di SANTO BIONDO – Realizzare alleanze propositive allargate, che non siano semplici cartelli elettorali, per rivendicare attenzione verso la Calabria, su alcune priorità come la Statale 106, l’Alta velocità, la Zes, la Sanità, per evitare che il corto circuito attuale con Roma possa mettere a rischio le potenzialità ancora inespresse del Pnrr ed evitare che questo Governo, il più disattento della storia verso il Mezzogiorno, limiti la crescita del nostro territorio.
Contro questo progetto è necessaria una ferma opposizione politica ed istituzionale. Il progetto Calderoli è antistorico, decontestualizzato rispetto a quello che si sta realizzando in Europa e in netto contrasto con gli indirizzi dell’Unione europea per quanto riguarda la riduzione delle diseguaglianze.
La proposta del ministro leghista, questo non lo si deve mai dimenticare, cozza con le previsioni della nostra Carta costituzionale che, senza tema di smentite, fissa il criterio insopprimibile della perequazione fiscale, senza vincoli di destinazione, nell’interesse dei territori non minore capacità per abitante.
Quando il decreto Calderoli fissa il principio che i Lep verranno finanziati con legge di bilancio si pone in netto contrasto con le previsioni dei legislatori costituenti. Al ministro, quindi, andrebbe chiesto non come si determinano i Lep ma come gli stessi saranno finanziati.
La verità sta nel fatto questa una delle critiche di Santo Biondo che questo progetto Calderoli ha come vero obiettivo non dichiarato la gestione del residuo fiscale in favore delle regioni del Nord e non l’attuazione dell’articolo 116 della Costituzione che predispone i passaggi di legge determinanti per arrivare al regionalismo differenziato.
Così costituita la norma proposta dalla Lega e dal ministro Calderoli, nel bypassare il dibattito in Parlamento, finirà per produrre degli squilibri territoriali, economici e sociali tali da intaccare il principio dell’unità nazionale che, sancito dall’articolo 5 della Costituzione, rappresenta uno dei principi supremi dell’ordinamento costituzionale.
Il rispetto di questo principio fondante deve far valutare al Governo e alle istituzioni di questo Paese se il regionalismo asimmetrico, come concepito dal ministro Calderoli, sia coerente con una sostenibilità finanziaria dello Stato che sia in grado di garantire la solidarietà nazionale verso quei territori, in primis quelli meridionali, che sono più in difficoltà. (sb)
[Santo Biondo è segretario regionale di Uil Calabria]