Per Alessia Bausone, componente C.d.a. Fondazione ‘Corrado Alvaro’, «la riforma della legge elettorale calabrese rappresenta un fatto indubbiamente storico».
«L’inserimento della doppia preferenza e delle quote di genere – ha aggiunto – ossia quegli strumenti di riequilibrio, già profondamente rodati a livello nazionale, che mirano a promuovere una maggiore presenza femminile nelle istituzioni tentando di abbattere quel muro di cristallo e quella coltre di sostanziale “maschilità” della politica regionale, era un atto atteso da quasi un decennio nella nostra Regione».
«La Campania – ha proseguito la Bausone – è stata una delle prime regioni a dotarsi di una legislazione in tal senso nel lontano 2009, la Calabria arriva al risultato solo nel 2020, nonostante l’obbligo legislativo nazionale vigesse dall’inizio del 2016. Tanto è stato l’ostracismo e l’interessata ritrosia dei baroni delle preferenze e del notabilato politico di destra e di sinistra. Molti sono stati i teatrini della vecchia politica che hanno ballato sulle speranze e le legittime aspettative delle donne calabresi, impegnate nella scorsa legislatura regionale a pungolare un’assise fondamentalmente ipocrita».
«È facile ricordarsi – ha detto ancora – l’alternarsi di proposte e tattiche dilatorie a palazzo Campanella prima per non far calendarizzare la legge proposta (e abbandonata per strada) dalla democratica e progressista (ad horas) Flora Sculco per poi arrivare, addirittura, a bocciarla con voto palese il 15 aprile 2019 all’insegna di una discussione politica consiliare che nei contenuti si potrebbe sintetizzare con “donna schiava, zitta e lava”. Senza dimenticare la proposta di legge analoga ad iniziativa dei consigli comunali che ho redatto e fatto approvare nella assise consiliare del capoluogo di Regione grazie all’intervento dei consiglieri Manuela Costanzo e Demetrio Battaglia. Proposta che fece il giro della Calabria approdando anche a San Luca e lì venendo approvata all’unanimità tra applausi e inviti ad un riscatto politico femminile, ma puntualmente ignorata financo dall’ex presidente del consiglio regionale Nicola Irto, che era tenuto da Statuto a calendarizzarla».
«C’è da dire, però – ha evidenziato – che oggi la destra al governo che l’anno scorso era (formalmente) all’opposizione non si è certo svegliata con il desiderio innovativo di mutare la legge elettorale adeguandola alla legislazione nazionale. La questione, l’odierno presidente del consiglio Domenico Tallini, l’ha esposta con un palese outing nell’ultima seduta: “non si può evitare l’umiliazione di un intervento del governo».
«Difatti – ha detto Alessia Bausone – i ministri per gli affari regionali Francesco Boccia e la ministra per le Pari Opportunità Elena Bonetti avevano provveduto a diffidare la Regione Calabria avendo pronto un intervento sostitutivo del Governo nazionale come già successo in Puglia e come da me in precedenza sollecitato grazie all’apporto di alcuni parlamentari nell’ormai lontano 2018».
«Insomma – ha concluso – Palazzo Campanella era accerchiato e l’unanimità pelosa che si è avuta un consiglio è stata solo il venir fuori di un principio chiaro che deve essere tenuto a mente da tutti gli attori politici: la legge si rispetta. E di questo non possiamo che ringraziare il Governo Conte bis». (rrm)