di GIACOMO SACCOMANNO – L’incontro in Calabria con il Ministro Roberto Calderoli su Autonomia differenziata: grande opportunità, un momento di trasparenza e verità, presso l’Hotel 501 di Vibo Valentia, è stato un momento di vero confronto e di conferma della validità e dell’opportunità offerta per la crescita del Sud, che finora non è riuscito ad essere adeguatamente valorizzato ed a utilizzare al meglio le proprie risorse e concretizzare le tante aspettative esistenti, specialmente nei giovani.
Dopo il confronto tra il ministro ed i segretari-commissari delle regioni meridionali che hanno manifestato la necessità di una maggiore presenza del partito sui territori, si è affrontato il tema dell’autonomia differenziata, dinnanzi ad una platea gremita, che rappresenta uno strumento di possibile sconvolgimento dei territori per il cambiamento radicale della politica. Tutti hanno concordato sulla situazione di difficoltà in cui versa il mezzogiorno e sull’esistente ed innegabile gap con le regioni del centro-nord. Divario che non si è riusciti a colmare, pur in presenza di importanti risorse che l’Europa ha riconosciuto negli ultimi decenni. Mancanza di visione strategica, assenza di progettualità, carenza di adeguate risorse umane, macchina burocratica inadeguata, hanno, nel tempo, impedito un percorso virtuoso, costringendo, spesso, alla restituzione delle ingenti risorse messe a disposizione.
Oggi il Sud ha la possibilità, in poco tempo, di cercare di colmare il divario: ci sono le risorse, i tempi sono stati contingentati con il Pnrr, lo Stato sta lavorando per sostenere questo percorso, ma non sembra, però, che ci sia un’adeguata organizzazione, specialmente nei piccoli comuni. In tale contesto, l’autonomia differenziata potrebbe essere il grimaldello per rompere un sistema di mancata adatta gestione della cosa pubblica. Tutte le contestazioni della sinistra sono “aria fritta”, in quanto: a) il progetto di legge è stato completamente modificato ed adattato alle esigenze del territorio; b) la spesa storica è stata superata; c) le risorse ci sono e possono essere immediatamente utilizzate per coprire l’esistente divario; d) l’intento della proposta è quella di unire le due Italie e riportarle a parità come servizi ed opportunità; e) l’autonomia consente di scegliere le materie, indicate nella legge, per le quali le regioni possono chiedere ed ottenere appunto la gestione diretta; f) il resto delle materie continuerà ad essere gestito dallo Stato; g) i territori potranno diventare virtuosi e consentire ritorni a favore dei cittadini; h) la macchina burocratica e la classe dirigente non possono più improvvisare.
In sostanza, un percorso che consente forti miglioramenti e che potrebbe anche portare risultati positivi al Sud ed alla Calabria, ma solo in un’ottica di efficienza e capacità amministrativa. In tale contesto, quindi, è indispensabile che i territori qualifichino i propri dipendenti e che la politica indichi soggetti preparati e che possano, veramente, fare la differenza.
Una scommessa importante che potrà, se compresa ed applicata correttamente, stravolgere in positivo il Mezzogiorno, se tutti remeranno nella stessa direzione. Al massimo, nel caso in cui non si riuscisse ad applicarla adeguatamente, si rimarrà nelle attuali condizioni e, quindi, si perderà forse l’ultima possibilità per cercare di rendere i nostri territori vivibili e con gli stessi servizi ed opportunità esistenti nelle regioni del Centro-Nord. (gs)
[Giacomo Saccomanno è commissario regionale della Lega]