Domani pomeriggio, a Catanzaro, alle 17.30, nello Spazio Coriolano Paparazzo, si terrà l’incontro-dibattito sull’Inadeguatezza degli strumenti attualmente utilizzati per promuovere la cultura dell’accettazione del disturbo mentale col prof. Venturino Lazzaro, direttore del centro clinico San Vitaliano e Amalia Bruni, scienziata di fama internazionale per essere stata tra le prime a scoprire il gene più diffuso dell’Alzheimer e Componente Terza Commissione Sanità, Attività sociali, culturali e formative.
L’evento rientra nell’ambito della mostra Tu interni, io libero di Gian Butturini e ospitata nella nella Galleria “Coriolano Paparazzo” e visitabile fino al 22 novembre.
L’esposizione è composta da 35 scatti in bianco e nero di Butturini tratte dall’ampio reportage realizzato tra Trieste e Gorizia nel 1977 quando il fotografo bresciano fu invitato direttamente dallo psichiatra Franco Basaglia – a cui è attribuita la paternità della legge 180 – a documentare che cosa si stava facendo, in maniera del tutto sovversiva, per accompagnare i malati di mente nel nuovo percorso di vita.
A distanza di quasi cinquant’anni dalla riforma libertaria, l’esposizione offre l’occasione di organizzare eventi di approfondimento e discussione sull’eredità e sull’attualità del pensiero e dell’azione di Basaglia, per continuare il suo l’impegno, per dimostrare ancora che “l’impossibile può diventare possibile”.
Le riflessioni condivise durante il primo incontro da esponenti del mondo della Sanità e delle organizzazioni sociali che operano sul territorio – tra cui Maurizio Puca e Isolina Mantelli del Centro Calabrese di Solidarietà – hanno messo in luce le criticità che ruotano intorno all’assistenza medica e all’approccio a questa tipologia di “malati”.
Se a Basaglia va infatti riconosciuto il merito di aver rivoluzionato la storia delle cure psichiatriche in Italia e di aver fatto capire che dietro al disagio mentale, c’è sempre una persona con dei diritti, è anche vero che nel corso degli anni sono emerse tante lacune. Se molto è stato fatto, molto ancora resta da fare per far sì che si costruisca una rete efficiente di servizi per la salute mentale.
Oggi l’Italia destina solo il 2,75 % della spesa sanitaria al disagio psichico. Eppure la domanda appare crescente: l’Organizzazione mondiale della Sanità ha registrato un incremento del 30% delle patologie mentali, vale a dire che queste sono più diffuse di quelle cardiache. (rcz)