi di importo inferiore alla soglia comunitaria, qualora per tali interventi non si siano proposte le diocesi. In generale, la norma introdotta dal Senato dispone che per i beni ecclesiastici il ruolo di soggetto attuatore possa essere assunto anche dalle Regioni interessate, dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti o dall’Agenzia del demanio. La norma medesima puntualizza poi che gli interventi di competenza delle Diocesi di importo non superiore a 500 mila euro per intervento dovranno seguire, ai fini della selezione dell’impresa esecutrice, le procedure previste per la ricostruzione privata dal medesimo decreto-legge n. 189 del 2016, al comma 13 dell’articolo 6. È previsto infine che con ordinanza del commissario straordinario, sentiti il presidente della CEI e il Ministro dei beni e delle attività culturali, sono stabiliti le modalità di attuazione di questa disposizione, dirette ad assicurare il controllo, l’economicità e la trasparenza nell’utilizzo delle risorse pubbliche, nonché le priorità di intervento e il metodo di calcolo del costo del progetto. Entro sessanta giorni, deve essere istituito un tavolo tecnico presso la struttura commissariale per definire le procedure adeguate alla natura giuridica delle Diocesi ai fini della realizzazione delle opere di importo superiore a 500.000 euro e inferiore alla soglia di rilevanza europea. La norma introdotta dal Senato conferma in ogni caso il protocollo d’intesa – previsto dal decreto-legge n. 189 del 2016 – tra il commissario straordinario per la ricostruzione, il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo e il rappresentante delle diocesi proprietarie dei beni ecclesiastici, al fine di concordare priorità, modalità e termini per il recupero dei beni danneggiati. Il protocollo è stato firmato il 21 dicembre 2016 e stabilisce le modalità attraverso cui rendere stabile e continuativa la consultazione e la collaborazione tra i soggetti coinvolti nei lavori di ripristino al fine di affrontare e risolvere concordemente i problemi in fase di ricostruzione. Per inciso, con l’ordinanza del commissario straordinario n. 38 dell’8 settembre 2017 è stato approvato il primo piano di interventi sui beni del patrimonio artistico e culturale, compresi quelli sottoposti a tutela ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio.
In conclusione, si riserva di ascoltare gli eventuali interventi, preannunciando che intende proporre alla Commissione di esprimere parere favorevole.

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VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI) E IX COMMISSIONE (TRASPORTI, POSTE E TELECOMUNICAZIONI)

D.L. 109/2018: Disposizioni urgenti per la città di Genova, la sicurezza della rete nazionale delle infrastrutture e dei trasporti, gli eventi sismici del 2016 e 2017, il lavoro e le altre emergenze. C.1209 Governo

18 ottobre 2018 –Alessandra CARBONARO (M5S) accoglie la riformulazione proposta dal rappresentante del Governo.

Alessandra CARBONARO (M5S) accoglie la riformulazione del proprio articolo aggiuntivo.

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6. INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

7 febbraio 2019 – Interrogazione a risposta scritta 4-02189

presentata da CARBONARO Alessandra
Giovedì 7 febbraio 2019, seduta n. 122
CARBONARO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. — Per sapere – premesso che:

in data 2 febbraio 2019 il fiume Reno è esondato rompendo l’argine in località Boschetto di Castel Maggiore, provocando l’allagamento di un’importante porzione di territorio. Nella zona di Castel Maggiore sono circa 300 le persone che hanno dovuto abbandonare le proprie abitazioni. Dieci in tutto sono i ricoverati per principio di ipotermia, tra cui sei carabinieri;

alla luce di quanto accaduto, appare incomprensibile il ritardo della regione Emilia-Romagna nell’ultimazione dei lavori per la mitigazione del rischio idrogeologico, già finanziati con 43,4 milioni di euro in virtù di un accordo in essere tra la Presidenza del Consiglio dei ministri e il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare;

in particolare, per il ripristino e la sistemazione dell’area di Passo Pioppe, era previsto un intervento da 220.000 euro, un lavoro che non solo non è stato ultimato ma che, secondo i primi accertamenti, sarebbe tra le principali cause dell’esondazione. Si tratta di un ritardo difficilmente comprensibile, soprattutto in considerazione del fatto che questi interventi erano stati finanziati proprio in virtù della necessità di essere realizzati tempestivamente e di essere rapidamente cantierabili;

appare, pertanto, a giudizio dell’interrogante, paradossale l’inerzia del presidente della regione Emilia-Romagna, soprattutto in virtù dei poteri speciali che il ruolo di commissario di governo gli consentirebbe di esercitare –:

se e quali iniziative di competenza il Governo intenda avviare per accertare cause e responsabilità dell’accaduto;

quali iniziative di sostegno e quali forme di risarcimento si intendano attivare per le aziende agricole danneggiate dalla piena e per i cittadini costretti ad abbandonare le proprie abitazioni.
(4-02189)

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22 gennaio 2019 – Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-00459

presentata da CARBONARO Alessandra
testo presentato Martedì 22 gennaio 2019
modificato Mercoledì 23 gennaio 2019, seduta n. 112

CARBONARO, NITTI, TUZI, LATTANZIO, GALLO, TORTO, VILLANI, CASA, MARIANI, FRATE, AZZOLINA, MARZANA, TESTAMENTO, ACUNZO, BELLA e MELICCHIO. — Al Ministro per i beni e le attività culturali . — Per sapere – premesso che:
il 22 novembre 2017 è stata approvata la legge n. 175, recante «Disposizioni in materia di spettacolo e deleghe al Governo per il riordino della materia», volta a sostenere il settore dello spettacolo dal vivo nella molteplicità delle sue esternazioni;
in particolare, l’articolo 2 attribuisce la delega al Governo ad adottare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della legge, uno o più decreti legislativi per il coordinamento e il riordino delle disposizioni legislative e di quelle regolamentari che disciplinano l’attività, l’organizzazione e la gestione delle fondazioni lirico-sinfoniche, nonché per la riforma della disciplina dei settori relativi a teatro, musica, danza, spettacoli viaggianti, attività circensi, carnevali storici e rievocazioni storiche, mediante la redazione di un testo unico normativo denominato «codice dello spettacolo»;
il 27 dicembre 2018 sono scaduti i termini per l’adozione dei suddetti decreti, attesi da tutti gli operatori e i lavoratori del settore –:
quali siano le iniziative che intende promuovere, nel rispetto delle proprie competenze, volte ad accelerare i tempi per la concreta attuazione della riforma dello spettacolo, necessaria oltre che urgente. (3-00459)

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9 gennaio 2019 – Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-01170

presentata da CARBONARO Alessandra

Mercoledì 9 gennaio 2019, seduta n. 107

CARBONARO. — Al Ministro per i beni e le attività culturali. — Per sapere – premesso che:

il Consiglio di Stato, con la sentenza del 25 ottobre 2017, n. 4938, si è pronunciato sui ricorsi proposti per l’annullamento del decreto ministeriale del Ministero per i beni e le attività culturali del 30 dicembre 2009 e del suo allegato tecnico, sulla determinazione del compenso per la riproduzione privata di fonogrammi e di videogrammi (cosiddetto «equo compenso per copia privata»);

la Siae definisce il compenso per copia privata un corrispettivo che si applica sui supporti vergini, apparecchi di registrazione e memorie, in cambio della possibilità di effettuare registrazioni di opere protette dal diritto d’autore;

qualunque soggetto privato può, così, eseguire una copia del prodotto originale su un proprio supporto, con un notevole risparmio di tempo e di costi, concedendo una tutela nei confronti del titolare del diritto d’autore;

dovranno versare alla Siae l’equo compenso, solo i produttori e distributori di apparecchi e supporti idonei alla riproduzione;

la Siae può esentare dal versamento gli utilizzatori di apparecchi o supporti che riproducano fonogrammi e videogrammi per usi estranei dall’utilizzo privato;

la Corte di giustizia europea ha riconosciuto che la disciplina italiana su esenzioni «ex ante» e rimborsi del prelievo per copia privata, nei casi di uso esclusivamente professionale, contrasta con il diritto euro unitario («osta») e che, dunque, la normativa nazionale deve necessariamente essere caducata, mediante l’annullamento dell’articolo 4 dell’allegato tecnico al decreto ministeriale 30 dicembre 2009 per contrasto con la direttiva 2001/29/CE, come interpretata dalla sentenza della Corte di giustizia del 22 settembre 2016, C-110/15;

il Consiglio di Stato ha pertanto deciso per l’annullamento dell’articolo 4 dell’allegato tecnico del decreto ministeriali 30 dicembre 2009, essendo chiaro che la normativa nazionale viola il principio di parità di trattamento tra produttori e importatori assoggettati al prelievo per copia privata poiché la normativa nazionale si limita a imporre alla Siae, l’obbligo di «promuovere», la conclusione di protocolli esentativi, violando così anche il principio di certezza del diritto, peraltro non garantendo una efficace procedura di rimborso effettiva per i soggetti produttori importatori e distributori di apparecchi e supporti destinati a uso professionale –:

quali iniziative il Ministro interrogato intenda assumere per l’individuazione dei casi e dei modi di esenzione «ex ante» dalla «copia privata» per usi esclusivamente professionali, e di rimborso della «copia privata» anche a favore del produttore e dell’importatore, secondo criteri oggettivi e trasparenti, introducendo un nuovo sistema di esenzione ed una nuova modalità di rimborso, conforme anche ai principi della Costituzione e del diritto comunitario.
(5-01170)
(Presentata l’8 gennaio 2019)

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 9 gennaio 2019
nell’allegato al bollettino in Commissione VII (Cultura)
5-01170

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23 ottobre 2018 – Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-00799

presentata da CARBONARO Alessandra

Martedì 23 ottobre 2018, seduta n. 69

CARBONARO, GALLO, CASA, ACUNZO, AZZOLINA, BELLA, FRATE, LATTANZIO, MARIANI, MARZANA, MELICCHIO, NITTI, TESTAMENTO, TORTO, TUZI e VILLANI. — Al Ministro per i beni e le attività culturali. — Per sapere – premesso che:

negli ultimi due anni il terremoto ha colpito le regioni del centro-Italia, provocando una ferita insanabile nel nostro Paese e alla perdita di vite umane si sono aggiunti i colpi inferti al prezioso patrimonio culturale;

da allora sono state tante le iniziative per il recupero e la valorizzazione dei beni artistici e culturali nonché per la loro messa in sicurezza;

immediatamente dopo il terremoto è stato stilato uno stralcio del piano «beni culturali» che stanziava 170 milioni di euro per la ricostruzione e il consolidamento di oltre 100 edifici – prevalentemente chiese e cattedrali – danneggiati dal sisma, individuati dalla Cei, d’intesa con il Ministero competente;

i fondi si sommano agli oltre 43 milioni di euro che erano già stati destinati alla messa in sicurezza e alla riapertura al culto di 180 chiese, per un impegno totale di oltre 200 milioni di euro;

il Ministro interrogato ha, fin dai primissimi momenti dopo il suo insediamento, individuato tra le priorità da affrontare con decisione e tempestività gli interventi per la messa in sicurezza del patrimonio culturale e in particolare per quelle zone del nostro Paese afflitte dalla tragedia del terremoto –:

quali iniziative intenda promuovere per rendere più efficace il processo di messa in sicurezza e ricostruzione del patrimonio culturale delle zone colpite dagli eventi sismici degli ultimi anni.
(5-00799)

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 24 ottobre 2018
nell’allegato al bollettino in Commissione VII (Cultura)
5-00799

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31 luglio . 2018 – Interrogazione a risposta scritta 4-00864

presentata da CARBONARO Alessandra

Martedì 31 luglio 2018, seduta n. 35

CARBONARO. — Al Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, al Ministro per i beni e le attività culturali. — Per sapere – premesso che:

la normativa nazionale prevede una serie di disposizioni di rango primario, al fine di favorire il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati, pubblici e privati, aperti al pubblico. Tali disposizioni hanno demandato la disciplina di attuazione a norme di rango secondario, che attualmente regolano anche con una serie di prescrizioni tecniche la materia dell’abbattimento delle barriere architettoniche;

relativamente alle disposizioni di rango primario, si ricordano in particolare gli articoli da 77 ad 82 del decreto del Presidente della Repubblica n. 380 del 2001 (Testo unico in materia edilizia), volti a favorire il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati, pubblici e privati aperti al pubblico. Nei citati articoli sono confluiti, in particolare, gli articoli da 1 a 3, 6 e 8 della legge n. 13 del 1989 (che ha dettato disposizioni per favorire il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati) e l’articolo 24 della legge n. 104 del 1992 (che ha disposto in materia di opere edilizie riguardanti edifici pubblici e privati aperti al pubblico);

con riferimento agli edifici scolastici, specifiche previsioni vengono dettate per edifici a più piani non dotati di ascensori, che devono necessariamente disporre di aule al pianterreno raggiungibili mediante un percorso continuo orizzontale o raccordato con rampe (articolo 23 del decreto del Presidente della Repubblica n. 503 del 1996);

tutte le opere realizzate negli edifici pubblici e privati aperti al pubblico in difformità dalle disposizioni vigenti in materia di accessibilità e di eliminazione delle barriere architettoniche, nelle quali le difformità siano tali da rendere impossibile l’utilizzazione dell’opera da parte delle persone disabili, sono dichiarate inagibili (articolo 82, comma 6, del Testo unico in materia edilizia, di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 380 del 2001);

il Conservatorio di musica «Giovan Battista Martini» di Bologna, ad oggi, risulta sprovvisto di idonee strutture per l’accesso delle persone disabili ai locali dell’istituto;

in data 14 giugno 2017, la direzione del Conservatorio ha provveduto a presentare un progetto di adeguamento delle strutture in conformità alle prescrizioni della Sovrintendenza competente, ottenendone l’approvazione;

a quanto si apprende dalla stampa (Il Resto del Carlino – 27 ottobre 2017, pagina 19), il progetto risulta cantierabile, ma in attesa dell’emanazione del decreto attuativo del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca per la concessione del finanziamento –:

quale sia lo stato di avanzamento della procedura di emanazione del suddetto decreto attuativo;

se il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca non intenda provvedere, quanto prima, all’emanazione del suddetto decreto attuativo per porre finalmente fine all’annosa vicenda riportata in premessa.
(4-00864)

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10 luglio 2018 – Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-00066

presentata da CARBONARO Alessandra

testo presentato Martedì 10 luglio 2018

modificato Mercoledì 11 luglio 2018, seduta n. 24

CARBONARO, GALLO, CASA, ACUNZO, AZZOLINA, BELLA, FRATE, LATTANZIO, MARIANI, MARZANA, MELICCHIO, NITTI, TESTAMENTO, TORTO, TUZI e VILLANI. — Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo . — Per sapere – premesso che:
le molteplici dichiarazioni a mezzo stampa rilasciate dal Ministro interrogato sottolineano la necessità e la volontà di rafforzare le politiche di tutela e di valorizzazione del patrimonio italiano, accogliendo, così, auspicabilmente un nuovo orientamento culturale incentrato sulla riflessione che il patrimonio italiano non è solo una fonte di spesa così come fin adesso considerato;
durante la XVII legislatura la Commissione 7a del Senato della Repubblica ha promosso un’indagine conoscitiva sulla «Mappa dell’abbandono dei luoghi culturali», nelle cui risultanze si è anche sottolineato come la fruibilità dei luoghi di cultura debba essere supportata da adeguati finanziamenti volti a favorire l’apertura e l’usabilità dei luoghi, sia dal punto di vista strutturale che logistico;
sempre nella XVII legislatura è stato previsto che la tutela, la fruizione e la valorizzazione del patrimonio culturale rientrano fra i livelli essenziali delle prestazioni e che l’apertura al pubblico dei luoghi della cultura costituisce un servizio pubblico essenziale;
gestire l’immenso patrimonio culturale italiano affinché possa essere volano di una rinascita dell’attenzione al «bello» nelle sue molteplici sfaccettature e possibilità significa, in primis, permettere ai visitatori un accesso continuo ai servizi che ne consentano il pieno apprezzamento da parte degli utenti;
particolarmente grave si è ritenuto quanto avvenuto agli scavi di Ercolano e Pompei quando a Natale 2014 e Capodanno 2015, a causa della carenza di personale di vigilanza, i cancelli sono rimasti chiusi a turisti italiani e stranieri. A tale riguardo a nulla è valsa la dichiarazione della soprintendenza che si dichiarava amareggiata per i disagi causati;
l’esempio di Ercolano e Pompei evidenzia la criticità della situazione che da tempo ormai grava sui siti e sui luoghi di cultura, bisognosi di personale che ne garantisca non solo l’apertura ma anche la fruibilità –:
se il Ministro interrogato intenda intervenire con politiche di valorizzazione dell’immenso patrimonio culturale italiano, promuovendo un piano straordinario di assunzioni di personale che risponda efficacemente alle necessità esposte. (3-00066)

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7. ORDINI DEL GIORNO

8 dicembre 2018 – Ordine del Giorno 9/01334-AR/003

presentato da CARBONARO Alessandra

Sabato 8 dicembre 2018, seduta n. 97
La Camera,
premesso che:
esaminato l’A.C. 1334 recante Bilancio di previsione dello Stato per Vanno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021; la Repubblica promuove e sostiene lo spettacolo nella pluralità delle sue diverse espressioni quale fattore indispensabile per lo sviluppo della cultura ed elemento di coesione e di identità nazionale, strumento di diffusione della cultura italiana nel mondo nonché quale componente dell’imprenditoria culturale e creativa e dell’offerta turistica nazionale;

la Repubblica riconosce, altresì, il valore formativo ed educativo dello spettacolo, anche per favorire l’integrazione e contrastare il disagio sociale, e il valore delle professioni artistiche e la loro specificità;
il 21 febbraio 2018, il Mibact e la Federazione italiana «Il Jazz Italiano – IJI» hanno sottoscritto una Dichiarazione di intenti al fine di promuovere lo sviluppo della cultura jazzistica. Tra i principali obiettivi della Dichiarazione viene sottolineata l’esigenza di dare continuità al Bando annuale per la promozione della musica jazz prevedendo la conferma degli stanziamenti per il triennio 2019-2021,

impegna il Governo

nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, a valutare l’opportunità di intraprendere, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, idonee iniziative, volte a promuovere e sostenere, anche attraverso adeguati finanziamenti, appositi progetti finalizzati al sostegno del settore della produzione e promozione della musica jazz.
9/1334-AR/3. (Testo modificato nel corso della seduta)  Carbonaro, Mollicone.

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27 novembre 2018 – Ordine del Giorno 9/01346/144

presentato da CARBONARO Alessandra
testo presentato Martedì 27 novembre 2018
modificato Mercoledì 28 novembre 2018, seduta n. 92

La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame contiene numerose modifiche del Codice Antimafia e riguardanti, in particolare, l’organizzazione e il funzionamento dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata;
l’iter relativo alla confisca dei beni coinvolge diverse dimensioni, a partire da quella investigativa e giudiziaria, passando per quella politica – fondamentale nella ristrutturazione della fiducia dei cittadini nelle istituzioni – e raggiungendo quella economica, dove l’obiettivo è la valorizzazione territoriale delle risorse sottratte con la visione di offrire un’opportunità di crescita e sviluppo. La quadratura del cerchio avviene attraverso l’inclusione di una dimensione sociale, culturale ed educativa, al fine di trasmettere il messaggio per cui esiste sempre un’alternativa legale e a dimostrazione che le mafie possono essere battute;
la legge 7 marzo 1996, n. 109, relativa alle disposizioni in materia di gestione e destinazione di beni sequestrati o confiscati, all’articolo 3, stabilisce l’utilizzo dei beni immobili confiscati alla mafia per finalità sociali e di interesse pubblico, nonché l’utilizzo delle somme di denaro confiscate e dei proventi derivanti dall’affitto, dalla vendita o dalla liquidazione dei beni per progetti relativi alla gestione a fini istituzionali, sociali o di interesse pubblico degli immobili confiscati e per la promozione della cultura imprenditoriale e delle attività imprenditoriali per giovani disoccupati;
le innovazioni contenute nella legge del 17 ottobre 2017, n. 161, riportante la Riforma del Codice Antimafia, rafforzano maggiormente l’idea del riutilizzo per fini sociali dei beni confiscati;
in base all’ultima relazione dell’Agenzia Nazionale dei beni sequestrati e confiscati del 2017 – risalente al 28 febbraio di quell’anno – risultavano censiti, in gestione, 16.696 immobili, 7.800 beni finanziari, 2.078 beni mobili, 7.588 beni mobili registrati e 2.492 beni aziendali. Dei beni mobili registrati, il 23 per cento viene venduto, il 19 per cento distrutto, il resto viene ceduto gratuitamente o affidato a forze dell’ordine e vigili del fuoco; in merito ai beni immobili, il 13 per cento risulta mantenuto dallo Stato nel proprio patrimonio, mentre sono affidati agli enti territoriali rispettivamente il 23 per cento per fini istituzionali ed il 64 per cento per scopi sociali. In relazione ai beni aziendali, soltanto il 4 per cento viene venduto, l’1 per cento ceduto gratuitamente ed il restante 95 per cento liquidato;
è evidente che un elevato numero di beni confiscati rimanga inutilizzato e non assegnato; inoltre, non sempre la destinazione e la consegna di un bene confiscato comporta una valorizzazione di tale bene come strumento coadiuvante lo sviluppo sociale ed economico del territorio;
il riutilizzo sociale dei beni confiscati dovrebbe essere considerato come una componente di maggiore forza nel quadro di un rilancio economico anche tra le sfere sociali più basse e dovrebbe essere incluso nel framework contorno allo sviluppo di una comunità in termini di inclusione sociale e di miglioramento della qualità della vita,

impegna il Governo:

a valutare l’opportunità di assumere iniziative volte:
a sostenere politiche per il riutilizzo dei beni confiscati per fini sociali, incentivando, inoltre, il loro riutilizzo anche per fini culturali, con l’obiettivo di sostenere la crescita delle attività economiche delle comunità più svantaggiate e rafforzare l’inclusione sociale;
ad operare una semplificazione delle procedure per l’assegnazione per il riutilizzo di beni confiscati per i giovani imprenditori, in particolare nel Sud Italia, al fine di incentivare il tessuto produttivo giovanile;
a supportare strategie per favorire l’accesso al riutilizzo dei beni confiscati alle imprese in forma di start up innovative e tecnologiche, al fine di sostenere le attività imprenditoriali operanti nel settore dell’innovazione tecnologica, soprattutto nel Meridione.
9/1346/144. (Testo modificato nel corso della seduta)  Carbonaro, Nesci, Masi, Orrico.

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31 ottobre 2018 – Ordine del Giorno 9/01209-A/031

presentato da CARBONARO Alessandra

Mercoledì 31 ottobre 2018, seduta n. 75

La Camera,
premesso che:
il disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 109 del 2018, recante disposizioni urgenti per la città di Genova, la sicurezza della rete nazionale delle infrastrutture e dei trasporti, gli eventi sismici del 2016 e 2017, il lavoro e le altre emergenze (C. 1209), all’articolo 42, reca misure riguardanti la progettazione degli interventi di messa in sicurezza degli edifici scolastici;
all’articolo 42, comma 1, si prevede che le economie disponibili di cui all’articolo 48, comma 2, del decreto-legge 24 aprile 2014, n. 66, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 giugno 2014, n. 89, e alla delibera del Comitato interministeriale per la programmazione economica 30 giugno 2014, n. 22, nonché quelle di cui all’articolo 1, comma 177, della legge 13 luglio 2015, n. 107, relative a interventi già aggiudicati o per i quali sia intervenuta la revoca del finanziamento, siano accertate con decreto del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto;
all’articolo 42, comma 2, si prevede che le risorse finanziarie di cui al comma 1 siano attribuite, entro il 31 dicembre 2018, agli enti locali proprietari degli edifici adibiti ad uso scolastico, per essere destinate alla progettazione degli interventi di messa in sicurezza dei predetti edifici;
all’articolo 42, comma 3, si dispone che le modalità e i criteri di attribuzione delle risorse finanziarie di cui al comma 1 siano definiti con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca;
per l’attuazione delle succitate disposizioni si rimanda all’emanazione di appositi decreti ministeriali. Con riferimento al decreto di cui al comma 1, si rileva che le tempistiche previste per l’emanazione dello stesso potrebbero risultare eccessivamente ristrette ai fini di un compiuto accertamento delle risorse derivanti dalle economie disponibili e per la loro successiva riattribuzione agli enti locali. Inoltre, si rileva che per l’emanazione del decreto di cui al comma 3 non vengono stabiliti termini temporali certi. Si ravvisa, pertanto, il rischio di generare un potenziale disallineamento temporale nell’entrata in vigore dei due provvedimenti funzionalmente collegati tra loro, inficiandone, in tal modo, l’efficacia applicativa,

impegna il Governo

al fine di consentire ai comuni l’attivazione delle procedure per il finanziamento degli interventi di messa in sicurezza degli edifici scolastici, a valutare l’opportunità di prevedere che il decreto di cui al comma 3 dell’articolo 42, che definisce le modalità e i criteri di attribuzione delle risorse finanziarie, venga adottato contestualmente al decreto di cui al comma 1 del medesimo articolo.
9/1209-A/31. Carbonaro.

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2 agosto 2018 – Ordine del Giorno 9/00924-A/065
presentato da CARBONARO Alessandra
Giovedì 2 agosto 2018, seduta n. 37

La Camera,
premesso che:
il decreto-legge 12 luglio 2018, n. 87, Disposizioni urgenti per la dignità dei lavoratori e delle imprese (A.C. 924), reca misure atte a limitare l’utilizzo dei contratti di lavoro a tempo determinato, in modo da favorire i rapporti a tempo indeterminato, con lo scopo di ridurre il lavoro precario;
nello spettacolo dal vivo operano migliaia di lavoratori che contribuiscono ad accrescere la qualità di vita del Paese, eppure, la realtà quotidiana di questi professionisti è caratterizzata da forte precarietà contrattuale, bassi livelli di reddito, scarsa rappresentatività sindacale, proliferazione di prestazioni lavorative irregolari e condizioni di insicurezza diffusa nei luoghi di lavoro;
le statistiche ufficiali sui lavoratori dello spettacolo sono prodotte dall’INPS (gestione ex Enpals) e risultano dai dati del fondo pensioni dei lavoratori dello spettacolo. I soggetti che nel 2015 hanno fatto almeno un versamento nelle casse previdenziali sono 136.571. La popolazione delle persone impegnate nello spettacolo è giovane – la classe di età modale è 25-29 anni (15,1 per cento) e il 71 per cento ha meno di 45 anni;
i contratti a tempo determinato interessano la grande maggioranza dei lavoratori dello spettacolo (80 per cento), il 10 per cento ha un contratto stagionale e il restante 10 per cento una posizione stabile (un contratto a tempo indeterminato). L’ammontare delle retribuzioni nell’anno dipende naturalmente dal tempo di lavoro riconosciuto e risulta in assoluto molto contenuto, pari a 5.430 euro pro capite. Oltre le difficoltà legate all’ammontare del reddito, emergono quelle legate al ritardo dei pagamenti: solo quasi un professionista su quattro (25 per cento) è pagato puntualmente secondo quanto concordato;
con redditi bassi, natura del lavoro intermittente e garanzie contrattuali scarse, per il 71,1 per cento dei lavoratori dello spettacolo l’accesso al credito viene negato. La grande maggioranza, inoltre, non è iscritta ad alcuna cassa di previdenza complementare,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di:
a) intervenire sulla problematica esposta in premessa definendo strategie e strumenti volti alla tutela dei lavoratori del settore troppo spesso esposti ad abusi ed iniquità;
b) istituire un tavolo tecnico con il Ministero dei beni e delle attività culturali, il Ministero dell’economia e delle finanze nonché il Ministero del lavoro e delle politiche sociali al fine di concertare le possibili soluzioni alle problematiche esposte in premessa.
9/924-A/65. Carbonaro, Azzolina, Acunzo, Bella, Casa, Frate, Gallo, Lattanzio, Mariani, Marzana, Melicchio, Nitti, Testamento, Torto, Tuzi, Villani.

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