di ANTONIO LOIACONO – Non si placano i “rumors” intorno alla vicenda dell’inquinamento della Valle del Nicà provocato dal percolato prodotto dai rifiuti presso la discarica di Pipino, nel Comune di Scala Coeli, il quale esondando dall’area, tra il 22 e 23 giugno scorsi, è finito nelle falde acquifere dei corsi dei torrenti, nei terreni dedicati alle varie coltivazioni nonché all’allevamento della razza podolica, spingendosi fino al vicino mare Jonio!
Del dopo tavolo tecnico prontamente “apparecchiato” dalla Regione Calabria intorno al quale si sono seduti i sindaci, “commensali” interessati dall’evento inquinante, poco o nulla si conosce! Come se il colore torbido del percolato abbia ricoperto, anche, le argomentazioni essenziali che crediamo siano state affrontate in quella sede.
A tale proposito, il Circolo Legambiente Nicà, attraverso il suo presidente Nicola Abruzzese, continua a tuonare: «Vogliamo trasparenza – è l’incipit di Abruzzese –. In data 6 luglio scorso, presso il Dipartimento Ambiente della Regione Calabria, si è tenuto un tavolo tecnico, ai sensi dell’articolo 242 del Codice dell’Ambiente (Dlgs 3 aprile 2006, n. 152) in merito al disastro ambientale occorso nella Valle del Nicà. Tale riunione ha scaturito un comunicato stampa che ci sembra orfano di alcuni punti salienti».
«Non dice nulla, per esempio – ha detto – sui tempi e su modi della necessaria bonifica del territorio! Come associazione, nei prossimi giorni, chiederemo copia del verbale di tale riunione: vogliamo sapere di cosa si è parlato e quali sono state le determinazioni che sono state assunte. I cittadini ed il territorio del Basso Jonio cosentino e dell’Alto crotonese devono essere informati».
«Chiederemo, ad Arpacal, copia di tutte le analisi effettuate nell’area inquinata, dal Vallone Pipino fino alla foce del Nicà. Inoltre – conclude Nicola Abruzzese – al dirigente del Dipartimento Ambiente della Regione Calabria, ing. Salvatore Siviglia, chiederemo un incontro-confronto, in località Pipino, alla presenza dei nostri tecnici». (al)