Successo, a Catanzaro, per il Congresso Regionale della SITD (Società Italiana Tossicodipendenze), ospitato all’Università Magna Graecia, in cui sono state approfondite le problematiche legali e giudiziarie correlate al trattamento integrato ed al recupero dei soggetti con problemi di dipendenza patologica e/o di comorbilità psichiatrico-tossicologica.
«Abbiamo pienamente centrato la mission di questo meeting – ha affermato con soddisfazione Giovambattista De Sarro, presidente del Congresso e della sezione calabrese della SITD, nonché componente del Consiglio Direttivo nazionale –. Alla presenza di prestigiosi relatori regionali e nazionali, di provata esperienza e competenza in materia giuridica, legale, sociosanitaria, abbiamo esaminato diversi e fondamentali aspetti finalizzati alla cura e al recupero dei soggetti tossicodipendenti detenuti. La qualità degli interventi che si sono susseguiti, l’entusiasmo generato e il forte numero di consensi raccolti, ci conferma come questa sia la strada giusta da seguire: lavorare in sinergia per creare e applicare protocolli di riferimento e collaborazioni tra i vari servizi della rete territoriale, formando operatori multidisciplinari esperti del settore».
«Il successo di questo incontro – ha commentato Franco Montesano, componente della segreteria scientifica del Congresso, insieme ad Attilio Maria Insardà – è la prova che occorre mettere in rete tutte le risorse del territorio e creare proficue cooperazioni. Sul nostro territorio ci sono delle realtà virtuose che devono essere poste all’attenzione della Regione, che finora è sempre stata assente, in modo da attuare un’uniformità di azioni. Il nuovo governo regionale ha esternato su questi argomenti dichiarazioni di intenti molto promettenti, speriamo che le cose possano veramente cambiare».
«Bisogna avere una normativa unica in materia – ha dichiarato Giuseppe Lumia, già presidente della Commissione Parlamentare Antimafia – e, per questa ragione, l’Unione Europea deve essere organizzata su un modello federale, senza attribuire la decisione finale ai singoli governi. Mi auguro che la Calabria possa vivere una nuova stagione nella quale coniugare legalità costituzionale, e quindi valori come il lavoro, l’educazione, l’istruzione e lo sviluppo sostenibile, e vivere una dimensione più progettuale».
«La progettualità – ha spiegato – produce risultati e valorizza le risorse umane e le potenzialità territoriali. La legge n.45 del ’99, che porta il mio nome, ha avuto un’intuizione importante che deve essere riproposta, quello di un modello integrativo tra soggetti istituzionali, sociali e percorsi terapeutici. La grande innovazione che bisogna produrre è nel campo dell’inserimento lavorativo. Il ciclo della prevenzione e della cura deve avere una chiusura e, poi, queste persone devono essere reintegrate nel tessuto sociale tramite il lavoro».
Dichiarazioni rafforzate dallo stesso De Sarro che ha sottolineato: «Mancano realtà dove questi ragazzi possano essere gradualmente inseriti, lavorando e guadagnando, per ridare a loro un minimo di dignità sociale e potersi allontanare dal mondo oscuro delle dipendenze».
1Nel momento in cui – ha evidenziato Laura Antonini, presidente, Tribunale di Sorveglianza di Catanzaro – la sanità penitenziaria è passata dal Ministero della Giustizia al Servizio Sanitario Nazionale e poi alle Regioni, si è verificato che quest’ultima non si è fatta sufficientemente carico delle nuove competenze che le sono arrivate. Mi hanno comunicato, però, che la Regione Calabria ha recentemente istituito un gruppo per la responsabilità sanitaria penitenziaria e speriamo si inauguri una nuova era con questa amministrazione regionale».
«Riguardo la comorbilità siamo all’anno zero – ha concluso –. I centri di salute mentale non ce la fanno, hanno un carico di lavoro eccessivo e poche risorse, umane e materiali. Lo Stato non può pretendere che i problemi vengano pagati dall’ultimo anello catena. Dobbiamo ricostruire noi dal basso il sistema e, per questa ragione, invito tutti al tribunale di sorveglianza per siglare insieme protocolli attuativi».
Presente anche Isabella Mastropasqua, dirigente del Centro per la Giustizia Minorile per la Calabria: «Gli adolescenti rappresentano una categoria a rischio. Noi ci troviamo con ragazzi che vivono con problemi di salute mentale, disturbi alimentari, dipendenze di vario tipo. La psicologia della devianza ci ha insegnato che il reato del giovane è un atto comunicativo, un segnale al mondo degli adulti rispetto alla fatica di crescere. Hanno bisogno, quando entrano nelle nostre strutture, di trovare servizi adeguati, ma soprattuto di un approccio di cura a diversa intensità. Spesso per carenza di risorse e di organico dobbiamo far emigrare questi utenti in strutture al Nord e al Centro Italia».
«Due note positive? A breve aprirà una struttura di accoglienza ad Amantea – ha spiegato –. In più, nei giorni scorsi, è stato siglato un accordo, in conferenza Stato-Regioni, che prevede la possibilità di aprire tre strutture altamente specializzate per adolescenti con problemi di salute mentale e di dipendenza. Saranno ubicate al nord, al centro e al sud, in base alla disponibilità delle regioni che dovranno dimostrare di volersi cimentare in questa nuova sfida. Verrà elaborato un piano e si prevede l’operatività già dal prossimo anno. Speriamo di non perdere questa opportunità».
Responsabile scientifico del Congresso è Antonio Leo. Componenti del Comitato Scientifico: Benedetto Caroleo, Domenico Cortese, Lorita Biondi, Giorgia Ritrovato, Luigi Pullia, Massimo Chirico. (rcz)