La telemedicina, per l’Associazione BeCal, è una vera e propria opportunità. Per questo ha lanciato una campagna di raccolta informazioni rispetto le esperienze degli operatori sanitari coinvolti in continuità assistenziale.
Una iniziativa lanciata all’interno del Position Paper Telehealt, in cui l’Associazione si è interrogata sulla possibilità di instituire un hub di refertazione metropolitano in collegamento con le continuità assistenziali per la telerefertazione di tracciati elettrocardiografici (ECG).
«La Telemedicina rappresenta il futuro della sanità di prossimità – ha dichiarato Stefano Candido, membro di BeCal e proponente del position paper –. Il Pnrr ci chiede di concentrare gli sforzi di progettazione in questa direzione, visto che è stato addirittura è stata destinata un’intera componente della Missione 6 – salute. Bisogna strutturare azioni complementari ed integrabili con la tradizionale pratica clinica, in grado di affrontare il bisogno di salute dei cittadini e diventare fondamentale per garantire una risposta più tempestiva, nonché per assicurare equità di accesso alle cure in luoghi remoti o distanti dai centri erogativi».
Il presidente Valerio Arcobelli, ricordando il contenuto del position paper, ha ricordato come «l’Associazione BeCalsi è interrogata durante l’anno 2021 rispetto al tema delle distribuzioni di Continuità Assistenziali (c.d. CA ex Guardie Mediche) nel territorio della Città Metropolitana di Reggio Calabria evidenziando un numero totale di circa 70 CA. Sebbene il fabbisogno rispetta il numero di guardie mediche disponibili sul territorio, il numero dei pronti soccorsi è sicuramente inadeguato per una popolazione di circa 550 mila abitanti».
In seguito all’epidemia da Covid-19 il Sistema sanitario nazionale ha dovuto affrontare un aumento delle richieste di servizi in emergenza e terapia intensiva tale da far presupporre il superamento delle proprie capacità. I servizi di pronto soccorso e accettazione svolgono un ruolo fondamentale nella gestione degli accessi dei potenziali casi di Covid 19, assicurando, con percorsi dedicati, il triage appropriato e l’isolamento dei sospetti. La necessità di fornire risposte rapide attraverso i servizi di pronto soccorso ha costretto gli ospedali a modificare il proprio assetto, soprattutto attraverso la ristrutturazione dei percorsi in emergenza, la ridefinizione delle procedure di triage e la ridistribuzione del personale sanitario.
«In qualità di membro della Società di Telemedicina della regione Calabria, il messaggio che vorrei passasse è che la telemedicina debba essere considerata il connubio tra innovazione scientifica e tecnologica, con l’obiettivo di promuovere la prossimità delle cure, portando nei luoghi più remoti la tecnologia, assicurando così un servizio al cittadino anche nelle realtà più isolate», ha aggiunto Giulia Pensabene, specializzanda in Oncologia Medica e nuovo membro di BeCal. E conclude evidenziando alcune criticità.
«Sebbene ci siano esempi virtuosi rispetto l’utilizzo di questi servizi – ha spiegato – ancora non siamo del tutto pronti, basti pensare al fascicolo sanitario elettronico che purtroppo non è partito in maniera compita. È uno strumento che dovrebbe essere continuamente implementato in primis per una migliore gestione dei bisogni di assistenza e chiaramente anche per un risparmio di risorse. Inoltre è necessario formare il personale sanitario, poiché la telemedicina è utile laddove si inserisce in un contesto territoriale qualificato».
La speranza è che gli organi istituzionali sappiano fare tesoro delle risorse del Pnrrper proporre nuovi modelli di cura a misura di pazienti, e contrastando le difficoltà del territorio calabrese. (rrc)