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Tre colpi al cuore, copertina

Tre colpi al cuore – di Sandro Principe

di PINO NANO – Appena uscito, appena presentato dal giornalista Francesco Kostner in una assemblea di mille persone, è già un grande successo editoriale. Tre colpi al cuore –  Una vita difficile al servizio delle Istituzioni” è questo il titolo del libro scritto da Sandro Principe per la Pellegrini editore, ed in cui l’ex Sottosegretario di Stato, socialista della prima ora, ex parlamentare, ex sindaco di Rende, ex studente di Giurisprudenza alla Sapienza di Roma ai tempi in cui suo padre Cecchino dominava la scena politica italiana, racconta se stesso come nessuno avrebbe mai potuto immaginare da un uomo riservato e schivo come lui, caratterialmente forte, apparentemente scontroso, coriaceo, intollerante e “superbo”, almeno negli atteggiamenti esteriori della sua lunga militanza politica.

Un diario di bordo, forse è meglio dire un diario personale, senza dubbio è il racconto viscerale meticoloso attento severo intimo della sua vita, con dettagli nomi e location che nessuno in realtà ha mai conosciuto per intero, neanche i suoi amici più cari e più antichi, una sorta di confessione plateale, pubblica, completamente libera e coraggiosa, un volersi mettere a nudo davanti alla società che lo segue, nel bene e nel male, da sempre.

Un libro che ci offre di Sandro Principe un profilo inedito, per altro molto affascinante della sua infanzia e della sua giovinezza, diviso tra la vecchia casa di Rende e il primo anno in collegio a Roma, combattuto tra il desiderio di studiare lettere classiche e i consigli del padre “statista” che alla fine lo convince a fare giurisprudenza per non rischiare di dover fare il professore per tutta la vita, un padre dalla personalità dirompente, eternamente scomodo per lui, e con cui Sandro convive, combatte, riflette e dissente, due strade le loro diverse e lontane, che alla fine però si ritrovano e si riincontrano nel grande e unico crocevia rendese.

Una saga, come tale piena di amori e di emozioni, di conflitti e di contraddizioni, ma anche di incomprensione ataviche, ma questa è la vita di ogni famiglia piccola o grande che sia, borghese come la sua o meno borghese come tante altre. Un Sandro Principe che si rivela in questa occasione uno straordinario narratore di se stesso.

Quasi un romanzo della sua esistenza, come se all’età di 70 anni il vero protagonista della nostra storia volesse lasciare alle nuove generazioni il segno del suo lungo percorso affrontato tra gli scranni del Parlamento e la vecchia Rende, meravigliosa roccaforte di tempi passati.

I suoi amici, le sue scampagnate, le sue serate mondane, i suoi impegni istituzionali, il rapporto privilegiato con il mondo della Chiesa, due vescovi importanti che hanno attraversato e segnato la sua vita in positivo, mons. Dino Trabalzini, poi ancora mons.Salvatore Nunnari, vescovi e sacerdoti alla vecchia maniera, che non lo hanno mai lasciato solo con se stesso, neanche nei momenti di maggiore solitudine per lui.

Nel “cuore” del suo libro l’autore racconta con una lucidità che è parte integrante del suo carattere il giorno dell’attentato, un colpo di pistola secco al centro del viso, la disperazione del suo popolo, i lunghi mesi di degenza in ospedale, al Careggi di Firenze, e infine la carezza finale di Natuzza Evolo che rispetto ai medici che lo avevano dato per “spacciato” conforta la moglie rassisurandola che “Sandro si sarebbe ripreso”.

Un racconto emozionante, commovente, a tratti assolutamente coinvolgente.

Prefazione illustre per questo libro, la firma è di Claudio Signorile, uno dei “principi” del socialismo italiano di questi ultimi 60 anni di storia politica italiana, e che dopo aver tessuto le lodi di “Sandro suo vecchio amico di sempre”, usa per il libro parole ben definite: “Un libro molto importante- scrive il vecchio ministro socialista-  perché credo si inserisca a pieno titolo in quella preziosa pubblicistica che aiuta a non dimenticare fatti e persone; quanti, come senza dubbio è possibile affermare dell’autore, hanno contribuito a scrivere la storia migliore del nostro Paese”

Claudio Signorile non ha nessun dubbio in merito, e lo scrive anche con assoluta chiarezza: “I giovani devono essere aiutati a comprendere come la politica non sia un oggetto misterioso e, come strumentalmente è stato fatto credere negli ultimi decenni, uno strumento finalizzato unicamente a compiere scelte di potere o a perseguire interessi poco leciti. Al contrario, essa è l’arte nobile, ma difficile, del pensare e dell’agire in funzione degli interessi collettivi”.

Il libro si apre con un capitolo “amaro”, dal titolo “La Tragedia”, non è altro che il racconto angosciante drammatico disperato e terribile del giorno in cui alla porta di casa Principe bussano i carabinieri.

“Alle 6,15 del mattino di mercoledì 23 marzo 2016 vengo svegliato dal suono del citofono. Balzo dal letto mentre mia moglie, che ha già risposto, mi dice: “Sono i Carabinieri! Che è successo?” Ed io di rimando: “Può succedere di tutto in questo Paese”. I militari mi notificano un’ordinanza del GIP, presso il Tribunale di Catanzaro, che dispone, “bontà sua”, gli arresti domiciliari, dopo che il PM aveva chiesto la custodia in carcere. Vengo accompagnato presso il Comando Provinciale di Cosenza per il rito umiliante della fotografia e della registrazione delle impronte digitali, che oggi avviene strumentalmente”.

Vittima o carnefice?

La risposta che il romanzo ci riserva riapre il grande dibattito insoluto sui pentiti di mafia: “Ma più di ogni altra cosa valgono le chiacchiere dei pentiti (“in questo Paese che di pentiti e ripentiti ha avuto sempre abbondanza”), tutti dichiaranti de relato, a sostegno del teorema che poggia sul nulla: il niente che è niente!”

E adesso – si chiede Sandro Principe in questo suo romanzo autobiografico- chi mi restituirà l’onore?

“Chi risarcirà la mia famiglia, mia moglie, le mie figlie dagli incalcolabili danni morali ed anche materiali, quando, ne sono certo, sarà riconosciuta la mia innocenza?”

E qui, il vecchio parlamentare socialista chiede aiuto a Voltaire riportando quello che Voltaire scriveva nel suo Traité sur la tolérance à l’occasion de la mort de Jean Calas: “…Ma se un padre di famiglia innocente è caduto nelle mani dell’errore, o della passione, o del fanatismo; se l’accusato non ha altra difesa che la propria virtù, se gli arbitri della sua vita non corrono altro rischio, facendolo sgozzare, che quello di sbagliarsi; se possono impunemente uccidere con una sentenza…”.

È spietata l’analisi che Sandro Principe fa della giustizia. Scrive testualmente: “Tutto può succedere quando in una democrazia esistono poteri irresponsabili, che la rendono di fatto autoritaria”. Poi si chiede: “E se non vedessi il giorno in cui verrà proclamata la mia innocenza?”.

Ancora più impietosa è la risposta che si dà: “Tutti ricorderebbero Sandro Principe presunto mafioso, poiché Sandro Principe costruttore di città, uomo buono, colto e sensibile sarebbe vaporizzato nell’oblio. A ingiustizia seguirebbe ingiustizia. E sarebbe molto di più di ciò che già sono costretto a subire. L’onta di una mortificazione senza pari: la damnatio memoriae”.

Ecco il vero perché di questo saggio.

Sandro Principe vuole affidare alle generazioni future la storia vera del suo impegno politico, e rinvia il racconto della sua vicenda giudiziaria ad un saggio successivo: “Non parlerò  della vicenda giudiziaria che ingiustamente mi affligge. Se ne avrò forza ad essa dedicherò un altro libro. Forse l’ultimo della mia vita, che lascerò ai posteri, affinché comprendano e riflettano sui tanti modi attraverso cui può essere ingiustamente inferta una sofferenza. Un dolore. Una mortificazione. E perché, fino a quando ciò accadrà, nessuno potrà ritenere di vivere in una società degna di questo nome. In una democrazia vera. In un mondo in cui giustizia e libertà sono pilastri fondanti del vivere civile”.

Un libro dai toni forti, 267 pagine ricche di informazioni, un indice meticoloso dei personaggi incontrati e qui raccontati, dentro c’è tutta la prima e la seconda Repubblica, copia di vecchie delibere, di atti municipali, di appunti privati, e tra le tante foto storiche, bellissime quelle insieme a Sandro Pertini, una in particolare commuove più di tutto il resto, è lui insieme alle sue figlie Carolina e Rosamaria e a cui, insieme alla moglie Wally e ai nipotini Federico e Ginevra, Sandro Principe dedica questa suo testamento. Da leggere tutto, e si legge in un fiato, dalla prima all’ultima pagina.

 

TRE COLPI AL CUORE
di SANDRO PRINCIPE
Luigi Pellegrini Editore, ISBN 9791220501354