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Il libro Epitaffi greci

REGGIO – Presentato il volume “Epitaffi greci – La Spoon River ellenica”

A Reggio, nei giorni scorsi, nella sala conferenze del Palazzo Museale, è stato presentato il libro Epitaffi greci – La Spoon River ellenica di W. Peek, con la traduzione e il commento di Franco Mosino.

L’evento, organizzato dall’Associazione “Amici del Museo” in collaborazione con l’Associazione Apodiafazzi, è cominciato con l’intervento del prof. Carmelo Nucera, presidente dell’Associazione Apodiafazzi, che ha tratteggiato la figura del prof.  Franco Mosino, studioso reggino di grande livello, noto per i suoi importanti e apprezzati contributi culturali, specialmente nel campo della grecità classica e di quella presente nel territorio reggino.

L’incontro, arricchito dalla lettura delle pagine più significative del libro, a cura degli studenti del Liceo Da Vinci, è proseguito con l’intervento del prof. Emanuele Lelli, curatore dell’edizione, che ha ricordato  i vari momenti del percorso che l’opera di Mosino ha compiuto, da quando l’autore gli consegnò i faldoni dell’imponente lavoro di ricerca, fino alla pubblicazione, avvenuta quando lo studioso era, purtroppo, già scomparso.

Il prof. Filippo Arilotta, invece, ha illustrato ampiamente il volume, ricco di oltre mille e cinquecento epitaffi greci, dal VI sec. a.C. al V d.C., raccolti a suo tempo dal ricercatore tedesco W. Peek, e tradotti in italiano da Mosino. Ne emerge la preziosità della ricerca, che fa conoscere il mondo antico attraverso i testi delle epigrafi tombali. Il relatore, con accurata selezione dei testi, fa risaltare la ricchezza di contenuto dell’opera.

La prof.ssa Minella Bellantonio ha letto, invece, due di questi epitaffi, che citano la nostra Rhegion. Uno, risale all’anno 433 a.C, ed è stato ritrovato nel Ceramico, la nota necropoli ateniese, mentre il secondo, del II secolo d.C., è stato scoperto a Roma nella necropoli Barberini.

Ai contenuti e al significato di queste testimonianze, è intervenuto il prof. Francesco Arillotta, chiudendo l’incontro. Egli ha evidenziato che, nella lapide romana, Reggio è significativamente definita ricca di acqua, con chiaro richiamo a quella sua straordinaria caratteristica di centro urbano attraversato da torrentelli, che alimentavano le sue numerose terme. Quanto alla lapide ateniese, essa ricoprì le spoglie di Sileno, componente della delegazion che stipulò in quell’anno una alleanza con Atene. In quella lapide, si dice, che Silemo veniva dalla felice Reggio.

«Una denominazione suggestiva che – ha commentato il prof. Arilotta – arricchisce la nostra Storia». (rrc)