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Emozioni alla quarta edizione del Rocca Blues Festival di Roccella

Emozioni alla quarta edizione del Rocca Blues Festival di Roccella

di NINO MALLAMACI – “Radio Roccella, dal 1976 fuori dal coro”. Così si autodefinisce una realtà davvero fuori dagli schemi. Radio libera, come quelle sorte come funghi in tutta Italia proprio a metà degli anni settanta, rimasta fedele a quell’impostazione, non a caso gemellandosi con Radio Popolare di Milano.

Le emittenti in FM si sono trasformate, con l’andar del tempo, da libere a private. E non è stato soltanto un mutamento lessicale, ma di sostanza. Non è rimasto nulla del volontariato, dello spirito libertario, della passione. Solo radio in mezzo alle altre, con professionisti, musica tutta uguale diffusa a comando su pressione delle major discografiche, notiziari copia e incolla. Per tutti questi motivi, noi calabresi dobbiamo essere un po’ orgogliosi del fatto che esista una radio “old style”, nell’accezione migliore della locuzione, proprio nella nostra terra.

E non è un caso che la 4ª edizione del Rocca Blues Festival sia stata attraversata dalla commozione per la dedica speciale a due componenti del gruppo di amici che hanno costituito l’ossatura di Radio Roccella per tutti questi anni. Maurizio Cursaro e Antonio La Palerma se ne sono andati nei mesi scorsi, lasciando un vuoto enorme nella radio e nella comunità roccellese. L’appuntamento (direttore artistico Ilario Ierace) si è aperto e chiuso nel loro ricordo. I figli, insieme al presidente della radio Massimo Logozzo, li hanno ricordati mettendo in rilievo il loro spessore prima di tutto umano, e poi l’enorme passione per Radio Roccella.

E proprio quest’anno la manifestazione ha avuto la sua consacrazione, nel panorama calabrese e non solo, per l’altissima qualità dei gruppi che hanno calcato il palco di Largo Colonne Rita Levi Montalcini, con alle spalle il mare Jonio. Nel villaggio del blues anche gli stand con prodotti enogastronomici locali, scelta dettata dalla volontà di ancorare un genere musicale nato nei campi di cotone degli Stati Uniti alla terra di Calabria. Ogni serata è stata aperta dal dj Tony L in consolle con le musiche e le voci dei bluesman che hanno fatto la storia. Su tre di loro, i Re del Blues B. B., Albert e Freddy King, si sono focalizzati i racconti per parole, musica e immagini di Gianfranco Piria, conduttore ed ideatore della trasmissione Me&Blues. Con la regia di Mimmo Grollino e Pietro Commisso, e la conduzione di Manuela Cricelli e Nicola Procopio, i concerti sono stati trasmessi in  diretta video e audio (per chi li volesse vedere https://www.youtube.com/watch?v=NUpg9ePBKqk https://www.youtube.com/watch?v=mC2sowpz5cQ https://www.youtube.com/watch?v=iAiTqrKb3C0 ) e hanno avuto come protagonisti Umberto Porcaro blues band, Gloria Turrini Trio e Riccardo Grosso blues band.

La prima è un trio dove spiccano la chitarra e la voce di Porcaro, che è riuscito a coronare il suo sogno di suonare con grandi artisti blues internazionali, e l’organo hammond di Giulio Campagnolo, con alla batteria Federico Patarnello. Gloria Turrini, dal canto suo, ha messo in mostra una voce potente e ricca di sfumature, degna della migliore tradizione vocal del blues e del gospel Usa; tra l’altro, nel trio (chitarra Riccardo Ferrini, Simone Scifoni piano) la Turrini è anche impegnata a suonare la batteria, il che non fa che accrescere le difficoltà nel cantare.

La chiusura del festival è stata davvero trascinante, grazie soprattutto, senza nulla togliere agli altri musicisti (Flavio Paludetti chitarra, Massimo Fantinelli basso, Cristian Cecchetto batteria) all’armonica, alla voce e alle doti di performer di Riccardo Grosso. Non sorprende che sia stato attenzionato da artisti quali Canned Heat, Blues Brothers band, e Charlie Musselwhite, suo mentore. È stato anche  recensito molto positivamente dalla stampa specializzata internazionale, è in tour in Europa dal 2012 può vantare un curriculum con spettacoli negli Stati Uniti. Dichiara di ispirarsi a Little Walter, Paul Butterfield, Junior Wells, Sonny Boy II e Charlie Musselwhite, ma il suo suono è davvero originale e, soprattutto, pieno di energia dirompente, molto apprezzata dal pubblico di Roccella.

Da sottolineare infine, in tempi in cui la fruizione della musica dal vivo è contraddistinta dai prezzi esosi dei biglietti, la gratuità dei concerti, ciò in ragione dell’enorme impegno dei volontari della radio e del supporto del Comune di Roccella e dei tanti sponsor locali. Anche in questo, Radio Roccella è decisamente “fuori dal coro”. (nm)