di SANTO BIONDO – “Il costo per l’intera direttrice Salerno-Reggio Calabria non è ancora definito; è in corso il Progetto di fattibilità tecnico economico”. Così recita l’allegato al Documento di economia e finanza per 2021 in merito a quello che viene elencato fra gli interventi prioritari nel settore ferroviario.
Allo stato il costo dell’intervento previsto sull’alta velocità lungo la tratta Salerno-Reggio Calabria è di 11 miliardi e 200 mila euro circa, coperto in minima parte attraverso le risorse disponibili nel Next generation Eu e in massima parte attraverso un consistente scostamento di bilancio.
Non siamo noi a parlare, non siamo noi a prospettare l’ennesimo ritardo sulla realizzazione di un’infrastruttura determinante per la ripartenza della Calabria, ma sono i tecnici del ministero delle Finanze che sul tema intervengono, non proprio esplicitamente visto che si impegna il lettore alla ricerca del rimando in leggenda, con l’allegato dal titolo: Dieci anni per trasformare l’Italia. Strategie per infrastrutture, mobilità e logistica sostenibili e resilienti.
Alla pagina settantacinque dello stesso allegato al Documento di economia e finanza, però, i tecnici del ministero sono più chiari quando, esplicitamente, parlano di “realizzazione di un primo lotto funzionale ad Alta Velocità sulla Salerno- Reggio Calabria”.
E se questi dati non bastassero per allarmarci sulla reale possibilità di vedere conclusa in tempi europei un’opera determinante per ricollegare la Calabria al resto del Paese e provare a limare alcune delle pesanti diseguaglianze che la fanno apparire assai resiliente ma poco propensa alla ripartenza, si aggiungono quelli che abbiamo potuto desumere dal Documento strategico della mobilità ferroviaria di passeggeri e merci reso pubblico dal ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile.
Ebbene a pagina 64 di questo documento si può leggere chiaramente che degli oltre 17 miliardi di euro previsti per lo “sviluppo delle principali direttrici ferroviarie con interventi volti a garantire una connettività a rete su tutte le principali direttrici interpolo lungo i corridoi Core della rete Ten-T, con l’obiettivo di aumentare progressivamente il numero di capoluoghi collegati tra loro in meno di 4 ore e trenta”, una fetta non molto grande degli stessi verrà utilizzata per “i primi lotti funzionali delle direttrici Salerno-Reggio Calabria”.
Questo in una regione che, come si può apprezzare scorrendo lo stesso documento, presenta la vetustà media delle opere civili, quali gallerie, ponti, viadotti e sottovie, più alta d’Italia e stimabile in 93 anni.
Volendo fare i “conti della serva” per la realizzazione dell’alta velocità sulla direttrice Salerno-Reggio Calabria, lunga 445 chilometri, servirebbero quasi 23 miliardi, così suddivisi: Lotto 0 Salerno/Battipaglia, 40 km, 2,5 miliardi di euro; Lotto 1 Battipaglia/Praia, 127 km, 6,1 miliardi di euro; Lotto 2 Praia/Tarsia, 58 km, 3,9 miliardi di euro; Lotto 3 Tarsia/Paola, 30 km, 1 miliardo di euro; Lotto 4 Paola/Lamezia, 66 km, 3,2 miliardi di euro; Lotto 5 Lamezia/Gioia Tauro, 79 km, 3,2 miliardi di euro; Lotto 6 Gioia Tauro/Reggio Calabria, 45 km, 2,9 miliardi di euro.
A questi vanno aggiunti i 35 milioni, stanziato con il Decreto ristoro a copertura del progetto di fattibilità dell’intero tracciato. E se Gioia Tauro troppo spesso viene dimenticata, quello che balza agli occhi è la possibilità che un intervento importante, ma costoso, quale può essere il raddoppio e l’elettrificazione della linea ionica possa essere sostituita con l’utilizzo di convoglio mossi sperimentalmente a idrogeno, in sostituzione di quelli attuali che ancora usano il diesel, per ridurre le emissioni.
Per completare il piano previsto da Rfi mancano 54,6 miliardi di euro che serviranno a finanziare – come sottolineato anche da un importante quotidiano economico italiano – quella vasta area grigia di opere rimaste fuori dal Pnrr e fra queste, purtroppo, anche il completamento dell’alta velocità fra Salerno e Reggio Calabria. (sb)