Dopo due anni di stop a causa della pandemia, a Civita tornano le Vallje, «evento clou della Pasqua Arbëreshe e, soprattutto, l’evento più importante per la comunità civitese, che ha conservato nel tempo tradizioni e riti di grande spettacolarità e di intenso contenuto emotivo», ha spiegato il sindaco di Civita, Alessandri Tocci.
«Le Vallje – ha proseguito – attirano ogni anno una moltitudine di fedeli e di turisti, anche stranieri. Un “ritorno”, dopo due anni di pandemia, alle nostre tradizioni che sarà salutato anche con la presenza di un ospite d’onore d’eccezione, il presidente della Repubblica d’Albania, Ilir Meta, che, a nome dell’intera comunità civitese, ringrazio infinitamente per aver deciso di onorarci della sua presenza, così come ringrazio sentitamente l’ambasciatrice Anila Bitri».
«Con la fine dello stato di emergenza – ha detto ancora il primo cittadino – anche per i cittadini di Civita è iniziato il percorso, fatto di piccoli passi, che ci deve portare verso la normalità. Siamo consci che questa “ripartenza” certamente non può significare un ritorno immediato a vivere e a comportarci come facevamo due anni fa, ma deve essere un “ritorno alla vita” cadenzato e adattato al massimo rispetto delle regole che il periodo ancora ci impone. Il Covid, purtroppo, non è stato ancora sconfitto completamente, siamo costretti, a tutto oggi, a farci i conti».
«Una “condizione”, questa – ha detto – che ha influito anche nella preparazione e nell’organizzazione delle Vallje 2022 e che influirà anche nel loro svolgimento. Quest’anno, infatti, l’esibizione delle Vallje civitesi sarà un po’ diversa da quella “tradizionale”, ma certamente non si andrà a sconvolgere la “sacralità” dell’evento. Il nostro auspicio è che già l’anno prossimo si possa tornare a vivere nella piena normalità e che quindi le Vallje potranno svolgersi nuovamente nel pieno rispetto della tradizione».
«La decisione di far esibire – ha spiegato – dopo che la manifestazione delle Vallje sarà terminata e quindi completamente fuori dal “contesto” dell’evento, un gruppo musicale arbëresh vuole essere, perché la musica è vita, un auspicio per un ritorno completo alla vita. Ringrazio, fin da ora, chi si è speso e chi si spenderà per la buona riuscita delle Vallje. Un ringraziamento speciale lo voglio rivolgere ai componenti della Pro loco e alla sua presidente, Flavia D’Agostino, che quotidianamente si impegnano per la conservazione e, soprattutto, per la valorizzazione delle nostre tradizioni Arbëreshe, al vicesindaco Vincenzo Mastrota, al presidente del consiglio, Antonluca De Salvo, a padre Remo Mosneag, e a Demetrio Emanuele, per il circolo <Gennaro Placco>».
Quest’anno saranno presenti i gruppi: “ShënMëria e Yllthit” di San Costantino Albanese (PZ), “Katundi Joni” di San Marzano di San Giuseppe (TA), “Kreshnikët e Lirisë” di San Benedetto Ullano, “ShpirtiArbëresh” di Cerzeto, “I Coristi della Corale” di Lungro, “ShënMërtir Tamburi Band” di San Martino di Finita, “Zëmrat e Rea” di Firmo, “Vëllezërit Arbëreshë di Civita (gruppo appena rientrato da una tournèe in Grecia e magistralmente diretto da Mimmo Imbrogno) e la “Vallja Çiftjote di Civita. Al termine dell’esibizione dei gruppi si esibirà il gruppo musicale arbëresh “Peppa Marriti Band di Santa Sofia d’Epiro. Tutta la manifestazione sarà in diretta su Kontatto Radio.
Le Vallje sono delle danze coreutiche molto particolari formate da uomini e donne vestiti in costumi tradizionali Arbëreshë, guidate da “Caporali” che si snodano per le vie del paese intonando viersh, canti epici e d’amore. I costumi d’Arberia sono una parte importante, insieme alla lingua, dell’eredità che i profughi hanno portato con sé dalla Madrepatria. Quelli indossati dalle donne sono splendidi e sontuosi in raso ed oro ornati di preziosi ricami.
“La vallja di Pasqua è uno degli avvenimenti più importanti del ciclo folclorico dell’anno. In passato si svolgeva dalla domenica al martedì, attualmente sopravvive solo nella zona del Pollino, ma la sua durata è limitata al martedì”. Secondo la tradizione, le Vallje sono “la commemorazione della vittoria riportata da Giorgio Castriota Skanderbeg, il quale, alla guida di un piccolo esercito, sconfisse le armate turche guidate dal rinnegato Balabano, salvando la cittadella di Kruja il 24 aprile 1467. Secondo il calendario Giuliano in vigore in quel tempo, il 24 aprile 1467 era proprio il martedì dopo la Pasqua”. I movimenti eseguiti durante la danza rappresenterebbero “la tecnica di accerchiamento messa in atto da Skanderbeg contro l’esercito turco”. La vallja, infatti, muovendosi imprigiona i forestieri tra le sue spire, essi rappresentano i Turchi che vengono liberati, dopo aver pagato il simbolico riscatto, che nella circostanza consiste nell’offerta di liquori e dolci. Le Vallje, quindi, sono un modo per la popolazione arbëreshe di ricordare il “suo passato epico” e di rivendicare il diritto di sopravvivere nel tempo ed affermare la propria identità. “La vallja, comunque, rappresenta non una esibizione folkloristica, ma un momento importante tendente a rafforzare i lineamenti etnici, sociali e morali della gente arbëreshe”. (rcs)