Il 17 gennaio, a Lamezia Terme, nella sede del Dopolavoro Ferroviario di Santa Eufemia, si è celebrata la Giornata dei Dialetti. L’iniziativa è stata istituita nel 2013 allo scopo di salvaguardare il patrimonio dei dialetti di tutte le regioni italiane.
Si tratta della prima manifestazione di un interessante progetto del Dopolavoro Ferroviario intitolato Dialetti e Culture, che mira al recupero dei dialetti e delle culture del territorio lametino, estensibile ai paesi del Golfo e a quelli del retroterra che costituivano la Comunità dei Monti Tirio, Mancuso e Reventino.
Il progetto, pubblicato nel sito del Dopolavoro Ferroviario, è evolutivo presentando obiettivi a medio e a lungo termine. Lo ha spiegato, nelle linee essenziali, Vittoria Butera che ha invitato a collaborare tutta la popolazione, le associazioni e i ricercatori delle identità demo-antropologiche. L’indagine si sviluppa in due settori, entrambi alquanto dettagliati nel progetto: uno prettamente linguistico con la raccolta di parole, frasi, espressioni di vari ambiti; uno sulle identità culturali con la descrizione di tradizioni, riti, festività, e molto altro.
La manifestazione, aperta con il saluto di Luciano Chirico, Presidente del Dopolavoro di Santa Eufemia, è stata coordinata da Leonilda Cosentino, socia del Dopolavoro. Il pomeriggio culturale si è avviato con un recital di poesie scritte in nicastrese dalla professoressa Luciana Parlati, che le ha recitate egregiamente riproducendone il carattere satirico e le cadenze tipicamente vernacolari.
L’editrice Nella Fragale e il professore Francesco Polopoli hanno illustrando il Calandario Lametinu, scritto in lametino e dedicato ai personaggi egregi del territorio; Polopoli ha colto l’occasione per fornire spiegazioni interessanti di alcune espressioni linguistiche. Luisa Vaccaro, assessore allo Sviluppo territoriale di Lamezia, ha apprezzato il progetto e ha preannunciato la collaborazione dell’amministrazione comunale.
Poiché si è voluto fare un omaggio al dialetto di un’altra regione ed è stato scelto il napoletano, Francesco d’Alò (del Gruppo Teatrale ‘80) ha recitato ‘A Livella (di Totò). La manifestazione è stata conclusa dalla professoressa Lina Aracri, che per l’occasione si è presentata, insieme a Rosa Maria Nicastri, nei panni della pacchiana falernese, e ha illustrato i vari capi che componevano il complesso costume tradizionale. Un buffet, allestito dal Dopolavoro, ha fornito ai partecipanti il tempo di conoscersi e di scambiarsi opinioni. (rcz)