Il Coordinamento di Uil Artigianato Calabria, ha chiesto al Governo «di bruciare le tappe, di fare presto, e mettere sul piatto i 326 milioni di euro mancanti, di cui quasi sette da destinare alle aziende calabresi, per coprire le quattro mensilità arretrate spettanti ai circa 10 mila lavoratori artigiani calabresi».
La richiesta è giunta dalla riunione del coordinamento regionale, svoltosi in modalità online, a cui ha partecipato anche il presidente nazionale del coordinamento artigianato, Mauro Sasso.
«Al centro della discussione – si legge in una nota del coordinatore regionale, Benedetto Cassala e del segretario generale Uil Calabria, Santo Biondo – i vari aspetti sindacali che ruotano attorno al mondo produttivo dell’artigianato. Un settore che, in Calabria, è caratterizzata da un’importante presenza di imprese, soprattutto medie e piccole, che in questi anni si sono ritagliate un grande spazio di visibilità grazie alla loro professionalità, finendo per diventare un vero e proprio brand per il territorio. Aziende, molte a carattere familiare, che però non hanno avuto la giusta attenzione da parte dell’istituzioni e della politiche e che, davanti all’incedere impietoso della pandemia da Covid-19, hanno disvelato tutta la loro fragilità.In questo contesto, comunque, anche grazie al fondo di solidarietà Fsba – almeno nella prima fase dell’emergenza pandemica – il sistema ha retto grazie all’azione di protezione del reddito dei lavoratori artigiani che, attraverso la cassa Covid, ha registrato una maggiore velocità di erogazione, anche rispetto agli strumenti messi in atto dal Governo. Adesso, però, il sistema si è inceppato e, ad oggi, si registra qualche rallentamento e le aziende hanno maturato un arretrato di quattro mesi – riferito ai mesi di gennaio, febbraio, marzo e aprile 2021 – nell’erogazione dell’ammortizzatore sociale».
«Durante la riunione, poi – continua la nota – è emersa la necessità di attivare un confronto puntale e costruttivo fra le parti sociali e l’amministrazione regionale calabrese finalizzato ad irrobustire, anche attraverso un’attenta programmazione del Por Calabria e delle risorse complementari nazionali, la dote di risorse da destinare a questo importante settore per lo sviluppo dell’economia regionale e, soprattutto, per evitare che lo stesso possa rimanere attardato sull’atteso percorso di ripartenza economico e sociale di tutto il Paese. Un altro punto fondamentale della discussione è stato quello della campagna di vaccinazione sui luoghi di lavoro, nella consapevolezza che la Calabria non può non cogliere questa opportunità che, questo è chiaro, porterebbe con se due grandi opportunità: quella di ampliare i numeri della campagna vaccinale e, contemporaneamente, quella di alleggerire l’affanno della stessa dalle strutture sanitarie pubbliche».
«Il Coordinamento regionale della Uil artigianato, anche in questo sostenuto dal Responsabile nazionale Mauro Sasso – si legge ancora – ha espresso forte preoccupazione per la realizzazione fattiva di questo obiettivo, alla luce soprattutto del sistema produttivo dell’artigianato calabrese che, come si ricordava in premessa, è fatto per lo più di imprese di medie e piccole dimensioni che, di certo, non hanno la possibilità di sostenere con mezzi propri la campagna di vaccinazione in azienda e, quindi, saranno costrette a rivolgersi a strutture sanitarie private, all’Inail o agli enti bilaterali».
«Per questo, il Coordinamento regionale della Uil artigianato Calabria – viene spiegato – ha chiesto alla Regione di mettere in atto, rapidamente, il protocollo nazionale di vaccinazione sui luoghi di lavoro, chiamando in causa tutte le parti interessate, perché i lavoratori dell’artigianato non possono essere assolutamente esclusi da questo processo, esclusione che se si realizzasse finirebbe per inficiare il collaudato sistema solidaristico. Naturalmente, al centro della discussione vi è stata anche la necessità di aumentare la sicurezza sui luoghi di lavoro, tema rilanciato a livello nazionale con la campagna della Uil #ZeroMortiSulLavoro fortemente voluta dal Segretario generale Pierpaolo Bombardieri, un tema che riveste una fondamentale importanza soprattutto in Calabria, una regione che in questi anni, purtroppo, è stata sempre in vetta alle statistiche nazionali sui casi di morti bianche e che ha bisogno, anche nel settore dell’artigianato, di condizioni di lavoro duraturo, qualificato e legale e di forti investimenti in sicurezza e formazione».
«In riferimento a questo aspetto – prosegue ancora la nota – unitariamente Uil Cgil Cisl Calabria hanno chiesto alla Regione di creare una commissione sulla prevenzione e sulla sicurezza all’interno dei luoghi di lavoro all’interno del Dipartimento regionale salute. In ultimo, ma non per ultimo, al centro della discussione fra i vertici nazionali e regionali della Uil artigianato, vi è stato anche il tema della contrattazione di secondo livello sostenendo l’importanza di estendere queste dinamiche anche sul tessuto produttivo calabrese, superando quelle diffidenze che hanno portato a sensibili rallentamenti nella loro applicazione che hanno finito per sottrarre ai lavoratori del comparto benefit e tutele già godute dai loro colleghi in altre parti della Nazione».
«La Uil artigianato calabrese – conclude la nota – è convinta che sia necessario avviare un ragionamento approfondito con le parti datoriali, finalizzato a dare corpo e sottoscrive un protocollo condiviso per il rafforzamento della contrattazione di secondo livello anche in Calabria. L’impegno della Uil artigianato della Calabria, infine, proseguirà con una campagna di sensibilizzazione, ascolto e affiancamento, portata avanti con il supporto della struttura nazionale del Coordinamento nazionale, di tutte quelle realtà produttive operanti nel territorio calabrese». (rrm)