Oggi 14 luglio il primo biglietto emesso da CoopCulture, il nuovo concessionario dei servizi integrati del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria. Al via la biglietteria e la vendita on line, oltre al servizio di assistenza ai visitatori. Un call center con numero dedicato 06 39967600, attivo tutti i giorni dal lunedì alla domenica dalle ore 9 alle ore 18.
«È oggi un onore per noi cominciare a lavorare al MArRC – afferma Letizia Casuccio, direttore generale dì CoopCulture. Esperienza, capitale umano e professionalità ci guideranno in questo nuovo percorso con l’obiettivo di contribuire a migliorare la fruizione culturale, a creare una sinergia tra i vari servizi offerti all’utenza, a fianco della direzione museale. Il team di CoopCulture già impegnato a formare e ad affiancare i nuovi colleghi del territorio entrati a far parte della squadra capitanata dal area manager sud Giuseppe Codispoti».
Alla fine del percorso espositivo i visitatori troveranno un bookshop con una proposta editoriale dedicata alle collezioni, all’archeologia, all’arte, ma anche al territorio, alla valorizzazione della regione e una linea di merchandising per garantire a tutti di trovare l’ideale “ricordo” dell’esperienza vissuta.
«Un altro obiettivo raggiunto – dichiara il direttore del Museo, Carmelo Malacrino – Dopo oltre due anni, serviti per la preparazione e l’espletamento della procedura di gara da parte di Consip S.p.A. in collaborazione con il MArRC, ripartono i servizi aggiuntivi, con biglietteria, bookshop, accoglienza e didattica. Con le divise e le pettorine per il personale di vigilanza, ora i servizi aggiuntivi portano il nostro Museo in linea con gli standard più elevati, non soltanto a livello nazionale. Ringrazio tutto il personale di vigilanza, coordinato da Palma Buda e Carmelo Lupica, per la disponibilità alle attività di biglietteria in questo lungo periodo, nonché il segretario Amministrativo Maria Elena Giangrande, che ha seguito la procedura di gara, in costante contatto con Consip». (rrc)
Il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria continua ad attrarre turisti italiani e stranieri, ma anche tanti calabresi grazie alla ricca e variegata offerta culturale. La Festa della Musica, istituita per la giornata del 21 giugno dalla Commissione Europea e dal Ministero della Cultura guidato da Gennaro Sangiuliano, ha impegnato il Museo reggino per l’intera settimana, con numerosi eventi e iniziative. Il bilancio è molto positivo, con ben 4247 ingressi, di cui 3115 paganti e 1132 gratuiti.
«È stata una settimana memorabile – dichiara il direttore del MArRC, Carmelo Malacrino. Tra le sale espositive riecheggiavano le melodie suonate dai musicisti, mentre in altri spazi si svolgevano laboratori didattici, incontri scientifici e momenti divulgativi. E al Livello E si poteva visitare la magnifica mostra sulla musica e la danza nel mondo greco e romano. Un risultato che si deve alle sinergie messe in campo sul territorio, con enti, università e associazioni. Ringrazio la dott.ssa Giuseppina Cassalia, funzionario del Museo, per l’ottimo coordinamento e tutti quelli che hanno collaborato per rendere quella della Musica una Festa indimenticabile».
Mercoledì 21 giugno, giorno del solstizio d’estate, hanno avuto inizio le “Armonie sul classico”, grazie alla collaborazione con il Conservatorio “F. Cilea” di Reggio Calabria, diretto da Francesco Romano. Il Museo ha ospitato nelle sale espositive le “prove aperte” di giovani musicisti; nei diversi giorni si sono succeduti gli allievi delle classi di strumenti ad arco, di clarinetto e di chitarra.
Nel pomeriggio di mercoledì, nel suggestivo spazio di Piazza Paolo Orsi, si è esibita la Corale Polifonica Mater Dei, diretta da Mariaflavia Bellantone e Caterina Zeffiro. Un coro composto da circa 30 giovani e adulti, che ha animato il cuore pulsante del museo, in costante dialogo con i Bronzi di Riace.
Giovedì 22 giugno il MArRC ha proposto un divertente laboratorio didattico sul tema della musica, condotto dalla 4Culture e dedicato ai bambini tra i 7 e i 10 anni.
Venerdì 23 giugno, sulla magnifica terrazza affacciata sullo Stretto, si è tenuto l’incontro scientifico “Le azioni e i movimenti espressivi nel rito, nell’arte e nella malattia. Una visione contaminata dell’attività del cervello umano”. L’evento, organizzato dal prof. Umberto Aguglia, è stato patrocinato dall’Università Magna Grecia di Catanzaro, dall’Università Mediterranea di Reggio Calabria, dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria e dal Touring Club Italiano – Sezione Reggio Calabria.
Infine sabato 24 giugno, nella Sala conferenze del Museo, si è tenuta la presentazione del romanzo “L’atomo inquieto” di Mimmo Gangemi, promossa dal Centro Internazionale Scrittori della Calabria.
Ma, in particolare, la Festa della Musica è stata l’occasione migliore per visitare la grande mostra “Per gli dei e per gli uomini. Musica e danza nell’antichità”, curata dal direttore Malacrino insieme all’archeologa Patrizia Marra e alla dott.ssa Angela Bellia, ricercatrice dell’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale del Cnr e studiosa di musica antica tra le più accreditate a livello internazionale. Una straordinaria esposizione temporanea con oltre 160 opere provenienti non solo dalle collezioni del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, ma anche da quelle del Museo Archeologico Nazionale di Napoli e del Museo Archeologico Regionale “Paolo Orsi” di Siracusa. (rrc)
Il sindaco metropolitano facente funzioni, Carmelo Versace, è intervenuto al seminario scientifico “Le azioni ed i movimenti espressivi nel rito nell’arte e nella malattia. Una visione contaminata dell’attività del cervello umano”, organizzato dal professor Umberto Aguglia, neurologo già ordinario dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, in collaborazione con Museo Archeologico Nazionale e patrocinato dall’ Università “Mediterranea”, dall’Università “Magna Graecia” di Catanzaro, dal Touring Club Italiano e dalla Città Metropolitana.
Nel ringraziare il direttore Carmelo Malacrino ed i presenti nella sala conferenze del museo di Piazza De Nava, il sindaco facente funzioni Versace ha sottolineato «l’intuito e la caparbietà del professor Aguglia nell’allestire un programma che riunisce, in un unico posto, fra i più autorevoli e illustri professionisti del settore».
«Segno – ha aggiunto – di una maturità e di un livello che permette al territorio di emergere in un campo sì settoriale, ma che riesce ad esaltare la qualità di un evento scientifico in un più ampio contesto nazionale». «Ciò – ha sottolineato Versace – mi riempie di orgoglio anche perché si è stati in grado, finalmente, di unire due realtà importanti come Reggio e Catanzaro in un frangente in cui, ad innalzarsi, è il sentimento di una Calabria unita e proiettata verso un obiettivo di crescita comune».
Un altro aspetto importante del seminario organizzato dal professor Aguglia, secondo Versace, è rappresentato «dall’unione delle istituzioni che, quando collaborano, dimostrano di saper lavorare bene e di tramandare un’immagine migliore e diversa, sicuramente positiva, della nostra realtà territoriale». (rrc)
Il sindaco metropolitano facente funzioni, Carmelo Versace, è intervenuto all’inaugurazione della mostra “Per gli dei e per gli uomini. Musica e danza nell’antichità”, allestita presso il Museo Archeologico Nazionale e curata dal direttore Carmelo Malacrino, dall’archeologa Patrizia Marra e da Angela Bellia, ricercatrice dell’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale del Cnr. All’evento hanno preso parte anche il sindaco facente funzioni del Comune di Reggio Calabria, Paolo Brunetti, e l’assessora comunale alla Cultura, Irene Calabrò.
«Non si è mai visto il Museo così tanto vicino al territorio e indissolubilmente legato alle sue dinamiche di crescita. Merito, senza dubbio, va ascritto al direttore Carmelo Malacrino ed al suo staff che, in questi anni, stanno conducendo uno splendido lavoro». Così, Carmelo Versace, ha commentato l’apertura di una mostra che «non conclude, ma rilancia l’attività del 50° anniversario del ritrovamento dei Bronzi di Riace». Un’iniziativa, per il sindaco metropolitano facente funzioni, che «rappresenta un ulteriore momento di crescita sociale, civile e culturale per la comunità e che costituisce un elemento in più da offrire ai turisti».
L’esposizione “Per gli dei e per gli uomini. Musica e danza nell’antichità” segna l’inizio della programmazione estiva del MaRc. «Anche in questa circostanza – ha concluso Versace – il Museo Archeologico si conferma catalizzatore di eventi di altissima fattura, capace di coinvolgere e riunire alcune fra le più prestigiose istituzioni culturali del Paese. In questo percorso, contrassegnato dalla presenza di oltre 160 opere, si ritrovano reperti provenienti non solo da Reggio, ma anche dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli e da quello Regionale di Siracusa. Un viaggio intenso fra sculture antiche, manufatti che trasudano di storia e strumenti musicali che richiamano i suoni greci e romani. Un’altra fantastica e pregevole offerta culturale messa a disposizione di chi vuole conoscere quanto di buono ha da offrire la città di Reggio Calabria».
Su questo aspetto si è soffermato anche il sindaco facente funzioni del Comune, Paolo Brunetti, rimarcando «il prezioso impegno messo in campo dal direttore Malacrino». «I dati dell’ultimo anno – ha detto – indicano una crescita notevole ed esponenziale di visitatori al nostro Museo. Se cresce il MaRc cresce l’intero territorio».
«Sono, quindi, felice di continuare questa fondamentale collaborazione – ha concluso Brunetti – certo di quanto sia importante, per il popolo reggino, riappropriarsi della propria identità con la consapevolezza di quello che si è e di quello che si può essere. Serve la voglia e l’impegno di ognuno di noi per riuscire a mostrare al mondo il volto vero della nostra amata Reggio Calabria». (rrc)
20 luglio – C’è una mostra, all’interno del Museo Archeologico di Reggio da non perdere assolutamente: per la prima volta vengono esposti al pubblico i pezzi della straordinaria collezione di Tanino De Santis, donati al Museo nel 1959 ma rimasti fino ad oggi conservati nei depositi. Il nome di Tanino De Santis non è molto conosciuto, eppure questo giornalista-archeologo è stato in prima linea nella difesa dei beni culturali e del territorio calabrese, un precursore di battaglie per il patrimonio artistico che solo da poco tempo si sono fatte sempre più frequenti. C’è tanto di Magna Grecia nella collezione De Santis, a testimonianza di una vita spesa per la tutela e la valorizzazione del patrimonio della Magna Grecia.
La mostra sarà inaugurata questo pomeriggio alle 17.30 e, di certo, attirerà, a buon diritto, la massima attenzione ben oltre i confini regionali. L’evento rientra nel calendario delle iniziative nell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale. Insieme ai curatori, interverranno all’Inaugurazione rappresentanti istituzionali e personalità del mondo della cultura. Sarà presente, tra gli altri, Franco Bettarini, il Sindaco di Francavilla Marittima, borgo nell’alto Jonio cosentino, di cui de Santis era originario.
I visitatori troveranno un suggestivo percorso espositivo archeologico-biografico, curato dal direttore del MArRC, Carmelo Malacrino, insieme con Maurizio Paoletti, docente di Archeologia Classica presso l’Università della Calabria e membro del Comitato Scientifico del Museo, e Daniela Costanzo, archeologa tra i nuovi assunti dal MiBACT.
Saranno esposti per la prima volta oltre 400 reperti, dalla preistoria all’età tardo romana, della collezione di Tanino de Santis, lasciata in eredità al MArRC nel 2015. Dopo un’accurata attività di restauro, inventariazione e catalogazione, che ha visto la collaborazione tra diverse professionalità museali, queste straordinarie testimonianze della storia dell’antichità calabrese saranno presentate in un allestimento volto a valorizzare la figura di de Santis, tra i personaggi più rilevanti nel dibattito archeologico del Novecento in Calabria.
Medaglia d’argento della Presidenza della Repubblica Italiana come benemerito della cultura e dell’arte, de Santis fu tra l’altro fondatore e direttore della rivista “Magna Graecia. Rassegna di archeologia, storia, arte, attualità”, dal 1966 al 2003, rivolta «ai custodi di antiche memorie, agli studenti, alle persone colte, a quanti conoscono bene l’atmosfera di disinteresse che nel Mezzogiorno troppo spesso accoglie e mortifica le realizzazioni informate alla cultura e all’arte». Dalle pagine della sua testata interdisciplinare, de Santis condusse importanti battaglie civili in difesa del patrimonio culturale e paesaggistico calabrese. Per questo impegno fu anche vittima di un attentato.
La mostra riveste, quindi, un particolare interesse culturale e civile, per l’importanza dei contenuti materiali e per il rilievo della personalità del “giornalista prestato all’archeologia”, come ha definito de Santis l’archeologo Paoletti nel catalogo che accompagna la mostra.
Tra gli oggetti esposti per la prima volta al pubblico anche la pregiata Pelike a figure rosseche de Santis aveva donato al Museo fin dal 1959, finora rimasta conservata nei depositi. Il noto studioso di ceramografia italiota Arthur Dale Trendall individuò nell’opera i tratti stilistici di un pittore che, proprio dallo studio del vaso, ribattezzò “de Santis”. In mostra, anche manoscritti e documenti in collaborazione con la Biblioteca umanistica dell’Università della Calabria.
Il direttore Malacrino non nasconde la sua soddisfazione: «Siamo orgogliosi di questa esposizione, di enorme valore culturale e civile per la comunità calabrese, che è il frutto di un lavoro di équipe dei professionisti e del personale del Museo, con la collaborazione dei volontari del Servizio Civile Nazionale. Con un lavoro di squadra, in poco tempo, presentiamo un eccezionale patrimonio archeologico e storico. Gli oggetti collezionati da de Santis e donati al MArRC sono un racconto sulla Calabria antica e, allo stesso tempo, rappresentano una testimonianza importante della storia dell’archeologia calabrese. La visita alla mostra è l’occasione per un viaggio narrativo ricco di suggestioni».
Si tratta di una esposizione rivolta al grande pubblico e in particolare alla società calabrese, in quanto – spiega Maurizio Paoletti– «de Santis aveva capito già negli anni Cinquanta l’importanza del rapporto tra l’archeologia culturale e il mondo contemporaneo. Nel suo impegno in difesa del patrimonio storico, artistico e paesaggistico, fu un antesignano. Questo “giornalista prestato all’archeologia” ha condotto fondamentali battaglie in difesa dei beni culturali e del territorio, lasciando agli specialisti la parola». Poi, il professore dichiara: «Questa collezione è stata resa fruibile nell’arco di un solo anno, in un lavoro di squadra. È l’esempio di un museo che funziona e che dialoga con i cittadini, che non è solo conservazione, ma è comunicazione intelligente».
«La collezione de Santis rappresenta un viaggio nella storia della Calabria, una vera “miniera archeologica”, come lo stesso Tanino descriveva la nostra regione», afferma Daniela Costanzo. «Essa raccoglie oggetti databili dal Neolitico all’età tardoantica, raccolti nel corso di svariati anni in cui de Santis si è prodigato per la conoscenza e la valorizzazione del territorio e del suo paese natale, Francavilla Marittima. Anche grazie alle segnalazioni sue e del padre Agostino, infatti, questo sito è divenuto centro di fertili ricerche che continuano ancora oggi e hanno messo in luce un’importante necropoli dell’età del Ferro, settori di abitato e luoghi di culto di età arcaica». Ceramiche, bronzi, ambre, frammenti architettonici raccontano la vita e le storie delle popolazioni autoctone, gli Enotri, e del loro incontro con i Greci di Sibari, la fase magnogreca, il subentrare delle popolazioni italiche e in seguito dei Romani. «L’esposizione dei reperti archeologici si affianca al materiale bibliografico del “Fondo de Santis” gentilmente prestato dalla Biblioteca di Area Umanistica della Calabria – continua l’archeologa – e a ricostruzioni in grado di trasmettere ai visitatori le funzioni d’uso degli oggetti esposti». (rrc)
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