Dl Enti, Occhiuto (FI): Norme importanti per il sistema sanitario calabresi

Il senatore di Forza Italia, Mario Occhiuto, ha evidenziato come nel Dl Enti «sono presenti importanti disposizioni che riguardano il sistema sanitario calabrese. Le misure a sostegno del servizio sanitario della Regione Calabria, adottate lo scorso anno, vengono prorogate fino al 31 dicembre».

«Si tratta di un intervento straordinario – ha aggiunto – che ha bisogno ancora di qualche tempo, considerata la disastrosa situazione iniziale cui ci si è trovati di fronte. Ma i programmi operativi proseguono molto bene verso il piano di rientro dai disavanzi del servizio sanitario regionale».

«Gli Enti del servizio sanitario della regione Calabria – ha proseguito – potranno adottare il bilancio di esercizio del 2022 entro la fine di giugno 2023. Potranno inoltre deliberare i bilanci pregressi che non sono ancora stati adottati entro la fine del 2024. Sono infatti in corso attività di revisione contabile dei fornitori, ma anche il monitoraggio e la gestione del contenzioso, e proseguono le procedure di controllo, liquidazione e pagamento delle fatture».

«Ecco perché si sono rese urgenti e necessarie le ulteriori disposizioni – ha concluso – ora trasferite in questo decreto. Quindi norme concrete e immediatamente operative legate alla gestione dei bilanci. Ma soprattutto, queste disposizioni, spesso molto tecniche, sono fondamentali perché lo scopo è raggiungere gli obiettivi connessi al rispetto dei livelli essenziali di assistenza». (rp)

Rapani (Fdi): Lo sviluppo dell’economia locale su base culturale è possibile nella Sibaritide

Il senatore di Fdi, Ernesto Rapani, ha ribadito che anche nella Sibaritide è possibile «lo sviluppo dell’economia locale su base culturale».

«Per questi motivi ho incontrato il direttore del Museo della Sibaritide e responsabile della Direzione regionale Musei della Calabria, dott. Filippo Demma al quale ho manifestato le mie congratulazioni per un progetto unico in Italia», ha spiegato il senatore che si è complimentato con il direttore Demma «per essere riuscito a sottoscrivere un accordo per la valorizzazione integrata del Parco archeologico di Sibari e del territorio della Sibaritide tra dodici comuni ed altri otto tra enti, l’Arcidiocesi di Rossano-Cariati, la Diocesi di Cassano ed alcune associazioni».

«Al direttore – ha proseguito Rapani – ho proposto l’opportunità di estendere la rete all’intero arco jonico, l’area della Magna Grecia, da Sibari a Crotone, in lui ho trovato grande condivisione, perché è nel solco tracciato che si possono valorizzare al meglio le bellezze culturali, storiche, architettoniche del territorio. Su sollecitazione del circolo di Fratelli d’Italia di Isola Capo Rizzuto ho proposto di rendere fruibile ai turisti anche l’area di Le Castella».

«Il direttore Demma, già informato, ha tempestivamente annunciato in proposito di voler comunicare al Comune di Isola Capo Rizzuto la disponibilità ad affidare l’area all’ente, per renderla fruibile al pubblico il prima possibile – ha detto ancora il senatore –. Nei mesi scorsi, a proposito di carenze nelle risorse umane della rete museale calabrese, ho presentato un interrogazione parlamentare al Ministero della Cultura per sottolineare i problemi che gravano sul comparto calabrese e se lo stesso dicastero intenda sbloccare la condizione di stasi dei vincitori dei concorsi per ripianare le piante organiche e garantire la piena operatività dei musei e dei siti archeologici calabresi e già, anche se è solo una boccata d’ossigeno, qualche risposta attraverso l’assegnazione di personale, è arrivata. L’assunzione di personale, ad oggi, in Calabria è fondamentale per il rilancio dei nostri beni culturali». (rp)

Trame Festival, Minasi (Lega): Cultura, legalità e lotta alle mafie non devono avere colore politico

La senatrice e componente della Commissione parlamentare antimafia della Lega, Tilde Minasi, ha commentato la partecipazione della segretaria Schlein al Festival sul tema mafie, da tanti anni organizzato nella città di Lamezia Terme.

«Ho visto ieri su Instagram – ha spiegato – una vivace sintesi video di una serata della segretaria Pd Elly Schlein in Calabria: intervista sul palco, strette di mano, passerella “scortata” da giornalisti, ex politici, parlamentari (il senatore Irto) e altri volti conosciuti. Ho pensato si trattasse di una festa dell’Unità, e invece ho capito subito dopo, con molta sorpresa, che era il Trame Festival, cioè il festival dei libri sulle mafie in corso a Lamezia Terme».

«Ho voluto verificare se nel programma del festival – ha proseguito – fosse prevista la partecipazione di altri segretari di partito o altri colleghi parlamentari, magari più addentro al tema mafie o di diversa appartenenza politica, ma mi sembra di non aver scorto alcun nome e che, dunque, Elly Schlein sia stata l’unica ospite appunto politica dell’evento, quasi un’ospite d’onore…».

«Ebbene – ha continuato Minasi – mi auguro che gli organizzatori del Festival abbiano comunque invitato altri rappresentanti come protagonisti di incontri analoghi a quello della Schlein, e che magari questi colleghi, per un qualunque motivo, non siano potuti intervenire, altrimenti dovrei pensare che sia scorretto e grave che una manifestazione che, per tanti anni, si è occupata in modo accurato, approfondito e pluralista di un tema così delicato e universale come le mafie e, per di più, finanziata in parte da copiosi fondi pubblici, diventi adesso il salotto del Pd, riducendosi a una celebrazione di una parte politica e di un segretario di partito chiamato, tra l’altro, a parlare di questo argomento senza, mi pare, essersene mai occupata (cito dal programma: “Contro le mafie una politica radicale” – Elly Schlein ne parla con Emiliano Fittipaldi, Domani Editoriale)».

«La cultura, la legalità, l’informazione, la lotta contro la criminalità organizzata – ha sottolineato la parlamentare – non hanno e non dovrebbero avere colore politico, e invece ancora una volta mi pare abbiamo assistito a un’occupazione piddina di un evento culturale, che non fa bene a nessuno: certamente non alla cittadinanza – che ha diritto ad ascoltare tutte le voci e che peraltro paga l’evento stesso con soldi pubblici e non del Pd – né al contrasto al fenomeno mafioso, di cui la politica tutta deve farsi carico».

«Mi spiace – ha concluso Minasi – per quella che appare, almeno allo stato dei fatti, come una caduta anche di stile di un festival che ha rappresentato finora un punto di riferimento nel panorama della cultura antimafia – e di cui la Calabria poteva andare fiera – anche per il suo carattere apartitico, e che adesso, invece, ha assunto una precisa connotazione di parte, che lo svilisce e lo delegittima. Ribadisco, la lotta contro le mafie è una battaglia di tutti». (rp)

Rapani (Fdi) presenta interpellanza per evitare riapertura impianto di San Sago a Tortora

Il senatore di Fdi, Ernesto Rapani, ha presentato una interpellanza al ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, «per sapere se e quali iniziative di competenza il Governo intenda assumere per evitare la riapertura dell’impianto di San Sago a Tortora».

Tale impianto, per il parlamentare, «potrebbe essere in conflitto con le esigenze di tutela ambientale e della salute, sollecitando le Regioni interessate a svolgere un’istruttoria completa ed approfondita, che valuti attentamente, tra gli altri, la pericolosità dei rifiuti trattabili».

«Al Ministro, tra le premesse ho evidenziato che l’eventuale riapertura sta destando grande apprensione, tra cittadini, associazioni e istituzioni locali – ha aggiunto – perché negli anni oggetto di numerose denunce e procedimenti giudiziari per ipotesi di smaltimento illecito di rifiuti solidi urbani provenienti da Calabria, Campania e Basilicata e sversamento di liquami non depurati nel Tirreno. Le preoccupazioni aumentano se si considera che il sito rientra nella perimetrazione del Parco Nazionale del Pollino, l’area protetta più estesa d’Italia, il cui habitat riveste un ruolo fondamentale per la tutela di specie rare e in via di estinzione, e al fiume Noce. Sito nato oltre 30 anni fa come impianto pubblico autorizzato al trattamento dei reflui urbani comunali, poi riconvertito in impianto privato autorizzato al trattamento dei rifiuti speciali pericolosi e non solo».

«L’impianto, infatti – ha proseguito – dovrebbe trattare svariate tipologie di rifiuti speciali liquidi e fangosi provenienti, tra l’altro, da industria tessile, chimica e meccanica, nonché percolati prodotti dagli impianti di discarica e rifiuti provenienti da tutta Italia, che mettono a serio rischio ambientale un territorio come quello della Valle del Noce, tra Calabria e Basilicata, considerato un vero paradiso terrestre».

Rapani ha ricordato che secondo un atto di sindacato ispettivo del 13 gennaio 2022 «“già a partire dal 1992 vi è stato un susseguirsi di eventi riguardanti l’impianto: moria di pesci nel fiume tra l’impianto ed il mare; un tir sorpreso dai Carabinieri a riversare rifiuti pericolosi su un terreno adiacente il fiume Noce”, tutti episodi a cui hanno fatto seguito indagini della Procura di Paola e di Lagonegro ed anche un sequestro giudiziario, il 27 novembre 2013, che ha fermato l’attività delle macchine che trattavano 300 metri cubi di reflui urbani e industriali (in buona parte pericolosi) al giorno, per un totale di 110.000 metri cubi all’anno».

«Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Paola – ha sottolineato il senatore di Fdi nell’interrogazione – disponendo il sequestro preventivo dell’impianto ha riscontrato la presenza di numerose tubazioni volanti, predisposte sulle vasche per bypassare sezioni del processo depurativo, la completa disattivazione della sezione di depurazione relativa alla denitrificazione, l’inefficacia della sezione di depurazione relativa alla ossidazione, il non perfetto funzionamento del sistema di caricamento dei fanghi disidratati e l’inosservanza delle prescrizioni contenute/richiamate nell’Autorizzazione integrata ambientale».

«Da quanto appreso dalla stampa – ha concluso Ernesto Rapani – nei mesi scorsi erano state rinviate le Conferenze dei servizi in cui si sarebbe dovuto riesaminare l’Autorizzazione Integrata Ambientale, perché nella nota tecnica trasmessa, con parere negativo motivato, erano evidenziate, appunto, tutte le criticità della struttura, i vincoli sull’area e la sussistenza degli usi civici che, secondo il dipartimento Ambiente della Calabria, non incidono sul rilascio dell’Aia». (rp)

Stabilizzazione personale sanitario covid, Minasi (Lega): Presto a soluzione anche a Reggio

La senatrice della Lega, Tilde Minasi, ha reso noto che sta seguendo da vicino «la vicenda relativa alla stabilizzazione del personale sanitario che era stato assunto provvisoriamente dall’Asp di Reggio Calabria per fronteggiare l’emergenza Covid, perché, come ho avuto modo di ribadire più volte, ritengo che rappresentino risorse preziosissime, già formate ed esperte, per garantire ai cittadini una migliore assistenza sanitaria».

«E, dopo la conclusione positiva delle procedure di assunzione definitiva per 70 unità all’Asp di Catanzaro – ha aggiunto – credo sia il momento migliore perché si intervenga analogamente anche all’Asp di Reggio».

«Nel salutare la nuova direttrice dell’Asp di Reggio, Lucia Di Furia, e porgerle un augurio pubblico di buon lavoro e dopo avere avuto già occasione di parlare sia con lei che con il coordinatore delle Usca, dott. Giordano – ha proseguito – ho potuto verificarne la sensibilità sul tema, dunque sono certa che la stabilizzazione del personale in questione possa diventare presto realtà. Già da tempo, infatti, sono stati avviati i colloqui per un ulteriore proroga dei contratti in essere fino a dicembre 2023 (come da normativa nazionale), presupposto che consente, appunto, alla neo direttrice di espletare tutte le procedure necessarie per una sistemazione stabile dei sanitari precari».

«La loro permanenza in servizio, infatti, come la stessa dott.ssa Di Furia sa – ha detto ancora –, è fondamentale per garantire i Lea alla cittadinanza reggina e sono certa che, come già successo a Catanzaro, riusciremo ad arrivare a breve a una conclusione positiva della vicenda. Continuerò comunque a seguire da vicino la sorte di questi professionisti, importanti non solo per l’assistenza ai cittadini, ma anche come aiuto per alleviare l’enorme carico di lavoro dei colleghi». (rp)

Rapani (Fdi): Carcere di Corigliano Rossano non può ricettacolo di detenuti pericolosi

Il senatore di Fdi, Ernesto Rapani, ha evidenziato come «gli episodi di violenza, gli ennesimi, che si sono registrati ieri all’interno del carcere di Corigliano Rossano devono indurci, indurre tutti e soprattutto le istituzioni preposte, ad una profonda riflessione».

«Nel manifestare solidarietà e vicinanza al personale di polizia penitenziaria aggredito – ha aggiunto – ma grazie al quale è stato evitato il peggio, non posso non sottolineare come nel penitenziario di Ciminata di Greco siano necessarie delle correzioni. Nei mesi scorsi abbiamo visitato la struttura con il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Del Mastro Delle Vedove, che è stato chiaro su obiettivi e linee di governo, che prevedono circa 2000 assunzioni. Ma nell’istituto di pena di Corigliano Rossano bisogna intervenire subito, anche perché non può fungere da ricettacolo per tutti quei detenuti che hanno creato problemi in altri istituti, come il gruppetto che ieri ha tentato di occupare la sezione in cui erano ristretti».

«Altro problema da risolvere, divenuto ormai atavico, è quello legato ai detenuti che accusano disagi psichiatrici. Le scelte – scellerate – compiute negli scorsi decenni, come quella di chiudere gli ospedali psichiatrici giudiziari, si stanno ripercuotendo oggi sulla realtà carceraria italiana in maniera preponderante – ha aggiunto –. Per questo motivi le Rems, le residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza, saranno fondamentali».

«Intanto, però, nella casa di reclusione di Corigliano Rossano servono rinforzi – ha concluso – ed anche immediati, perché una struttura di quelle proporzioni, con due sezioni di alta sicurezza (as2 e as3) e che ospita anche terroristi internazionali, non può continuare a essere gestita da appena 57 agenti di polizia penitenziaria rispetto ad una pianta organica che ne prevede più di 150. Come già accaduto in passato, mi farò portavoce di questi problemi e li sottoporrò alle attenzioni del Ministero della Giustizia». (rp)

Rapani (FDI): Verificare procedure e atti su riapertura impianto di Tortora

Il senatore di Fdi, Ernesto Rapani, ha chiesto di verificare gli atti e le procedure sulla riapertura dell’impianto di Tortora. Sulla questione, infatti, il parlamentare ha annunciato di aver coinvolto la politica regionale e che presenterà una interrogazione al ministero dell’Ambiente.

Il senatore, che ha partecipato a un dibattito insieme all’europarlamentare Vincenzo Sofo, sulla questione relativa alla conferenza dei servizi indetta dagli uffici della Regione Calabria, finalizzata al rilascio dell’Autorizzazione di Impatto Ambientale, ha rilevato come «nel 2023 avrei preferito partecipare all’inaugurazione dei lavori di bonifica per la messa in sicurezza dell’impianto di rifiuti pericolosi di San Sago, in prossimità del fiume Noce, nel comune di Tortora. Ed invece mi ritrovo a dover contrastare il rilascio di autorizzazioni per la riapertura del sito».

«Nel corso del dibattito – ha spiegato – sono emersi tanti dubbi e tante perplessità in merito all’iter che sta seguendo la procedura della conferenza dei servizi. È opportuno evidenziare che l’area interessata rientra nel Parco del Pollino, ed è dunque protetta. Si trova a ridosso di un torrente soggetto a nullaosta paesaggistico, vincolo idrogeologico, in area vincolata dal Piano di Assetto Idrogeologico e dal Piano di Gestione Rischio Alluvioni. Sembrerebbe ci sia un parere dell’autorità di bacino rilasciato senza alcuno studio idraulico- geologico imposto dalla normativa vigente».

«Inoltre – ha concluso – i comuni che si trovano nelle vicinanze dell’impianto di località San Sago sono tutti ad alta vocazione turistica e la ripresa delle attività andrebbe a creare un danno inestimabile all’economia del territorio». (rp)

Beni culturali in Calabria, Rapani (Fdi): Il Ministero sblocchi i vincitori dei concorsi

Il senatore di Fdi, Ernesto Rapani, ha presentato una interrogazione, chiedendo al ministero della Cultura «se sia a conoscenza dei problemi che gravano sul comparto della cultura calabrese e se intenda sbloccare la condizione di stasi dei vincitori dei concorsi del Ministero stesso per ripianare le piante organiche e garantire la piena operatività dei musei e dei siti archeologici calabresi».

«I musei calabresi rappresentano una ricchezza inestimabile per la nostra regione. Reggio, Locri Epizefiri, Sibari – ha evidenziato – sono solo tre eccellenze rispetto ai beni architettonici conservati in Calabria e che meriterebbero di entrare a far parte del novero del patrimonio Unesco. Mi preoccupa, però, l’impiego delle risorse umane nella gestione dei tanti patrimoni calabresi».

«Mi preoccupa ancora – ho riferito al Ministero – la notizia, riportata da fonti di stampa, rispetto al rischio di una prossima chiusura di musei e siti archeologici calabresi. Peraltro, secondo i sindacati le strutture calabresi sono ormai svuotate di dipendenti dopo l’emorragia determinata dai pensionamenti a cui non è corrisposto un adeguato turnover. La situazione più eclatante, rilevata già qualche mese fa, riguarda la Soprintendenza di Catanzaro e Crotone dove sono in servizio soltanto quattro persone (due amministrativi, un centralista e un architetto) che lavorano sotto la direzione dell’architetta Stefania Argenti, su una pianta organica ministeriale che ne contempla ben trentacinque».

«Allarmante, in particolare, la situazione dei siti pertinenti il Parco archeologico di Sibari e della Direzione regionale musei – ha proseguito Rapani – dove il personale di accoglienza e vigilanza in servizio, già numericamente inferiore di oltre il 50% rispetto all’organico previsto, sarà a breve ulteriormente ridotto in vista dei pensionamenti ormai prossimi, a tal punto da non poter più garantire l’apertura nei prossimi mesi estivi».

«E se non si interverrà tempestivamente, tale situazione rischia di penalizzare la Calabria nell’accessibilità, fruibilità e promozione, soprattutto in vista della stagione turistica alle porte – ha concluso – di un patrimonio di inestimabile valore, quello archeologico e culturale, che costituisce una delle realtà più positive della regione; un patrimonio che, invece, deve costituire la leva strategica per il rilancio culturale, economico e sociale della Calabria». (rp)

Dl Ponte, Irto (PD): È solo uno spot, mancano coperture finanziarie

Per il senatore del Partito Democratico, Nicola Irto, «il decreto sul Ponte dello Stretto proposto dal governo è una potentissima arma di distrazione di massa, brandita ogni qual volta va distolta l’attenzione mediatica da altro».

«Ma l’arma di distrazione di massa – ha aggiunto – può servire anche ad altro. Ad esempio, a coprire interventi che rischiano di sconquassare ulteriormente il Paese e di cui il governo deve assumersi la responsabilità politica. Perché non è un caso che il decreto Ponte sia nato quasi contemporaneamente all’ultima bozza, dagli effetti potenzialmente devastanti, sull’autonomia differenziata».

«Il governo non ha tenuto in alcuna considerazione neppure i rilievi che sono stati mossi nel corso delle audizioni nelle Commissioni competenti, rilievi secondo i quali l’attuale progetto di attraversamento stabile sullo Stretto è del tutto insostenibile, non soltanto sotto il profilo tecnico e ambientale, ma anche sotto il profilo economico-finanziario. Pertanto – ha sottolineato il parlamentare democratico – risulta chiaro che si tratta di una strategia del governo per annunciare opere che non saranno mai fatte” “Il nostro no, dunque, è un no al decreto per come è strutturato, per l’assenza di coperture finanziarie, per l’assenza di dibattito pubblico sui territori, perché nei fatti è solo uno spot».

«Una ferma opposizione – ha concluso – che proseguiremo nel Paese dovuta alla mancanza di strategia del governo sul tema complessivo dello sviluppo intermodale della rete dei trasporti. Senza tutto questo, il decreto Ponte è utile non per la comunità ma esclusivamente per la società che va a finanziare. Alla propaganda e all’arroganza del governo il Partito democratico vota no». (rp)

Concorsi Comune di RC, Minasi (Lega): Si faccia passo indietro e si faccia nuovo bando

La senatrice della Lega, Tilde Minasi, ha evidenziato come «i concorsi appena indetti dal Comune di Reggio Calabria sono chiaro segno di approssimazione amministrativa e di assenza di responsabilità politica e sociale nei confronti della Città e dei cittadini».

«Quest’Amministrazione a guida di facenti funzioni – ha aggiunto – esulta per l’indizione di procedure concorsuali che, anziché portare nuova linfa alla macchina amministrativa e burocratica, arricchiranno il Comune solo di ricorsi, contenziosi e speranze tradite.  Speranze dei tanti cittadini, soprattutto dei giovani, che vorrebbero lavorare nella nostra Reggio Calabria e dare un contributo allo sviluppo del territorio, ma che oggi, alla luce della sciatteria amministrativa e politica di chi governa la città, sono costretti a prendere atto che si è trattato di speranze mal riposte».

«La compagine politica comunale, dopo aver rinunciato a Formez PA per la gestione dei concorsi, ha addirittura deciso – ha proseguito – di farli svolgere da remoto, ossia da casa, quindi con una procedura che, introdotta tempo fa per fronteggiare l’emergenza covid, comporta notoriamente serie difficoltà a garantire adeguati controlli durante lo svolgimento delle prove e, quindi, carenza di trasparenza, oggettività ed imparzialità nella valutazione dei candidati.  Soprattutto non si comprendono le ragioni politiche e di opportunità alla base di questa scelta, soprattutto alla luce della comunicazione, risalente allo scorso 5 Maggio, da parte dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, circa la conclusione dell’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia».

«Peraltro, in questi bandi – ha spiegato – non è prevista la valutazione dei titoli di studio, non sono stabiliti i punteggi da assegnare alle prove a risposta multipla, non indicate la tipologia né la modalità di svolgimento delle prove da remoto, e la prova scritta, anch’essa da remoto, potrebbe addirittura essere a risposta aperta, il che comporterebbe ampi margini di discrezionalità per una Commissione di concorso di cui peraltro non è dato conoscere la composizione.  Inoltre, non risultano allegate al regolamento per l’accesso all’impiego, approvato dal Comune con D.G. del Comune n. 5 del 19.01.2023, le linee guida dell’Anci per i concorsi da remoto, per come di contro raccomandato dall’Anci medesima, che dettano disposizioni per la Commissione e per i candidati in merito allo svolgimento delle prove».

«Dunque una totale assenza di trasparenza, ripeto, e una decisione che accresce la deresponsabilizzazione sociale e politica a cui questa amministrazione ci ha abituati.  I bandi prevedono, oltretutto – ha sottolineato Minasi – che debbano essere i candidati a dotarsi dei computer, della connessione internet e di tutta la strumentazione informatica necessaria per le prove da remoto. Ma lo sa questa Amministrazione che molte famiglie e molti giovani non hanno purtroppo la possibilità di godere di connessioni internet a casa e di dotarsi di PC performanti come quelli richiesti? Che faranno queste famiglie e questi giovani? Rinunceranno a mettersi in gioco? Rinunceranno a candidarsi ai concorsi?».

«Questa modalità gestionale –  ha detto ancora – carica di fatto i costi delle prove sui cittadini e sulle fasce più deboli, piuttosto che rimettere all’Amministrazione il carico di fornire almeno la strumentazione necessaria; garanzia prevista in molti concorsi, certamente in quelli gestiti da Formez PA, organismo che rappresenta lo Stato ed a cui il Comune di Reggio ha inteso rinunciare. E, dunque, viene limitata di fatto l’accessibilità al concorso stesso, comprimendo ingiustamente i più elementari principi costituzionali previsti in materia di accesso al pubblico impiego. Ci sarebbe, anzi, da chiedersi perché gli strumenti informatici non possano essere forniti dalla società a cui è stato affidato il concorso, lautamente remunerata a spese dei cittadini».

«Questa vicenda – ha concluso la Senatrice – mostra il totale scollamento di Palazzo San Giorgio dalla realtà cittadina ed anche nazionale e chiediamo, dunque, un immediato e serio passo indietro all’Amministrazione, invitandola ad annullare la procedura concorsuale in atto, per predisporre un bando che risponda ai dovuti requisiti di trasparenza e imparzialità e consentire una selezione delle persone più preparate e meritevoli del nostro territorio, a prescindere dalla loro capacità di spesa». (rp)