L’europarlamentare Ferrara: Mezza Calabria è in proceduta d’infrazione

10 ottobre – Secondo l’europarlamentare Laura Ferrara (M5S) «Mezza Calabria è in procedura d’infrazione per le gravi carenze del sistema depurativo». La Ferrara sta seguendo da tempo il problema della depurazione in Calabria in relazione alla procedura d’infrazione n. 218 dello scorso anno.
L’ultimo intervento riguarda proprio la lista degli agglomerati in infrazione. «Attraverso il Ministero dell’Ambiente siamo riusciti ad ottenere l’elenco degli agglomerati calabresi interessati da questa ennesima procedura d’infrazione – ha detto la Ferrara -, la quarta per l’Italia. Ben 48 i comuni della nostra regione che presentano non conformità nel sistema di raccolta e trattamento delle acque reflue. Un numero sconfortante che va ad aggiungersi ai 13 agglomerati già condannati a seguito della sentenza della Corte di giustizia europea del 2012, e per la quale dobbiamo pagare una multa salata di 25 milioni di euro e una sanzione di oltre 30 milioni per ogni semestre di ritardo nell’attuazione di misure necessarie per conformarsi alla sentenza. Ci sono poi 108 agglomerati coinvolti nella procedura d’infrazione 2014/2059 ed ora, questi ulteriori 48, sparsi per tutto il territorio regionale. Quasi duecento impianti depurativi che non funzionano a regime o che necessitano di importanti opere di riefficientamento, il tutto a spese della salute dei cittadini e danni ambientali di non poco conto. Non bastano più gli annunci e i finanziamenti a pioggia. Questi numeri sono allarmanti e ai calabresi bisogna dire la verità. Non basta lanciare la notizia del cronoprogramma degli interventi da finanziare. Bisogna dire ai cittadini che secondo quel piano i primi pochi risultati, arriveranno solo alla fine del 2020 e per gli altri ci vorrà addirittura il 2023. Ai calabresi bisogna raccontare, inoltre – conclude l’europarlamentare – che fino a ieri chi doveva evitare un sistema di depurazione colabrodo, chi doveva controllare, monitorare e tracciare i milioni di euro spesi nel comparto, non lo ha fatto ma non pagherà per questo, pagheremo invece noi e purtroppo non solo in termini economici». (rp)