di ANTONIETTA MARIA STRATI – Il Pnrr è una sfida, oltre che opportunità, che la Calabria non può permettersi il lusso di lasciarsi scappare o di gestire in maniera goffa e disattenta, per questo la proposta avanzata dal presidente di Anci Calabria, Marcello Manna, di istituire una cabina di regia regionale, è da sostenere e da rendere concreta.
Per Manna, infatti, la cabina di regia servirebbe per «mettere a fuoco le necessità dei territori e, nella stessa misura, per armonizzare quanto previsto nel Pnrr con il Por in corso di definizione, per evitare inutili duplicazioni. Serve rafforzare gli aspetti legati alle competenze investendo sulla formazione, soprattutto di giovani e donne. Sarà importante predisporre progetti strategici capaci di fare sintesi dei molteplici obiettivi di crescita e sviluppo, di cui soprattutto la Calabria e tutto il Mezzogiorno hanno bisogno».
Una proposta, quella avanzata dal presidente Anci che, unita al lavoro dei Dipartimenti delle Università – grazie al protocollo che lo stesso Manna ha proposto di sottoscrivere ai Rettori – potrebbe creare le condizioni giuste per aiutare fattivamente i Comuni a predisporre i progetti necessari per il rilancio e la valorizzazione del territorio.
Fortunato Amarelli, presidente di Confindustria Cosenza, «realizzare progetti concreti e cantierabili rispetto ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sarà la vera sfida a cui siamo chiamati tutti, imprenditori e amministratori. Serve farsi trovare pronti e lavorare insieme individuando azioni congiunte perché è solo così che i fondi potranno arrivare per essere utilizzati. Il Piano non contiene solo una ripartizione di risorse, ma una vera e propria immagine di futuro per la prossima generazione europea, disegnata intorno ai concetti di transizione, economia circolare e sostenibile, rivoluzione digitale, superamento delle iniquità territoriali, sociali e di genere».
Per Giovan Battista Perciaccante, presidente dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili per la Calabria e Cosenza «il Pnrr dovrà coniugare crescita e coesione territoriale, riducendo i divari fra le regioni d’Italia, a cominciare da quello infrastrutturale, con il prolungamento dell’Alta Velocità ferroviaria sulla Salerno – Reggio Calabria, con il potenziamento e la modernizzazione del porto di Gioia Tauro, l’ultimazione del sistema autostradale, il completamento della 106 Jonica, l’implementazione delle principali trasversali, l’infrastrutturazione delle Zone Economiche Speciali, la realizzazione di un robusto piano di edilizia scolastica, la digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni e del sistema produttivo, la costruzione di ospedali, la messa in sicurezza del territorio, il potenziamento delle infrastrutture idriche, la tutela del patrimonio storico ed artistico».
La discussione, moderata da Rosario Branda, direttore di Confindustria Cosenza, ha registrato anche il saluto dell’Assessore comunale Veronica Buffone e l’intervento del professore ordinario di Economia Applicata dell’Università della Calabria Domenico Cersosimo che ha svolto la relazione tecnica, evidenziando le criticità di un Piano che prevede linee già tracciate, tempi stretti ed assenza di monitoraggio, una asimmetria tra investimenti e spesa corrente, in uno con le opportunità che possono derivare da un dialogo serrato e costruttivo tra tutte le parti.
Per Natale Mazzuca, vice presidente di Confindustria per l’Economia del Mare, a cui sono state affidate le conclusioni, «il Pnrr è la più grande sfida che l’Italia sta affrontando, dopo la ricostruzione del secondo dopoguerra. Dobbiamo e possiamo invertire un processo ventennale in cui progressivamente il nostro Paese, e soprattutto il Mezzogiorno, si è allontanato dall’Europa».
«E possiamo farlo – ha concluso –puntando su investimenti, innovazione e sviluppo, in una logica di coesione socioeconomica e territoriale. Oltre al Pnrr, con il Piano di investimenti complementari, la programmazione dei Fondi strutturali europei e il Fondo sviluppo e coesione potremo disporre di risorse finanziarie senza precedenti. Non mancano tuttavia rischi rilevanti legati soprattutto al mancato rispetto dei tempi e all’inadeguatezza del nostro sistema politico-amministrativo».
«Ma l’ingente quantità di fondi e gli strumenti di riforma – ha concluso – possono imprimere una svolta decisiva all’efficienza della P.A., dotandola di mezzi tecnologici e risorse umane qualificate, capaci di dare opportunità reali ai giovani del Sud contro l’inaccettabile fenomeno dell’emigrazione qualificata». (ams)