di ELISA CHIRIANO – La scorsa domenica, al Caffè Letterario di Pianopoli (CZ), è stato presentato il libro Frate Francesco e suoi testimoni del Novecento calabrese, Grafiché Editore.
L’autore, Filippo D’Andrea, sin dagli anni giovanili si è interessato alla figura dell’eremita viandante di Paola: un uomo capace di costruire forti legami tra terra e cielo; il “santo europeo del Sud”, la cui notorietà ha varcato i confini regionali, arrivando in Europa e nel mondo. Questo straordinario taumaturgo del secolo XV è una delle figure più rappresentative e popolari della Chiesa cattolica, al punto da essere ovunque venerato, amato e invocato.
Sandro Gallo, presidente dell’Associazione Terra di Calabria, nel suo intervento, intenso e appassionante, con cui ha dato avvio alla serata culturale, ha posto l’accento sul valore intrinseco del libro, quale strumento di discussione di dialogo, di incontro e di confronto anche e soprattutto in un caffè letterario.
Filippo D’Andrea è sicuramente autore attento e scrupoloso. Da sempre guidato dal rigore scientifico della ricerca e dell’analisi delle fonti agiografiche, dei dati processuali della beatificazione e canonizzazione del santo paolano, è riuscito in cinque libri a ri-scrivere in modo significativo pagine importanti della vita e dell’opera del santo eremita, le cui caratteristiche specifiche sono state opportunamente tracciate nel corso della presentazione dalla dott.ssa Nella Fragale (Grafiché edizioni).
Si tratta di volumi interessanti, arricchiti da pregevoli prefazioni di insigni studiosi e uomini di fede, come padre Andrea Galuzzi, che ha curato le pagine introduttive del libro “Francesco di Paola. Asceta sociale”, Grafichè edizioni 1994. Le altre opere sono arrivate gradualmente nel tempo “L’Eremita Viandante. Laicità e contemporaneità di san Francesco di Paola” (2009); “Francesco di Paola. Il santo dell’essenziale” (2017), e “Il santo europeo del Sud. Francesco di Paola” (2021).
Il prof. Gaetano Montalto, letterato e scrittore, si è soffermato sulla figura di Francesco di Paola, così come ben delineata dal prof. Filippo D’Andrea (dottore di ricerca in Sacra Teologia della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale in Napoli e ricercatore e delegato per la Calabria all’Istituto di Storia del Cristianesimo).
Aspetti significativi, che analizzano la duplice dimensione, umana e spirituale, e che fanno emergere anche la vicinanza del santo paolano all’umanità di tutti e di ciascuno, fatta di fragilità e di aneliti al divino. Si tratta di trovare il vero volto e il valore autentico di una santità (anche popolare), scrostata da un certo devozionismo, che va comunque rispettato, in quanto patrimonio di fede e di tradizione, che necessita certamente di nuovi fermenti di rinascita e di rievangelizzazione.
Il contesto storico in cui ha vissuto l’Asceta Sociale è stato utile per inquadrare nella realtà della società del tempo, aggravata dai soprusi e delle angherie dei baroni verso il popolo fragile e povero, la coraggiosa testimonianza del Santo più amato dai Calabresi e del Calabrese più santo, come ebbe a dire Giovanni Paolo II nella sua visita in Calabria del 1984, di cui si è occupato il prof. D’Andrea in un suo volume del 2005, che è stato insignito del Premio Cassiodoro.
D’Andrea ha trattato le cinque testimonianze del Novecento calabrese ispiratesi a Frate Francesco: padre Luigi Allevato, colto e di fine sensibilità umana, impegnato nella evangelizzazione, attraverso l’alfabetizzazione dei contadini sambiasini e con la formazione dei giovani negli anni 50-60 del secolo passato; padre Giovanni Vercillo, religioso poeta e anticonformista, che con nuovi strumenti e uno sguardo aperto ha seguito le nuove generazioni degli anni 70-80; l’avvocato Gianni Renda, testimone di carità sociale e politica e di giovialità cristiana, negli anni 70-80; l’alto magistrato Basilio Sposato, fine intellettuale e autorevole giurista; la dottoressa Elvira Bruno D’Andrea, dirigente della Giustizia Minorile, fondatrice dell’Ufficio di Mediazione Penale per i Minori, che si è prodigata verso i giovani a rischio ed a cui è stato intitolato il Centro Minorile di Lamezia Terme dallo stesso Ministero della Giustizia.
Una sala gremita e attenta ha seguito l’incontro con interesse, fino alle fasi conclusive, nel corso delle quali lo studioso D’Andrea ha sottolineato anche l’importante testimonianza di papa Francesco: frate Francesco di Calabria è infatti molto amato in Argentina, dove vi è una nutrita presenza meridionale, soprattutto calabrese.
L’evento è stato arricchito da contributi musicali eseguiti dal Maestro, chitarrista e architetto, Amedeo Palmieri.(ec)