Il testo teatrale su San Gaetano Catanoso all’Archivio di Stato di Reggio

27 settembre – Presentata, in occasione delle giornate europe del patrimonio culturale, dall’Associazione Le Muse di Reggio la commedia in due atti ( Ed. Nuovo Giangurgolo) “Padre Gaetano Catanoso ed i sacerdoti del Cardinale Portanova” del drammaturgo Oreste Arconte. La manifestazione sì è svolta all’Archivio di Stato e si è aperta con il Coro delle Muse diretto da Enza Cuzzola con l’accompagnamento al pianoforte di Rosaria Livoti e le note e parole di “Salve o Dolce Vergine” del maestro Frisina.
La commedia di Arconte dimostra ed avvalora il tema indicato dalle giornate europpe ovvero “L’Arte di condividere”, poiché storie vere dal grande valore religioso si uniscono al racconto di veri e propri momenti di fede della città di Reggio Calabria ha ribadito la Minasi, mentre per la D’Agostino il testo è utile a riscoprire un importante personaggio della vita religiosa calabrese, tra l’altro con un filo conduttore anche collegato alla storia della mia famiglia a Serrata per un evento che sa di miracolo. Importante anche il ruolo del Cardinale Portanova nel testo, ricorda Don Antonino Denisi, cardinale che contribuì ad eleggere San Pio X papa, che lasciò una impronta dei tempi moderni a Rc dopo i borboni e nei primi anni dell’unità d’Italia. Fu talmente importante il suo ruolo che, docente di liturgia e canto gregoriano vide svanire (a causa della sua morte precoce) il sogno di istituire a Reggio una vera e propria Accademia di formazione. Racconta Arconte nel testo tre protagonisti, tre sacerdoti dell’arcidiocesi vissuti ed operanti lungo gli anni del secolo breve che corre dall’inizio del Novecento al secondo dopoguerra, ovvero Padre Gaetano Catanoso, il canonico Salvatore De Lorenzo, il canonico Giovanni Calabrò. Fondamentale per Arconte l’aiuto di Don Denisi che ha incoraggiato tale scrittura facendo visionare da Suor Dorotea delle Veroniche l’archivio su padre Catanoso permettendo una giusta ricostruzione dei fatti. Il testo è stato scritto – ricorda l’autore – perché la città inizia a non avere un’anima, quella degli uomini del loro tempo: alla base di tutto vi è la formazione, tutti possono assurgere alla santità, ma senza fede nulla si può.
La lettura dei testi è stata affidata agli attori Vincenza Laface e Giorgio Pangallo, la mostra documentaria dal titolo “Pietre di Carità: l’opera di Don Orione a Reggio Calabria” commentata dalla dott.ssa Titti Chindemi. La mostra è suddivisa in tre sezioni: Istituto San Prospero, Casa San Francesco da Paola e l’opera di S. Antonio; foto e relazioni tecniche in cui si evince la lungimiranza di Don Orione ed il recupero dei progetti che venivano fatti per aiutare l’infanzia abbandonata.
Il presidente Livoti ha messo in evidenze i bozzetti suggestivi, nel racconto di Don Gaetano Catanoso, racconto della sua testimonianza, della mancanza di paura nei confronti dell’aggressore, dell’affrontare il male solo con la compagnia di un mezzo di trasporto utile ma… di sussistenza: l’asino. E si parla anche di atteggiamenti di ‘ndrangheta del novecento, atteggiamenti di sacerdoti già all’epoca “alter Christus” in cui a suo tempo non importava solo la predicazione, ma soprattutto l’esempio. Arconte conia l’immagine del – prete volante – segno della testimonianza e della redenzione. A Don Gaetano l’autore lascia il senso di solitudine delle zone isolate di luoghi storicamente emblemi di solitudini, liberi da pratiche e ricchi di dogmi tra chiese spoglie e tabernacoli soli.

L’avv. Francesca D’Agostino, la direttrice dell’Archivio di Stato Maria Fortunata Minasi e il presidente de Le Muse, Giuseppe Livoti firmano il protocollo d’intesa

Entusiasta la direttrice Maria Fortunata Minasi, che all’insegna dei progetti già attuati dalla precedente direttrice Mirella Marra, continua ad aprire le porte alla città intera, alle associazioni, ai giovani. La firma di un protocollo d’intesa ha previsto dal 22 settembre uno spirito di collaborazione attivo e fattivo con l’importante realtà archivistica della città di Reggio Calabria con Le Muse e non a caso è avvenuto in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio (GEP).
Giuseppe Livoti e l’avvocato Francesca D’Agostino – in qualità di presidente e di vice presidente hanno firmato questa cooperazione che unisce intenti associativi essendo l’Archivio di Stato vero e proprio luogo dal valore documentale con il fine di – elaborare iniziative e progetti nazionali e locali che favoriscono la reale comprensione e conoscenza del patrimonio culturale, materiale e immateriale, facendo particolarmente riferimento all’uso delle nuove tecnologie. (rrc)

AMANTEA: STASERA IN PIAZZA OMBRELLI E LENZUOLI D’ARTISTA

22 agosto – Ombrelli e lenzuoli d’artista nel cielo di Amantea: oggi, dalle 20, performance artistica in piazza a cura dell’Associazione culturale Le Muse di Reggio, diretta da Giuseppe Livoti, in collaborazione con Arte Club Accademia diretta da Marisa Schicchitano.
Nel centro storico di Amantea ed esattamente a Piazza Cappuccini – Corso Vittorio Emanuele nell’ambito degli eventi culturali della cittadina vi sarà l’inserimento di lenzuoli ed ombrelli d’artista. Una perfomance di bambini invece aprirà l’evento, con la decorazione di ombrelli realizzati per l’occasione ed alla fine andranno a completare l’interessante installazione che corpirà i cieli di Amantea. Ogni pittore ha realizzato dipingendo, il proprio messaggio collegato alla natura ed all’ambiente in lenzuoli divenuti per l’occasione, fondali scenografici con rappresentazioni che ricordano la flora ed ombrelli rivitalizzati, sempre con la medesima tematica. Tali oggetti così costituiranno una inedita installazione, attraverso grandi composizioni polimateriche che andranno a costituire delle quinte aeree.

Marisa Scicchitano e Giuseppe Livoti

Inoltre insieme a tale momento presso lo spazio scientifico della dott.ssa Valeria Tomaselli, una mostra del mini quadro, 20×30 per piccole tele dove ogni artista ha realizzato una rappresentazione di un particolare erbario, come se fossero pagine estrapolate da un testo, un erbario per ricordare quel libro, ricco di illustrazioni miniate, che descriveva l’aspetto, le proprietà medicinali, la raccolta o la semina delle piante usate in medicina  definiti erbari figurati.
Un ritorno al passato dunque, tanto per ricordare il primo erbario conosciuto, quello di Dioscoride, medico di origine greca che nel I secolo d.C. venne a Roma e scrisse il De materia medica, divenuto prototipo di tutti gli erbari successivi.
Per la presidente di Arte Club Marisa Scicchitano un ennesimo momento che promuove quella Sud’arte che da anni caratterizza l’arte calabrese, riunendo non solo giovani generazioni ma anche artisti di chiara fama. D’altra parte l’attività sia de Le Muse che di Arte Club serve per promuovere nelle loro città di appartenenza gruppi di artisti, liberi da individualismi che condividono scelte tematiche, volte anche alla promozione del senso del “bello di natura”.
“Cromie vegetative…tra lenzuoli e ombrelli d’artista” è dunque una collettiva dal sapore ready-made che vuole andare a creare interazione urbana in particolari centri storici: il primo appuntamento si terrà stasera dalle ore 20 con il patrocinio morale dell’amministrazione comunale di Amantea.
Partecipano all’evento: Graziella Colistra, Ornella Cicuto, Pina Calabrò, Antonella Laganà, Lia Antonini, Mirella Bruni, Ileana Mauro, Gabriella Sestito, Mimma Gallelli, Lia Antonini, Pierfilippo Bucca, Francesco Logoteta, Grazia Papalia, Santina Milardi, Marisa Scicchitano, Maria Di Stefano, Gabriele Marsico, Michelle Bellisario, Adele Leanza, Angelo Meduri, Mimma Gorgone, Rossella Marra, Cristina Benedetto. (rcs)

S. ILARIO DELLO JONIO (RC): UN PREMIO A LIVOTI (LE MUSE)

7 agosto – Quinta edizione del Premio Sant’Ilario questa sera nell’omonimo comune reggino, promosso dall’Amministrazione comunale per offrire un riconoscimento a protagonisti della cultura delle professioni, della scienza, dell’arte e dell’impresa.

Giuseppe Livoti, presidente dell’Associazione culturale “Le Muse” di Reggio

Tra i premiati, il presidente dell’Associazione culturale “Le Muse” di Reggio Calabria, Giuseppe Livoti, un riconoscimento che premia un’intensa attività culturale che va ben oltre i confini della Città Metropolitana di Reggio. A consegnare il premio il Sindaco di Sant’Ilario Pasquale Brizzi. (rrc)

DIALETTO: UN NUOVO DIZIONARIO DEL DIALETTO “RIGGITANO”

27 luglio – Il tema della serata“I colori della lingua e della tradizione” a Oliveto, una frazione di Reggio, in occasione dei festeggiamenti della Madonna del Carmine, era perfetto per la presentazione del Nuovo dizionario della lingua reggina realizzato da Salvatore Ventura (Laruffa Editore). L’iniziativa, promossa dal Laboratorio culturale “Le Muse” presieduta da Giuseppe Livoti, rientra tra le tante che l’associazione ha in programma per mantenere viva la memoria delle tradizioni calabresi e della lingua dialettale.
«Una prima importante per questo dizionario – ha detto il presidente Giuseppe Livoti, esprimendo soddisfazione per tale pubblicazione che andrà di diritto ad arricchire il panorama bibliografico sul dialetto e che sicuramente con l’inizio del nuovo anno scolastico Le Muse promuoveranno nelle scuole medie e nei licei.
I saluti istituzionali sono stati a cura di  don Armando Turoni – parroco della Chiesa di S. Maria della Consolazione, il quale, ha accolto sin da subito l’idea di presentare l’inedita pubblicazione, in una zona come quella della fiumara del Valanidi, ricca di storia, ma, anche di tradizioni ed in cui il dialetto è parte integrante del vissuto di un popolo ed identifica la sua storia.
«Una passione, la mia – ha esordito il dott. Salvatore Ventura, medico in pensione – ed in questi ultimi anni mi sono dedicato alla ricerca, pensando di proporre un dizionario ricco nelle sue didascalie dove ritrovare non solo l’etimologia della parola ma anche il suo uso nei proverbi e detti del “riggitano”. Mi sono preoccupato di redigere questo testo per le nuove generazioni, per ricordare la civiltà contadina, per me è stato all’inizio un gioco diventato poi una cosa seria. Ho indagato per nove anni questa lingua, sotto aspetti fonetici, etimologici ed espressivi con un carattere divulgativo e che possa rispondere alle esigenze della gente comune, 400 pagine con oltre 7000 lemmi dialettali e con le ultime pagine circa  33 con la traduzione dell’italiano al dialetto. Un libro che è una ricca e rapida cognizione della nostra parlata, con l’adagio italiano ed il significato del proverbio. “U Signuri mi ndi libera i chiddi chi su nta menti i Dio” per esempio è uno tra i vari proverbi elencati nel testo e che danno idea di come anche il sacro dalle nostre parti aveva un senso.


«Un libro da promuovere non solo in Calabria – secondo Rossana Rossomando, testimone e poetessa della grande tradizione dialettale. – Io stessa utilizzo il dialetto nelle mie composizioni e nel tempo occorreva anche rinnovare testi ormai superati; al dottore Ventura dobbiamo molto, poiché oggi il dialetto sta diventando una lingua morta, la promozione di tale ricerca  diviene divulgazione e conservazione di un processo culturale che difende con il tempo la nostra cultura.
“Il dialetto” per il critico Stefano Mangione riunisce le tradizioni, la storia, l’arte nelle sue varie accezioni. Le trasformazioni della società, non mai così evidenti come negli ultimi decenni, gli effetti dello spopolamento delle campagne, il declino della civiltà contadina, l’urbanesimo accentuatosi di molto negli ultimi decenni, le immigrazioni imponenti di extracomunitari, tuttora in divenire, e le conseguenze, anche sul piano della lingua, in riferimento alle lingue nazionali, che corrono il rischio di essere soppiantate dall’inglese, sono oggetto delle riflessioni di Salvatore Ventura. Si è incoraggiato alla ricerca, allo studio esemplare, anche con  interpretazioni personali nella composizione del dizionario quale atto di amore e di fede verso la sua terra e verso il suo popolo.


Momenti della tradizione musicale calabrese sono stati eseguiti da Luigi Barberio ed Adele Leanza, mentre la piazza ha ospitato la mostra “Oggetti in…dialogo: elementi della memoria dipinti dagli Artisti delle Muse” con la presenza di Antonella Laganà con un grande cesto floreale con cotoni elaborati, Santina Milardi con effetti metallici e di recupero, Pina Calabrò con uno sgabello decorato con pietre colorate, Adele Leanza con calle striate su tavola, Francesco Logoteta con una cornice-quadro, Manuela Lugarà con un tagliere digitale, Pierfilippo Bucca con una cornice–tavola decomposta, Grazia Papalia con una sedia della tradizione contadina, Mariateresa Cereto con tegole e mattoni rurali ed un antico telaio,  Nunzia Gimondo con fiori cartacei, Sebastiano Plutino con riciclo di materiali, Mimma Gorgone con una piccola fornace policromatica.
A fine manifestazione il parroco Don Turoni ha consegnato al presidente Muse una targa a nome della comunità di Oliveto, riconoscimento per il suo impegno culturale che arricchisce di orgoglio la nostra terra. (rrc)

DOMENICA IL PREMIO MUSE ALL’ATTRICE VALERIA CONTADINO

15 luglio – Torna stasera a Reggio il Premio Muse, un riconoscimento che da 15 anni viene ritirato da volti e personalità importanti del panorama nazionale e che si rinnova anche in questa programmazione estiva battezzata “I Notturni”. L’appuntamento è per le 21 al Cortile della Muse di via San Giuseppe 19, sede del Laboratorio delle Arti e delle Lettere “Le Muse”, dove sarà premiata l’attrice Valeria Contadino.
Il presidente Giuseppe Livoti,  ricorda come Le Muse ritornano all’insegna della cultura, quella vera ed autentica che quest’anno è volta all’insegna dei cromatismi di quei volti e nomi che appartengono alle arti tutte così come lo dimostra lo storico premio e riconoscimento: Reggio così è anche approdo di nomi importanti del panorama intellettuale, versatile ma anche umano
Il Premio Muse è libero, indipendente ed autogestito e dimostra come nella nostra città Le Muse – ribadisce Livoti – operiamo –solo con le nostre forze- all’insegna di uno spirito identitario e di appartenenza al Sud Italia.


Valeria Contadino è attrice di teatro, cinema e televisione, e opera nel mondo dello spettacolo dal 1999. Ha lavorato con i maggiori registi teatrali nazionali e internazionali come, Maurizio Scaparro, Walter Pagliaro, Alfredo Ariàs, Geppy Gleijeses, Vincenzo Pirrotta, Giuseppe Dipasquale, Claudio Di Palma, Fabio Grossi. Accanto ad attori importanti quali Andrea Giordana, Geppi Gleijeses, Marianella Bargilli, Lucia Poli, Massimo Foschi, Mariano Rigillo, Anna Teresa Rossini, Lello Arena, Francesco Paoloantoni, Pippo Pattavina, Tuccio    Musumeci, con ruoli da protagonista e co-protagonista.
In teatro si ricordano le più recenti interpretazioni di successo con Il casellante, di Andrea Camilleri e Giuseppe Dipasquale, Il bugiardo di Carlo Goldoni, Se’ nummara di Totò Rizzo, La lezione di Ionesco, La scuola delle mogli di Molière, L’importanza di Chiamarsi Ernesto  di Oscar Wilde, Troppu trafficu ppi nenti, di Camilleri – Di Pasquale. In Cinema e Televisione ha preso parte a  Il commissario Montalbano, di Andrea Camilleri, con Luca Zngaretti, regia Alberto Sironi; I Cantastorie, soggetto e regia di Giampaolo Cugno; I baci mai dati, regia Roberta Torre, con  Donatella Finocchiaro, Beppe Fiorello; Il Bell’ Antonio film per la Tv,da V. Brancati, regia Maurizio Zaccaro, con Leo Gullotta, Daniele Lotta, Nicole Grimaudo.
Il premio “Muse” di Reggio ha visto negli anni come testimonial Mariella Milani – giornalista, Maria Carmela Aversa – direttrice Museo Arbereshe di Frascineto,   Regina Schrecker – stilista, Maurizio Carnevali – pittore e scultore,  Principe Fulco Ruffo di Calabria, Aldo Pecora – mass mediologo, Pippo Miraudo – direttore Museo Storico della Moda di Mirto (Pa), Klaus Davi – giornalista, Rosanna Cancellieri – conduttrice Rai, Michele Gaudiomonte – stilista, Emilia Costantini – capo servizio cultura del Corriere della Sera, Fabio Mollo – regista,  Alda D’Eusanio – conduttrice televisiva, Fioretta Mari – attrice, Roberto Bilotti Ruggi D’Aragona – mecenate, Beatrice Feo Filangeri – nobile normanna, Micaela – cantante, S. E. Mons. Milito – vice presidente della Conferenza Episcopale Calabra, Cesare Mulè – storico, Anton Giulio Grande – stilista,  Odette Nicoletti – costumista – Tonino Raffa – giornalista Rai, Anna Maria Galgano già presidente Fondazione Rodolfo Valentino, Franco Pascale – presidente Fondazione Leoncavallo, Mons. Liberto – già direttore del Coro Pontificio, Antonio Marziale – presidente Osservatorio sui Minori, Giacomo Battaglia – attore. (rrc)