IL COMMISSARIO AD ACTA IN CONFERENZA STATO-REGIONI NON HA ACCETTATO LA PROPOSTA DI DIVISIONE;
Sanità in Calabria

OCCHIUTO BLOCCHI IL RIPARTO DEI FONDI
I CALABRESI MERITANO UNA VERA SANITÀ

di GIACINTO NANCI –  Alla riunione della Conferenza Stato-Regioni non si è raggiunto l’accordo per il riparto dei fondi sanitari alle regioni. Una delle regioni che non ha accettato la proposta di riparto è proprio la Calabria per bocca del suo governatore Occhiuto. Bene ha fatto il nostro governatore a non accettare più la grave discriminazione che da più di 20 anni a questa parte si è compiuta nei confronti della Calabria sotto finanziando sistematicamente il suo servizio sanitario.

La Calabria è la regione in assoluto che in tutti questi anni ha ricevuto meno fondi pro capite per la sua sanità a causa del criterio di riparto basato sul calcolo della popolazione pesata (età anagrafica) e sui costi standard. Criteri ormai riconosciuti obsoleti da tutti ma mai modificati per l’imposizione in Conferenza Stato-Regioni di quelle regioni (in genere del Nord) che riescono così a percepire fino a qualche centinaio di euro pro capite in più della Calabria che se fossero corrisposte alla Calabria in egual misura arriverebbero a qualche centinaio di milioni in più ogni anno per la nostra sanità.

Un parzialissimo, per come lo ha definito lo stesso presidente della Conferenza Stato-Regioni Stefano Bonaccini, tentativo di modifica del riparto dei fondi sanitari alle regioni è stato fatto nel 2017 rispetto al 2016 considerando non solo l’anagrafica ma anche la “deprivazione” per come è stata definita.

Ebbene nel 2017 rispetto al 2016 la Calabria ha avuto ben 30 milioni in più (ricordiamo che la modifica è stata solo parzialissima), e tutto il sud ben 408 milioni di euro in più. Questa disparità è cosa grave ma diventa ancora più grave se si considera che la Calabria è tra le regioni d’Italia quella con più malati cronici per come certificato dal decreto n. 103 del commissario alla sanità calabrese Scura già nel lontano 30/09/2015 nel quale con tanto di tabelle si quantificavano in 287.000 i malati cronici in più in Calabria rispetto ad altri due milioni circa di altri italiani. Decreto vidimato sia dal Ministero dell’Economia che da quello della Salute, per cui tutti lo sanno.

Ma c’è ancora qualcosa di più evidente che ne i governi nazionali ne la Conferenza Stato Regioni hanno valutato ed è il fatto che la regione Calabria è in piano di rientro fin dal dicembre 2009 ed ha commissariate le sue 5 Asp e i suoi tre ospedali maggiori da almeno 4 anni per cui la sanità calabrese non è stata gestita in tutti questi anni da amministratori calabresi e quindi il suo presunto deficit sanitario si sarebbe dovuto azzerare. Non è stato affatto così perché nonostante questo totale commissariamento il deficit annuale sanitario calabrese è perfino raddoppiato ed è perfino triplicata la spesa dei calabresi per le cure fuori regione arrivando alla stratosferica cifra di 329 milioni di euro. Quindi non è stata la cattiva gestione degli amministratori calabresi a produrre il deficit sanitario, a meno che tutti i commissari siano degli emeriti incompetenti, altrimenti il deficit si sarebbe azzerato. 

Quale è allora la vera causa del disastro della sanità calabrese? È proprio la discrepanza tra il suo grave e cronico sottofinanziamento a fronte della presenza dei molti malati cronici in più presenti in Calabria. Cosa fare? Bisogna ampliare ciò che è stato fatto nel 2017 ( mai ripetuto) e finanziare le sanità regionali in base al numero dei malati cronici presenti nelle varie regioni. Oggi sappiamo quanti malati cronici ci sono nelle varie regioni sappiamo quanto costa curare ogni anno la singola patologia cronica e quindi ripartire i fondi in base ai bisogni (possiamo chiamarla come nel 2017 deprivazione) è fin troppo facile.

Dobbiamo farlo perché il malato cronico che per il sottofinanziamento della sanità regionale non si può curare poi per curarsi costa molto di più e poi si complica a tal punto che deve recarsi nei centri di eccellenza fuori regione con aggravamento del deficit e il perpetuarsi del piano di rientro ed è ciò che avvenuto puntualmente in Calabria.

Il governatore Occhiuto allora deve arrivare al punto di bloccare il riparto a tutte le regioni se questo criterio non viene applicato e lo puo’ fare perché alla Conferenza Stato-Regioni vige la regola della unanimità e basterebbe solo Lui per bloccare tutto, ma se lo facesse sarebbe in buona compagnia perché sono molte le regioni del sud quasi nella condizione della Calabria. Governatore non si tiri indietro difenda fino in fondo i malati calabresi. (gn)

(Giacinto Nanci è un medico dell’Associazione Mediass Medici di Famiglia di Catanzaro)