L’azienda belga Chimay produce una birra aromatizzata al Bergamotto di Reggio Calabria

«Si tratta di una birra dal gusto inedito. È una birra forte e potente, che esce dagli schemi più conosciuti con sentori di bosco, eucalipto, menta e bergamotto sia al naso che in bocca. È una Belgian Golden Strong Ale» ha spiegato Alessandro Bonin, export manager per l’Italia di Bières et Fromages de Chimay, illustrando la birra belga aromatizzata al Bergamotto di Reggio Calabria, a cui è stato dato il nome di Chimay 150.

Lo ha reso noto il prof. Pasquale Amato, spiegando che si tratta della «più nota Birra trappista in Belgio. Viene prodotta dall’Abbazia di Notre-Dame de Scourmont a Chimay, sotto il controllo dei monaci. Una parte dei redditi ricavati dalla vendita della birra è dedicata a iniziative benefiche del territorio di produzione».

La birra sarà disponibile in Italia, in forma limitata, dal 1° giugno. (rrm)

Bergamotto di Reggio Calabria, quei profumi “svaniti” di San San Gregorio

di EMILIO ERRIGO  –  Sono nato in una casa con vista sul mare a pochi metri dalla Baia Azzurra di San Gregorio, sotto lo sguardo felicissimo della luna e delle stelle brillanti nel
cielo della Calabria.
Il mare di notte era sempre illuminato dalle decine di lampare dei Pescatori di alici, sarde ed altre gustose specie ittiche, pescate con arte marinara millenaria, a bordo di bellissime imbarcazioni da pesca colorate, costruite in in legno pregiato selezionato nei boschi della Sila e dell’Aspromonte.
Le caratteristiche lampare a petrolio erano posizionate all’estrema poppa delle barche, su un’asta in ferro, una vera e propria ingegnosa opera d’arte, realizzata a mano in ferro battuto dai Mastri ferrai del luogo.
Il piacevole succo profumato di Bergamotto, veniva lasciato defluire incontrollato sulla spiaggia, attraversando un canale naturale che dalla vicina fabbrica della preziosa essenza, portava al mare quel nettare di Dio, allora sconosciuto per i suoi molteplici affetti benefici e curativi per la salute pubblica.
Era un evento naturale per tutti, percepire quel profumo inebriante nebulizzato che si diffondeva nell’aria pura già a decorrere dal mese di novembre, fino a tutto il periodo di tempo a cavallo dei mesi di marzo-aprile di ogni anno.

Bergamotto di Reggio CalabriaNon solo, poi parte del gustoso succo del Bergamotto, veniva lavorato e trasformato in acido citrico, più numerosi altri prodotti farmaceutici. L’essenza del Bergamotto di Reggio Calabria estratta da mani esperte dal particolare e unico agrume ancora coltivato in Calabria, veniva e ancora oggi è così, per la maggior parte destinata come elemento base caratterizzante, dalle più importanti industrie di profumi al mondo, a partire dai francesi, tedeschi, inglesi ed altri produttori di fama internazionale, trovava impieghi molto importanti come anestetico e antisettico naturale in medicina e chirurgia (vedi Primario Chirurgo Ospedali Riuniti, prof. Antonino Spinelli 1932).
Studi approfonditi e ricerche applicate eseguite, prima presso gli archivi della Scuola Medica Salernitana, Archivio Storico e Biblioteca Comunale di Reggio Calabria ad opera di allora famosi chimici e biologi italiani, francesi, svizzeri e tedeschi, sia in tempi più vicini a noi, presso la adiacente ora abbandonata fabbrica “Arenella di San Gregorio di Reggio Calabria”, per non confondere con l’altra fabbrica “Arenella” dei derivati di agrumi, costruita dai tedeschi e svizzeri, nei primissimi anni del 900, dopo il distruttivo terremoto di Reggio e Messina del 1908, a Palermo, proprio vicino alla antica Tonnara dei Florio, nobile famiglia originaria di Bagnara Calabra, orientarono la produzione delle materie prime per l’industria chimica e farmaceutica.
Oggi molte di queste preziosissime coltivazioni di Bergamotto di Reggio in Calabria ad altissimo rendimento economico, vengono curate instancabilmente e amorevolmente come un genitore fa con la propria creatura.
Poi la vita e le attrattive professionali, mi portarono nel 1977, lontano da Reggio Calabria, quanta nostalgia, quanti meravigliosi ricordi ho della mia terra.
Mi giungono da Reggio, buone e incerte notizie, le prime (le buone), riguardano le iniziative imprenditoriali che alcuni giovani volenterosi e lungimiranti, nipoti dei vecchi produttori di essenze di agrumi e derivati, vorrebbero ripiantare alberi di Bergamotto nelle loro terre incolte, dove un tempo abbondavano gli alberi della più volte citata pianta pregiata, le seconde (le incerte), mi portano a conoscenza, che la storica fabbrica di essenze del Consorzio del Bergamotto di San Gregorio, dopo oltre forse un secolo è stata chiusa e delocalizzata altrove.
Mi rattrista un po’ troppo in verità, osservare le interessanti infrastrutture di archeologia industriale, in piccola parte cadenti, esistenti nell’antica fabbrica dei derivati del bergamotto “Arenella” di San Gregorio.
Chissà se il bravo e giovane Sindaco della Città Metropolitana di Reggio Calabria, avv. Giuseppe Falcomatà, il prossimo Presidente della Regione Calabria, le Associazioni rappresentative di categorie e del Volontariato, riusciranno a salvare dal crescente degrado questo patrimonio storico, artistico, paesaggistico, archeologico e industriale, prima che sia veramente troppo tardi? (ee)

[Emilio Errigo è Docente Universitario a contratto (titolare di Diritto Internazionale e del Mare) e Generale in ausiliaria della Guardia di Finanza]

REGGIO – Al via il concorso “L’Albero di Bergamotto di Reggio Calabria””

Si intitola L’albero di Bergamotto di Reggio Calabria in ogni balcone di Reggio Città Metropolitana il concorso di promozione dell’identità reggina, organizzato dalla Fondazione Lambert Castronuovo e il Comitato per il Bergamotto di Reggio Calabria.

Lo ha anticipato il dott. Eduardo Lamberti Castronuovo nel corso della sua rubrica sanitaria su ReggioTv.

Inoltre, il presidente dei Pasticceri Italiani, Maestro Angelo Musolino, ha collocato – fuori concorso in quanto membro del Direttivo del Comitato per il Bergamotto di Reggio Calabria – un albero del Principe Mondiale degli Agrumi nella sua Pasticceria “La Mimosa” in Piazza Sant’Anna di Reggio Calabria.

I Premi saranno messi in palio dalla Fondazione. A valutare i balconi sarà una commissione presieduta dal prof. Pasquale Amato.

«Mettiamoci qualcosa di bello. Possibile che ci devono sempre riconoscere per la monnezza, o per la mafia, la ‘ndrangheta, basta. Che ci conoscano per il Bergamotto» ha detto il dott. Lamberti Castronuovo, invitando i cittadini ad immaginare «il profumo del bergamotto che si irradia e si espande per tutta la città» con questa bellissima iniziativa, dal valore identitario. (rrc)

 

Riconoscimento Bergamotto di Rc, Cannizzaro (FI): Incontrerò Sottosegretario all’Agricoltura

Il deputato di Forza ItaliaFrancesco Cannizzaro, ha accolto con piacere l’iniziativa della Camera di Commercio di Reggio Calabria e dell’Università Mediterranea di ottenere un riconoscimento comunitario al Bergamotto di Reggio Calabria, e ha annunciato che, settimana prossima, incontrerà il sottosegretario all’Agricoltura, Francesco Battistoni.

«Noto con piacere – ha detto – che le ultime notizie circolate in merito al bergamotto di Reggio Calabria abbiano acceso il dibattito locale e non solo, attirando pure i riflettori nazionali. In tutta onestà, effettivamente è assurdo che un Nostro prodotto di tale caratura e fama internazionale non goda dei giusti riconoscimenti. Questo agrume è una peculiarità tutta regginada tutelare e preservare, oggi più che mai, non solo per la pregiatissima essenza ma anche come prodotto fresco, per le sue caratteristiche esclusive e per il suo impiego nell’industria agroalimentare”. Parole sante quelle del presidente della Camera di Commercio di Reggio Calabria, Antonino Tramontana. Motivo per cui accolgo con piacere e sostengo con orgoglio le iniziative che la Camera di Commercio e l’Università Mediterranea di Reggio Calabria intendono porre in essere a breve per ottenere il riconoscimento comunitario del prodotto fresco, da affiancare alla tutela già in essere dell’olio essenziale Dop».

«Le parole – ha proseguito – non devono restare tali, come spesso accade in Calabria. È necessario passare subito ai fatti. Anche io voglio essere in prima linea, al loro fianco, facendo la mia parte per far sì che il bergamotto acquisisca i dovuti riconoscimenti ufficiali. Motivo per cui mi sono adoperato immediatamente in Parlamento, chiedendo un incontro al Sottosegretario all’Agricoltura, Francesco Battistoni, con il quale ho già concordato un incontro settimana  prossima per approfondire l’argomento de visu».

«La Camera di Commercio reggina – ha concluso – ha già avviato dei confronti con i rappresentanti delle Confederazioni agricole Cia, Coldiretti, Confagricoltura, Copagri. Sono sicuro che in poco tempo, tutti insieme, riusciremo ad ottenere risultati significativi per il territorio, l’economia e l’immagine della Nostra amata Terra». (rp)

 

L’impegno della Camera di Commercio di Rc per il riconoscimento comunitario del Bergamotto di Reggio Calabria

Ottenere un riconoscimento comunitario per il Bergamotto di Reggio Calabria. È questo l’obiettivo della Camera di Commercio di Reggio Calabria, che ha avviato un primo confronto i rappresentanti delle confederazione agricole Cia, Coldiretti, Confagricoltura, Copagri e il Dipartimento di Agraria dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria.

La tutela del bergamotto è, infatti, ricompresa tra le attività inserite nei documenti di programmazione dell’Ente camerale per il 2021: l’importante prodotto, infatti, da sempre rappresenta una risorsa per il territorio reggino e oggi, più che mai, è da tutelare non solo per la pregiatissima essenza – già riconosciuta quale DOP – ma anche come prodotto fresco, per le sue caratteristiche esclusive e per il suo impiego nell’industria agroalimentare.

«Il bergamotto è una peculiarità del territorio, da tutelare e preservare – ha dichiarato il Presidente della Camera di commercio, Antonino Tramontana –. Nell’ambito delle finalità che la normativa riconosce alla Camera di commercio per la valorizzazione dei prodotti e delle filiere, abbiamo accolto le indicazioni della governance dell’Ente e  le istanze delle associazioni di categoria e delle imprese agricole per avviare un percorso di riconoscimento del prodotto fresco, da affiancare alla tutela già in essere dell’olio essenziale Dop, con l’obiettivo di condividere finalità di valorizzazione dell’intera filiera».

«Il Dipartimento di Agraria dell’Università Mediterranea riconosce e fa proprio questo importantissimo obiettivo, mettendo a disposizione i numerosi studi, le conoscenze di carattere storico e scientifico e tutte le competenze tecniche funzionali al raggiungimento del riconoscimento comunitario del bergamotto fresco di Reggio Calabria! ha affermato il Direttore del Dipartimento di Agraria, Giuseppe Zimbalatti. 

«Una stupenda notizia – secondo il prof. Pasquale Amato, presidente del Comitato per il Bergamotto di Reggio Calabria –: l’iniziativa completa il percorso iniziato con il riconoscimento storico della Denominazione d’Origine Protetta all’olio essenziale nel 2001. Crediamo nella serietà e nella credibilità della Camera di Commercio della Città Metropolitana guidata da Ninni Tramonhtana e del Dipartimento di Agraria diretto da Giuseppe Zimbalatti. COme Comitato siamo pronti a dare il nostro concreto e disinteressato contributo».

Il primo passo sarà quello di costituire un tavolo operativo e di intraprendere da subito un dialogo con le istituzioni preposte alle attività di verifica, il Ministero delle Politiche Agricole e la Regione Calabria, per rappresentare le istanze che arrivano dai produttori e favorire un iter di riconoscimento rapido e idoneo a soddisfare le giuste attese del territorio. 

A seguire, saranno avviate le varie fasi richieste dalla normativa vigente, dalla costituzione del comitato promotore, alla definizione della documentazione richiesta per la presentazione della domanda, tra cui: disciplinare di produzione, relazione storica atta a comprovare la produzione per almeno 25 anni e l’uso consolidato del nome, relazione tecnica per mettere in risalto il legame con il territorio, la qualità e le caratteristiche del prodotto, cartografia che individui la zona di produzione. 

La domanda, presentata dai produttori associati, dovrà essere quindi sottoposta alla valutazione da parte della Regione e del Ministero, per poi essere oggetto di discussione nel corso di una riunione di pubblico accertamento. 

Solo dopo la conclusione di queste fasi, sarà possibile ottenere la registrazione nazionale e, successivamente, la trasmissione del fascicolo alla Commissione Europea per la registrazione comunitaria. (rrc)

 

Tilde Minasi: Una rete dei produttori per lo sviluppo del Bergamotto di Reggio Calabria

La consigliera regionale della LegaTilde Minasi, ha proposto di realizzare una rete dei produttori per lo sviluppo del Bergamotto di Reggio Calabria.

Tale proposta arriva a seguito della vicenda identitaria del bergamotto in Francia, dove si producono caramelle con l’essenza del nostro agrume che, come ha evidenziato la Minasi, «ha avuto il merito di riportare in auge la questione della valorizzazione del frutto».

«Un’eccellenza, che insieme alle altre – ha spiegato – porta in alto il nome di Reggio e della Calabria, con in più la particolarità che il bergamotto rappresenta un unicum nella vasta produzione agricola che caratterizza la nostra regione. Il prodotto, infatti, presenta delle proprietà organolettiche che lo rendono speciale, inimitabile e il suo utilizzo spazia, con successo, in diversi settori».

«Ed in virtù di tale peculiarità – ha proseguito la consigliera regionale – e delle prospettive (anche a livello di internazionalizzazione), che potrebbe garantire la tutela certificata del bergamotto e non solo dell’essenza, vi è una costante interlocuzione con l’assessore alle Politiche agricole e sviluppo agroalimentare, Gianluca Gallo, il quale riconosce da sempre l’importanza dell’agrume reggino e le ampie possibilità che potrebbero scaturire dal mettere ‘a regime’, attraverso la documentazione di riconoscimento specifico, anche il frutto e non solo ciò che ne viene estratto».

«Proprio alla luce di tali considerazioni – ha detto ancora – l’assessore ha accolto con positività l’iniziativa che ho sottoposto alla sua attenzione, cioè diventare i promotori di un coinvolgimento dei produttori, affinché possano, intanto, creare una rete che sia foriera di uno sviluppo unitario e compatto della filiera e, soprattutto affinché riescano ad avviare insieme, come la procedura richiede, l’iter per il riconoscimento dell’agrume».

«Come Ente, quindi – ha concluso – è nostra ferma intenzione garantire forza a tale input per valorizzare il bergamotto, all’unisono con chi tratta e lavora quotidianamente il prodotto, così da dare a questo frutto, importantissimo per le sue proprietà e per la sua unica caratterizzazione geografica, il ruolo che merita anche collocandolo quale uno dei più significativi motori dello sviluppo del territorio reggino e calabrese». (rrc)

La finta “guerra” del Bergamotto di Reggio Calabria con le caramelle di Nancy

È una fake news la “guerra” finta tra la cittadina francese di Nancy e il Bergamotto di Reggio Calabria: era corsa voce di uno “scippo” dei francesi del principe degli agrumi che cresce soltanto nei 45 comuni della fascia costiera che va da Scilla a Monasterace, e naturalmente i reggini e i calabresi tutti si erano messi in allarme. La notizia è stata diffusa via Facebook sul deposito del marchio “Bergamottes de Nancy”, ma si tratta solo di caramelle con quasi 200 anni di storia. Una notizia non vera che ha indotto in errore produttori, coltivatori e le aziende che lavorano il Bergamotto di Reggio Calabria.

Sull’argomento è intervenuto il prof. Pasquale Amato, apprezzato storico reggino e presidente del Comitato per il Bergamotto di Reggio Calabria: «Tutti i reggini – ha detto Amato – che amano la loro terra sono stati investiti dalla notizia via facebook che “il Bergamotto è diventato francese”. Questa informazione, che ha destato allarme e confusione, è assolutamente priva di fondamento. Per più ragioni:

  1. Ad ottenere nel 1999 l’IGP dell’Unione Europea sono state le “Bergamottes de Nancy”. Si tratta di caramelle che hanno quasi duecento anni di storia e sono diventate un marchio, un brand, famoso che contraddistingue la città di Nancy nell’Alsazia Lorena, provincia al confine tra Francia e Germania la cui appartenenza è stata al centro di diatribe storico-politiche e di guerre per quasi mille anni. La loro storia è nata mentre in Italia si sosteneva che il principe degli Agrumi non era utilizzabile in gastronomia. Solo negli Anni Novanta del ‘900, per merito del Centro Studi Bosio che organizzò in collaborazione con il Consorzio del Bergamotto di Reggio sei edizioni del “Bergamotto Day Prize” è stato superato quell’assurdo pregiudizio ed è stata avviata la tradizione dell’uso gastronomico, oggi in piena espansione per qualità e quantità;
  2. Inventate da un pasticciere della città queste particolari caramelle utilizzano ricette di diversi maestri ormai standardizzate ma soprattutto accomunate dal nome “Les Bergamottes de Nancy”. Nell’indicazione degli ingredienti specificano tutte che il sapore che le rende uniche e che ha generato sin dalla metà dell’800 il loro nome: esso è dovuto all’aggiunta di alcune gocce di olio essenziale di Bergamotto di Reggio Calabria, “dans le Sud de l’Italie”;
  3. L’ammissione della provenienza è corretta e anche logica: il clima dell’Alsazia Lorena è continentale, con inverni rigidissimi e temperature che vanno spesso sottozero. Insomma è una realtà che rende impossibili certe coltivazioni e in particolare quella del Bergamotto di Reggio Calabria, che è l’agrume più prezioso ma anche il più delicato. E dà la sua migliore resa mondiale nel microclima dei 45 Comuni della fascia costiera che va da Scilla a Monasterace;
  4. L’Unione Europea ha riconosciuto come area ottimale di coltivazione del preziosissimo agrume quella dei 45 Comuni di Reggio Metropolitana, inserendone l’elenco dettagliato nel disciplinare del 2001 che ha istituito la “DOP (Denominazione di Origine Protetta) Bergamotto di Reggio Calabria – Olio Essenziale”. Questo riconoscimento dell’area ottimale non può essere offuscato e travisato mediante ricostruzioni che non corrispondono alla verità di una campagna che ha coinvolto dal 1998 le forze migliori di Reggio Calabria e dell’ex-Provincia ora Città Metropolitana, col pieno appoggio dello stesso Consiglio Regionale della Calabria nel 1999 con un odg votato all’unanimità;
  5. Proprio per le predette ragioni i francesi non hanno rubato il Bergamotto di Reggio Calabria. Anzi, per essere precisi, proprio i francesi hanno salvato il nostro agrume nella sua peggiore crisi, quando alcune multinazionali della chimica lanciarono negli Anni Sessanta-Settanta del ‘900 la falsa accusa della cancerogenità dell’essenza. Allora i profumieri francesi assunsero l’iniziativa di costituire e finanziare un Comitato Scientifico Internazionale presieduto dal Prof. Forlot e con sede a Parigi, che dimostrò ampiamente l’infondatezza di quella voce diffusa ad arte per favorire l’essenza sintetica.

«Concludendo – ha detto il prof. Amato –, evidenziamo la lezione da parte dei francesi di Nancy: tutte le aziende dolciarie utilizzano il brand “Les Bergamottes de Nancy”. E poi precisano, come è giusto, la singola azienda che le produce. È una scelta corretta e intelligente ed ha contribuito certamente a favorire il riconoscimento IGP europeo. Mentre a Reggio c’è ancora chi presenta le sue attività e i suoi prodotti utilizzando denominazioni monche (Bergamotto e basta) o lacunose (Bergamotto di Calabria). Sono atteggiamenti che danneggiano il riconoscimento dell’IGP “Bergamotto di Reggio Calabria”. Per ottenere certi riconoscimenti occorrono chiarezza, coerenza e coesione. Senza sollevare superflui polveroni».  (rrc)

Il grande successo de L’A Cena Dalì di Filippo Cogliandro a Reggio

Un’idea geniale che ha trovato il giusto successo che meritava: l’iniziativa dello chef Filippo Cogliandro L’A cena Dalì, ovvero un incontro gastronomico speciale a Reggio ispirato al grande surrealista spagnolo e realizzato utilizzando esclusivamente i profumi e i sapori di Calabria per fini sociali, è stata un capolavoro sotto tutti i punti di vista. Un parterre di ospiti d’eccezione, un menu straordinario e inusuale, con il gusto e la maestria di un grande chef, e il il bellissimo locale dell’Accademia trasformato in una galleria d’arte (con opere, ovviamente di Salvador Dalì) a cura di Elmar Elisabetta Marcianò che ha curato ogni minimo dettaglio dell’organizzazione.

È stato un esperimento riuscito, sicuramente il primo di una serie a cui sta lavorando in gran segreto Filippo Cogliandro che non solo è uno chef sopraffino e di straordinario intuito, ma ha un cuore grande quanto la Calabria: durante la pandemia si è prodigato a distribuire pasti caldi a chi aveva bisogno, con discrezione e con la delicatezza necessaria in questi frangenti. Un aiuto che è stato ancor di più gradito perché appunto proveniente dal cuore e realizzato con grande e genuina spontaneità.

Cosa bolle in pentola nella testa dello chef Cogliandro? Sicuramente l’idea di far sposare i gusti della Calabria con l’esperienza gastronomica internazionale, con largo utilizzo delle specialità del territorio: a partire dal Bergamotto di Reggio Calabria, immancabile nelle sue straordinarie creazioni gastronomiche in grado di emozionare anche grandi gourmet. La serata, ribadiamo, con finalità benefiche, avrà un seguito e già pare di avvertire i profumi della cucina di chef Filippo… (rrc)

REGGIO – La cittadinanza onoraria al giudice Roberto Di Bella

Il 21 luglio, a Reggio, alle 10.30, a Palazzo San Giorgio, la cerimonia di conferimento della cittadinanza onoraria al giudice Roberto Di Bella, presidente del Tribunale per i Minorenni di Catania.

Una iniziativa proposta da Biesse – Associazione Culturale Bene Sociale, presieduta da Bruna Siviglia e che è stata accolta dall’Amministrazione comunale guidata da Giuseppe Falcomatà per l’impegno del giudice Di Bella per liberare i ragazzi della ‘ndrangheta.

«Il dott. Di Bella – ha ricordato il sindaco Falcomatà – ha guidato il Tribunale dei Minori di Reggio Calabria per un quarto di secolo: 25 anni indimenticabili, durante i quali ha ribaltato un pezzo fondamentale della giurisprudenza del nostro Paese e, cosa anche più importante, stravolto positivamente la vita di decine di ragazzi». (rrc)

 

EXPORT, COMPETITIVITÀ A LIVELLO ZERO
IN CALABRIA REGGE L’AGRO-ALIMENTARE

di FRANCESCO AIELLO – Crollano le esportazioni nel primo trimestre 2020, in Calabria regge solo il sistema agro-alimentare. Si registra nella regione un calo dell’8,9 rispetto allo stesso periodo del 2019 , mentre crescono i livelli relativi alle esportazioni dell’agricoltura (+18,8%) e del settore agro-alimentare (6,7%). Servono riforme strutturali nel sistema produttivo regionale a favore della competitività:  la sfida più importante sarà quella di aumentare la densità di imprese specializzate in settori ad elevato contenuto tecnologico. Su base istituzionale, una forte spinta all’export regionale potrebbe venire dalla Zona Economica Speciale che, a tre anni dalla sua istituzione, è ancora un progetto vuoto di contenuti.

I dati dell’ISTAT indicano che nel primo trimestre 2020, le esportazioni italiane sono diminuite in tutto il territorio nazionale:  -6,8% nel Nord-est, -5,4% nel Mezzogiorno, -3,5% nel Centro e -3-3% nelle regioni del Nord-ovest. Su base regionale, nel primo trimestre 2020 la Calabria registra una riduzione dell’8,9% rispetto al corrispondente periodo del 2019. Le regioni che hanno registrato la più elevata flessione delle esportazioni sono  Valle d’Aosta (-21,4%), Basilicata (-17,2%) e Marche (-9,5%). Si tratta però di regioni che “pesano” poco nella struttura dell’export nazionale. Infatti, per esempio, la Lombardia assorbe il 27% delle esportazioni italiane e, quindi, la variazione negativa del 3% osservata nel primo trimestre del 2020 contribuisce in modo rilevante (oltre 0,8 punti percentuali) alla riduzione su base annua delle esportazioni italiane. Nel primi tre mesi del 2020, le regioni che hanno registrano un aumento sostenuto delle esportazioni sono il Molise (+57,0%), la Liguria (+39,0%) e la Sardegna (+12,2%).

L’esito aggregato della Calabria (-8,9%) è determinato dalla riduzione nei settori relativamente più “importanti” dell’export regionale. La riduzione più elevata (-93,3%) si ha nel settore dei prodotti delle attività di trattamento dei rifiuti e risanamento, la cui quota rispetto alle esportazioni nazionali del settore si è quasi azzerata, passando da 0,7% del primo trimestre 2019 a 0,002% nel 2020.  Rilevante è anche la riduzione (-42%) nel settore dei trasporti e quella (-10,2%) del comparto della chimica. Tra i settori in cui la Calabria gode di vantaggi comparati, le esportazioni del settore agricolo sono aumentate di ben il 18,2% e quelle delle settore agro-alimentare del 6.7%.

Le esportazioni sono un buon indicatore dello “stato di salute” di qualsivoglia sistema economico. Facendo riferimento al caso regionale, i volumi delle esportazioni calabresi segnalano, in media, bassi livelli di competitività delle produzioni locali sui mercati internazionali. Gli effetti di queste debolezze sistemiche saranno ancora più evidenti nella fase post-Covid a causa della forte riduzione della domanda mondiale.

Tra le numerosissime cause che aiutano a spiegare la bassa competitività delle beni prodotti in Calabria, è ragionevole pensare che il basso livello di innovatività sia uno dei motivi più rilevanti: la Calabria investe in ricerca e innovazione solo lo 0,52% del proprio PIL e, quindi, non ha alcuna possibilità nè di scalare la catena del valore nè di acquisire competitività sistemica nei mercati internazionali. Esistono casi aziendali che sanno vincere le sfide della concorrenza mondiale, ma si tratta di poche eccellenze. In media, la Calabria è una regione poco orientata ai cambiamenti imposti dalle innovazioni e poco incline a qualsiasi forma di modernizzazione. Una delle sfide post-Covid a favore delle esportazioni calabresi sarà quella di aumentare la densità di imprese specializzate in settori ad elevato contenuto tecnologico. Su base istituzionale, una forte spinta all’export regionale potrebbe venire dalla Zona Economica Speciale che, a tre anni dalla sua istituzione, è ancora un progetto vuoto di contenuti. (f.a.)

[courtesy OpenCalabria]

Francesco Aiello è è professore ordinario di Politica Economica presso l’Università della Calabria. Attualmente insegna “Politica Economica” al corso di Laurea in Economia ed “Economia Internazionale” al corso di Laurea Magistrale in Economia e Commercio.