Con un record di oltre 20.000 presenze, si è chiuso, a Lamezia Terme, la quarta edizione di TeatrOltre: Festival Internazionale di Teatro in Strada.
Il Festival, che rientra nell’ambito del progetto Lamezia Summertime 2017-2019, è stato organizzato dal Comune di Lamezia Terme in collaborazione con Arci Lamezia Terme/Vibo Valentia.
Apprezzatissime, ancora una volta, le scelte artistiche del direttore Pierpaolo Bonaccurso di teatrop che, insieme al padre Piero Bonaccurso, fondatore della storica compagnia lametina, ha curato l’organizzazione del Festival coadiuvato da un efficiente e collaudato gruppo di lavoro.
Un programma fitto di appuntamenti inaugurato da una due giorni di spettacoli nel seicentesco Chiostro di S. Domenico nel centro storico della città. Poi gli spettacoli hanno animato il Corso Numistrano con le installazioni delle strutture aeree per le acrobazie, i numeri di giocoleria e il teatro dei burattini.
Ad aprire il Festival, Greta Belometti e la sua scatola magica, da cui nascono le sue favole si sabbia. Un laboratorio di sand art che ha mandato in visibilio i tantissimi bambini presenti e poi lo spettacolo. La storia prende vita dalle sue abili mani danzanti sul tappeto di sabbia che velocemente si trasforma in occhi grandi, bocche che sorridono, oggetti, alberi, fiori e animali per poi essere cancellati con un gesto della mano come onda sulla spiaggia.
Sorrisi e stupore per Rasid Nikolic, il marionettista serbo-bosniaco di etnia rom che ha incantato tutti con le sue marionette a filo. Con simpatia dissacrante e tecnica sopraffina Rasid ha fatto interagire le sue creature di legno con un pubblico molto partecipe. Lo scheletro dinoccolato che canta “La vie en rose” con la voce dell’indimenticabile Louis Armstrong, la danzatrice del ventre (dedicata a sua sorella) dai grandi occhi verdi e dagli armoniosi movimenti di braccia e di bacino, la feroce tigre dalla morbida cavalcata che fa sparire nelle sue fauci le teste di malcapitati spettatori e lo spaceman, il piccolo astronauta che si arrampica sul corpo di un ignaro bambino costretto a non guardare.
Rapimento e incredulità per i numeri di micromagia del poliedrico artista lucano Cico Cuzzocrea e il suo spettacolo Vintage. Piccoli oggetti di uso quotidiano che si trasformano in fiori di carta e coriandoli, ciotole vuote che si riempiono di acqua, sigarette che si accendono e si spengono, spariscono e ricompaiono, corde infinite che si srotolano davanti agli sguardi di meraviglia di grandi e piccini.
E poi le parate itineranti con il grande dinosauro verde e i colorati trampolieri di teatrop, accompagnati dalle note swing/jazz/funky/pop dei Takambum, street band di strumenti a fiato e percussioni.
Ancora graditissimo ospite del Festival il maestro burattinaio Angelo Gallo del Teatro della Maruca che ha realizzato un originale lavoro su Pinocchio nato da un interessante studio sul burattino più famoso del mondo diventato, poi, un esperimento di animazione teatrale nelle scuole. E non poteva mancare un’altra avventura di Zampalesta, il mitico cane peloso e pasticcione, idolo incontrastato dei bambini.
Grande successo per l’ex calciatore argentino Mencho Sosa che ha trasformato la sua passione per il calcio in spettacolo di giocoleria. La piazza tramutata in un campo di calcio con tutti i suoi rituali: urla, cori, striscioni, l’entrata in campo, il riscaldamento con l’aiuto degli spettatori, la partita con il pubblico, i goal, la coppa della vittoria, l’intervista… Il tutto infarcito da abilissimi giochi con uno, due, tre quattro, cinque palloni e tifo da stadio!
Poesia e virtuosismo tecnico nella performance Hop Hop di Simone Romanò che si presenta al pubblico infagottato in un impermeabile e con un’espressione languida che ricorda quella di Buster Keaton. Qui la giocoleria classica, le gag, i numeri da circo e il coinvolgimento del pubblico si susseguono a ritmo serrato per arrivare, tra incidenti e difficoltà simulate, ai numeri di equilibrismo di grande abilità e bravura sulle note trascinanti della Carmen di Bizet in un delizioso tutù scarlatto.
Forza, abilità, vertigini e ancora poesia nello spettacolo Hobo di Brigata Totem. Storia delicata di un cane/acrobata che affida alla mimica e alle evoluzioni sul palo cinese la sua scoperta del mondo fuori dalla sua cuccia/camerino. Un tappeto giallo per delimitare lo spazio scenico, trucco a vista, tre cassette di legno che vengono accatastate, scomposte, isolate attraverso la ricerca quasi esasperata di più varianti scenografiche e poi un secchiello pieno di chicchi d’uva che diventa l’oggetto di sfida e di desiderio. Numeri acrobatici a terra e sulla pertica tra discese ardite, evoluzioni e vertiginose risalite fino in cima dove, in piedi, con una bacchetta come un direttore d’orchestra, cerca di ristabilire l’armonia nel caos del mondo.
E ancora lo straordinario Piti Peta Hofen Show della Compagnia LPM. Tre giocolieri di diversa nazionalità: un brasiliano, un francese e un tedesco per uno spettacolo che miscela il mimo e la danza, l’acrobazia e la giocoleria, la gestualità del corpo e la mimica facciale, la comicità del paradosso e il gusto per le citazioni con l’ausilio degli oggetti di scena che si piegano, si contorcono, si modellano e saltano rotolando in mezzo agli spettatori. Una performance dissacrante ed esilarante condotta sul ritmo di una velocità allucinata, con numeri di violenza estetica che travolgono il pubblico e strappano la “buona coscienza” dell’attore e dello spettatore attraverso un linguaggio che incrina il quotidiano presentandolo nella sua assurda realtà.
Meraviglia, stupore, sorpresa, mutazione di forme e ritmi, disegni librati per aria, gioia e divertimento per gli occhi, presenza scenica e gusto teatrale nella performance Naufragata di Circo Zoé. Un vascello in balia della tempesta, un capitano che scruta l’orizzonte e suona la fisarmonica mentre la sua ciurma, simulando la fatica dei marinai, si produce in prodezze acrobatiche sul filo teso, sull’hula hoop sospeso, con la ruota Cyr e sul palo cinese. Un immenso coro di sguardi accompagna questa fusione perfetta tra acrobatica, musica e commedia brillante con innesti di siparietti comici e parodie cinematografiche intorno ad una porta rotante. L’impressione che resta dipinta sui volti degli spettatori si può intuire dai loro sorrisi, tutti uguali, tutti meravigliati dalla bravura e dall’abilità di questi grandi artisti italo-francesi.
Un Festival che è stato una vera e propria festa per la città di Lamezia Terme e che ha saputo regalare, ancora un volta, sorrisi ed emozioni. (rcz)