di FRANCO BARTUCCI – Anche i gruppi di opposizione “Cambiamenti” del Comune di Acquappesa e “Città del Sole” del Comune di Guardia Piemontese rivolgono un appello al nuovo Presidente della Giunta regionale, Roberto Occhiuto, affinché la cittadella termale riapra al più presto possibile, perseguendo tutte le vie legittime portando al centro degli interessi regionali la questione delle Terme Luigiane.
Nel loro documento, inoltre, sostengono di avere da sempre informato la Procura della Corte dei Conti e a maggior ragione «lo faremo ora – dicono – con una relazione dettagliata affinché le colpe ricadano direttamente sui responsabili e non sui cittadini». Un documento con il quale chiedono ai due Sindaci di dimettersi per i danni creati alle due comunità.
«Abbiamo da sempre sostenuto in tutte le sedi con azioni documentate, che la linea da perseguire era l’accordo sottoscritto in prefettura nel 2019, accordo recepito all’epoca da entrambi i consigli comunali, con la presa d’atto dello stesso Vincenzo Rocchetti per il comune di Guardia Piemontese e dall’attuale sindaco Francesco Tripicchio per il comune di Acquappesa, all’epoca dei fatti assessore. Allora ci chiediamo, come si fa a rinnegare la propria firma e la propria presa d’atto in seno all’organo più supremo qual è il consiglio comunale? Chi rinnega la propria firma e le proprie posizioni passate, è capace di rinnegare tutto».
«Quindi ci troviamo – affermano i consiglieri di minoranza – di fronte a una politica inaffidabile, una politica che non può dare alcuna garanzia ai cittadini, se non quella di azioni deleterie e distruttive. Se si fosse mantenuto l’accordo o meglio se si fosse redatto il bando nei tempi utili, non saremmo giunti a un simile disastro economico e politico che lascerà segni indelebili su tutto il territorio. Riteniamo che il problema oltre ad essere politico è soprattutto di competenze a cui si sono associate azioni irrazionali senza alcuna programmazione. Con la sentenza n. 0194972021 il Tar di Catanzaro condanna i comuni di Guardia Piemontese e Acquappesa in quanto avrebbero adottato atti “illegittimi” impedendo al gestore l’esercizio dell’attività termale».
I due gruppi di minoranza dei due Comuni puntualizzano che i Giudici del Tar Calabria confermano le nostre posizioni politiche spiegando che «il termine finale dello svolgimento dell’attività Sateca non era il 31.12.2020, bensì fino all’individuazione del nuovo gestore mediante l’appalto pubblico».
«Questo era anche esplicitato nell’accordo del 2019 ed allora – si chiedono – perché si è creato questo disastro? I due sindaci, nonostante questa sconfitta che coinvolge tutti i cittadini dei due comuni, nei giorni scorsi, in un comunicato stampa si dichiarano soddisfatti delle sentenze del Tar n. 1949/2021 sui ricorsi fatti dal precedente gestore, in quanto dichiarati inammissibili ed infondati 3 dei 4 ricorsi proposti dalla Sateca».
«Anche qui – hanno aggiunto – ci soffermiamo sulla comprensione del testo, inammissibili ed infondati, significa che i giudici non sono entrati nel merito del ricorso, pertanto non ci spieghiamo tanta soddisfazione. Piuttosto dovreste ammettere, con grande umiltà, il vostro fallimento e dimettervi. Se la linea continuerà ad essere quella del passato, il nostro territorio non avrà più possibilità di redenzione, le conseguenze avranno ricadute non solo sui cittadini che dovranno pagare il danno delle azioni di due sindaci scellerati, ma anche sul territorio e sui piccoli imprenditori».
Un documento che nella sua esposizione si rivolge e fa pure un appello alle due cittadinanze.
«Pertanto, ci rivolgiamo a tutti i cittadini affinché prendano atto che la condanna del Tar e delle scelte scellerate della maggioranza, oscurate dalle loro comunicazioni su Facebook, porteranno non pochi danni economici. Con estrema onestà possiamo osservare che la confusione regna sovrana ed evidenzia un’incapacità amministrativa e scarso senso di responsabilità istituzionale fino al punto di negare la realtà».
«In questa sede chiariamo la nostra posizione, il nostro unico fine è l’interesse pubblico, la tutela del territorio dal punto di vista turistico ed economico. Il nostro obiettivo è che non vada persa una ricchezza di cui madre natura ci ha dotato, non possiamo lasciare in mano situazioni di estremo interesse collettivo a persone incompetenti. Né tantomeno possiamo permettere che i cittadini paghino le conseguenze di azioni illegittime. Da questo punto di vista ci muoveremo con una relazione dettagliata alla Procura della corte dei conti, affinché le colpe ricadano direttamente sui responsabili».
«Scelte inappropriate ed inopportune – puntualizzano nel loro documento i due gruppi di opposizione – possono pregiudicare il buon esito dell’iter per l’adozione in tempi brevi del bando che la cittadinanza aspetta ormai da troppo tempo. Capiamo anche la sofferenza dei consiglieri di maggioranza, che sono chiamati a ridosso di decisioni importanti senza conoscere i contenuti degli atti amministrativi su cui sono chiamati a votare. Il nostro giudizio su quanto è successo è negativo, le iniziative intraprese riguardanti le scelte della gestione del nostro territorio sono state assunte da singoli soggetti o giustificate come scelte dovute in quanto non si poteva procedere con il bando, scusante smentita dal Tar. L’ incapacità politica si ripercuote su tutti, cittadini, imprese, liberi professionisti, istituzioni ed associazioni dei nostri comuni e pertanto chiediamo ai Sindaci, dopo questo disastro annunciato, di rimettere il mandato».
Un appello finale è rivolto ai lavoratori delle Terme ed ai cittadini per un’adeguata presa di posizione: «Sensibilizziamo i lavoratori delle Terme che sono rimasti senza lavoro, i cittadini, le imprese, i liberi professionisti, le istituzioni e le associazioni a chiedere il conto ai due sindaci, come primo atto la richiesta delle dimissioni. Hanno messo alla gogna un territorio, hanno tolto il lavoro, hanno interrotto un servizio pubblico non attenendosi all’accordo della Prefettura del 2019. Cosa si aspetta per farsi sentire?».
Un ultimo appello va alla politica regionale, al nuovo presidente della Regione Roberto Occhiuto, che ha preso a cuore la sanità ottenendo la nomina di commissario.
«A lui ci rivolgiamo, le Terme Luigiane devono trovare una soluzione, perché sono il volano non solo di questo territorio, ma di tutta la Calabria. Lo scorso anno l’inefficienza e l’incuranza della politica regionale associata a quella locale, ha portato all’interruzione di un servizio sanitario. “Invitiamo pertanto il Presidente della regione Calabria affinché le Terme riaprono al più presto possibile, perseguendo tutte le vie legittime portando al centro degli interessi regionali la questione delle Terme Luigiane».
Intanto la Sateca ha inoltrato ai due sindaci, alla luce dei contenuti della sentenza del Tar Calabria, una lettera con la quale invita le due Amministrazioni comunali a dar corso, senza ritardo, al ripristino dello stato precedente la realizzazione dei suddetti atti illegittimi e pertanto a restituire la disponibilità delle sorgenti idrotermali e quei beni coattivamente appresi.
«Non è superfluo segnalare – si afferma nella lettera – che ogni eventuale omissione, rispetto a quanto disposto dal Tar Calabria – oltre ad integrare, in caso di mancata esecuzione dell’ordine dell’Autorità Giudiziaria, la fattispecie di cui all’art. 650 cp – comporterebbe l’incremento, ulteriormente ingiustificato e, a questo punto, certamente doloso, dei danni già realizzatisi, in pregiudizio della scrivente a Società, dei soggetti a vario titolo coinvolti, nonché del servizio pubblico illegittimamente impedito». (fb)