Nuove ombre sul Porto di Gioia Tauro? E’ quello che temono dal sindacato Orsa che esprime le proprie preoccupazioni in una nota.
«Leggiamo una nota stampa riguardante il Porto di Gioia Tauro – è scritto nel comunicato – che non può che farci intervenire con forte determinazione e altrettanta preoccupazione. Non è ancora scemato l’allarme per l’applicazione dell’Ets, la famosa tassa europea sulle emissioni inquinanti, che provocherebbe inevitabilmente un pericoloso contraccolpo alla produttività dell’unica vera industria calabrese, che una nuova tegola si abbatte sui porti nazionali e quindi ancora una volta su Gioia Tauro. In definitiva un nuovo codice doganale, sempre della ormai superficiale commissione europea, arrecherebbe un grave nocumento per il transhipment che, come si ricorderà, è alla base del traffico nel citato porto calabrese».
«L’OrSA Confederale Calabrese, attraverso il proprio Segretario Generale Calabria – continua la nota – raccoglie il grido di allarme lanciato dal segretario generale di Assarmatori secondo cui tale provvedimento costituirebbe una drastica riduzione dei tempi di transhipment, ossia del trasbordo delle merci dalla nave madre alle piccole navi. Il tempo previsto attualmente consente il trasbordo in modo accettabile, per contro con questo nuovo indirizzo, l’Ue ridurrebbe a pochissimi giorni tale tempo, il che danneggerebbe in modo irreversibile la nostra infrastruttura».
Conclude il sindacato: «L’OrSA Confederale Calabria, attraverso il proprio segretario Vincenzo Rogolino ha contattato tempestivamente la propria rappresentanza sindacale insistente nel suddetto porto, al fine di valutare, qualora non pervenissero notizie positive, ogni iniziativa tesa alla tutela dello storico Porto di Gioia Tauro e alla salvaguardia delle maestranze in loco presenti. Si è, altresì, deciso di inviare una nota al Ministro dei trasporti e delle Infrastrutture affinchè affronti e blocchi con risolutezza questo nuovo tentativo europeo di danneggiare i nostri porti a favore di quelli del nord africa dove tali inique normative non potranno trovare applicazione». (rrc)