Nei giorni scorsi, all’Auditorium dell’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri di Reggio Calabria, si è svolta la cerimonia per l’ambito e prestigioso traguardo dei cinquanta anni dalla laurea.
A ricevere l’ambito riconoscimento per una pluridecennale carriera nel campo sanitario, a favore dei pazienti, i medici: Anghelone Paolo, Asciutto Salvatore, Barillà Stefano, Barone Santo, Bartolomeo Filippo, Bellinvia Carmelo, Bitto Nataluccia Liala, Bolignano Giuseppe, Calabrese Giuseppe, Calcaterra Giuseppe, Cama Pasquale, Caminiti Francesco Marcello, Cavaliere Giovanni, Ceratti Adolfo, Cogliandro Liborio, Comis Margherita, De Carlo Nicola, De Felice Flaminio, Familiari Luigi, Ferraro Franco Maria, Florio Raimondo, Foti Natalino, Foti Rocco Renato, Giovinazzo Girolamo, Iacopino Lorenzo, Iannopollo Michele Cosimo, Iatì Alfredo Rocco, Incognito Antonio, Labate Carlo, Laganà Mario, Landi Francesco Luigi, Logozzo Bruno, Lombardo Franco, Luciano Angela Dolores, Macrì Olga Maria, Mafrica Emilio, Mandarano Domenico, Meduri Paolo, Milicia Rocco, Musuraca Francesco, Nicolò Antonino, Nobile Francesco, Palermo Franca Viviana, Panagia Manlio, Pansera Paolo, Pascarelli Carlo Maria, Paschu Christina, Pasquale Eugenio, Paviglianiti Giuseppe, Pellegrino Francesco, Pizzi Giovanni, Polimeni Ferdinando, Ranieri Gianfranco, Romeo Gabriele, Romeo Giuseppe, Rosato Annamaria Andreina, Rossi Guido Antonio, Santoro Natale, Scappatura Maria, Sinopoli Giuseppe, Speranza Ugo, Spinzia Raffaele, Strati Giuseppe, Tedesco Vincenzo, Toscano Domenico, Vasile Rocco, Veneziano Pasquale, Violante Antonino, Vittorio Mario, Zoccali Carmine Giuseppe, Zuccalà Francesco Vincenzo.
A consegnare i riconoscimenti, il dottore e presidente dell’Ordine Pasquale Veneziano, i dottori Giuseppe Zampogna, Vincenzo Nociti, Bruno Porcino, Filippo Frattima che, all’unisono, hanno messo in evidenza le doti umane, morali e professionali di tutti i premiati.
«È un momento significativo nel calendario di eventi dell’Ordine professionale che rende omaggio a coloro che hanno svolto il mestiere di medico e interpretato questo ruolo delicato, all’interno della società, con grande rispetto dei principi e dei valori che sono incardinati in seno al Codice Deontologico – ha dichiarato il dottore Nociti –. Senza il sacrificio, la voglia e le competenze giuste non si può portare avanti la carriera professionale e, oggi, il riconoscimento e la medaglia che assegniamo, premia quei medici che, per tutta la loro vita, si sono spesi a tutela e difesa della salute pubblica».
«La sanità – ha spiegato – ha passato momenti molto difficili e questa ricorrenza non è solo una festa per i medici ma lo è anche per le loro famiglie perché uno specialista che riesce a portare avanti questo lavoro con abnegazione, forza e passione vuole dire che ha accanto un circuito familiare solido. Fare questo mestiere non è semplice e arrivare al 50esimo, è un successo del singolo e di tutta la classe medica. La nostra squadra è abbastanza compatta, non siamo infallibili, possiamo pure noi sbagliare ma una cosa è certa: chi sceglie di fare il medico sa che la sua vita diventa una missione per salvarne tante altre».
In doppia veste da Presidente dell’Ordine e da premiato, il dottore Veneziano ha ribadito che «questa è una tappa e non un traguardo perché il vero traguardo, lo vedremo quando festeggeremo i 60 e 70 anni di professione».
«Cinquant’anni di laurea è sicuramente una ricorrenza bellissima per incontrare e far incontrare tutti coloro che hanno fatto gli studi universitari insieme o che hanno lavorato stando vicino ai loro pazienti – ha aggiunto il dottore Veneziano –. È un momento di unione e festa per i medici e per le loro famiglie perché nessun dottore può esplicare bene la sua professione se non ha alle spalle una famiglia amorevole che lo sostenga. Tanta è la commozione nel ripercorrere con illustri colleghi, mezzo secolo di vita professionale passata tra le corsie di ospedali, negli studi, ascoltando e aiutando i nostri pazienti. La cerimonia non è solo la celebrazione di una ricorrenza ma è anche un’occasione per riflettere sul grande valore di una professione per la quale ognuno di noi ha dedicato gran parte della vita per il bene comune e la salute delle persone». (rrc)