Il consigliere regionale dei Democratici Progressisti, Antonio Billari, si schiera al fianco dei cittadini di Cardeto, che protestano a seguito della decisione di Poste Italiane di aprire al pubblico, solo tre volte a settimane, l’ufficio locale.
Infatti, a causa delle limitazioni imposte non tanto dall’emergenza sanitaria quanto dalla scelta della direzione di Poste Spa, l’ufficio di Cardeto, nonostante la massiccia presenza di utenti, apre al pubblico solo tre volte alla settimana e in quei giorni naturalmente si verifica una concentrazione di persone tale da creare code e assembramenti in attesa del proprio turno.
«L’emergenza Covid – si legge in una nota – non può essere affrontata con la strategia dei giorni alterni. Per diminuire i contagi, le chiusure vanno effettuate per un periodo continuativo, mentre con i giorni alterni si concentrano le ore e si crea un afflusso doppio del pubblico nei momenti del servizio».
«Oltre a sicuri assembramenti – prosegue la nota – la chiusura dell’ufficio postale a giorni alterni crea disagi continui ai cittadini dello stesso Comune, la cui posizione geografica rende la fruizione del servizio postale disomogenea. Bisogna, inoltre, considerare che il territorio è molto vasto e che vi sono frazioni che distano più di 10 km dall’ufficio postale. Tale conformazione crea un disagio nel disagio, infatti, quando a Cardeto è chiuso, tanti cittadini devono percorrere più di 20 di km per arrivare a quello più vicino. Tutto questo resta possibile se si è automuniti, perché il trasporto pubblico è ridotto al lumicino».
Un’emergenza, quella Covid, che ha rivoluzionato anche le scadenze consolidate come il pagamento delle pensioni, che Poste Italiane, per evitare pericolosi assembramenti, ha spalmato su più giorni con un solo sportello aperto. Quindi, chi intende incassare la pensione dovrà seguire una turnazione alfabetica. Va da sé che può capitare che nel giorno in cui il pensionato deve recarsi allo sportello in base alla lettera del suo cognome, l’ufficio non sia aperto o che non si riesca a smaltire la lunga coda che si crea.
«Gli assembramenti – ha spiegato il consigliere Billari – potrebbero essere evitati se l’ufficio di Cardeto riuscisse ad adeguarsi con l’apertura di almeno due sportelli, con modalità che garantiscano la piena sicurezza degli utenti e del personale. Senza parlare del fatto che, in questo momento, non si fa più la fila all’interno dell’ufficio, ma la si fa fuori all’esterno e parecchie volte al freddo in quanto possono entrare contemporaneamente in Posta solo poche persone per volta».
«C’è da dire, poi – ha proseguito Billari – che l’alternativa di ritirare la pensione agli sportelli automatici non è sempre semplice come dovrebbe. Non è, infatti, ammissibile che al giorno d’oggi occorra spostarsi per prelevare danaro perché l’ufficio è chiuso, il Postamat non funziona e per ripararlo occorrano 10 giorni».
«Nell’auspicare che Poste Italiane – ha concluso il consigliere regionale – si faccia carico dei disagi vissuti nei piccoli centri, abitati soprattutto da pensionati, si prenda in considerazione la richiesta dei cittadini di Cardeto per garantire il servizio fruibile tutti i giorni così come è stato per decenni e decenni fino all’inizio del 2020». (rrc)