di FRANCO BARTUCCI – Il Senato Accademico dell’Università della Calabria ha approvato una Mozione che condanna l’attacco terroristico di Hamas, auspica l’immediata cessazione delle azioni militari e il rilascio degli ostaggi.
Una bandiera della pace listata a lutto è stata esposta sul piazzale d’ingresso del ponte Pietro Bucci dell’Università della Calabria. Un atto simbolico, adottato dal Senato Accademico dell’Università della Calabria, di condanna contro la drammatica guerra tra Israele e Palestina. Così come simbolico e sentito è stato il minuto di silenzio osservato in apertura della seduta svoltasi martedì 21 novembre 2023.
Ma l’organo direttivo ha voluto andare oltre i simboli, con un atto formale e ha approvato all’unanimità una mozione che impegna l’Unical “a promuovere azioni di accoglienza, sostegno e concreta solidarietà per le comunità accademiche che oggi vivono scenari di conflitto in Medio Oriente, in Ucraina e a qualunque altra latitudine, in linea con i principi che l’Ateneo esprime e che di recente hanno già portato all’introduzione di borse di studio e di ricerca o forme di esonero dai contributi studenteschi, a favore di rifugiati e profughi di guerra”.
L’Unical segue con sgomento e preoccupazione – si legge nella mozione – «l’evolversi del conflitto in Medio Oriente, dove il feroce attacco terroristico di Hamas, dello scorso 7 ottobre 2023, ha seminato orrore e morte nella popolazione civile israeliana e il rapimento di centinaia di persone, e dove le tensioni israelo-palestinesi sono state esacerbate dalla conseguente azione militare del Governo di Israele che, isolando e accerchiando la striscia di Gaza e colpendo anche obiettivi non militari, sta riducendo in condizioni drammatiche la popolazione civile palestinese, causando gravi perdite di vite umane, soprattutto tra i bambini».
Si sottolinea, poi, «che l’azione istituzionale dell’Università della Calabria è da sempre ispirata ai valori universali della tutela dei diritti umani, della pace, della democrazia, della libertà, dell’accoglienza di ogni diversità, della cooperazione e della solidarietà”, ricordando come l’Unical “abbia tradizionalmente sostenuto le comunità accademiche di tutto il mondo che vivono una situazione di rischio nei Paesi di origine e subiscono limitazioni e restrizioni nelle ricerca e nell’insegnamento, promuovendo molteplici attività e concrete iniziative di supporto».
Il Senato accademico, in sintonia con la posizione assunta dalla Crui, auspica quindi «il rilascio di tutti gli ostaggi e l’immediata cessazione delle operazioni militari in tutte le zone di guerra attraverso azioni volte a recuperare gli strumenti della politica e della diplomazia, che favoriscano il dialogo e una idea di Pace fondata sul pluralismo religioso e sul rispetto dei diritti umani internazionalmente riconosciuti».
La considerazione finale è un messaggio di «sentita vicinanza e solidarietà a tutte le popolazioni la cui vita è stata sconvolta dalle barbarie della violenza e della guerra e, in particolare, alle studentesse e agli studenti israeliani e palestinesi comunque coinvolti nei tragici eventi».
Entrando nel merito specifico della Mozione approvata per la “pace” dal Senato Accademico dell’Università della Calabria si evidenzia in particolare la manifestazione di condanna verso qualsiasi forma di violazione dei diritti umani e di risoluzione armata delle controversie, nello spirito della previsione Costituzionale sancita all’art. 11, secondo cui “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”; mentre viene ribadito il valore del proprio pluralismo e della propria indipendenza da ogni condizionamento e discriminazione di carattere ideologico, religioso, politico o economico, con particolare riguardo al pieno ed effettivo rispetto della vita e delle libertà di religione, di manifestazione del pensiero e di scienza.
La Mozione infine auspica, come letteralmente scritto, il rilascio di tutti gli ostaggi e l’immediata cessazione delle operazioni militari in tutte le zone di guerra attraverso azioni volte a recuperare gli strumenti della politica e della diplomazia, che favoriscano il dialogo e una idea di Pace fondata sul pluralismo religioso e sul rispetto dei diritti umani internazionalmente riconosciuti.
Esprime la propria più sentita vicinanza e solidarietà a tutte le popolazioni la cui vita è stata sconvolta dalle barbarie della violenza e della guerra e, in particolare, alle studentesse e agli studenti israeliani e palestinesi comunque coinvolti nei tragici eventi.
Si impegna a promuovere azioni di accoglienza, sostegno e concreta solidarietà per le comunità accademiche che oggi vivono scenari di conflitto in Medio Oriente, in Ucraina e a qualunque altra latitudine, in linea con i principi che l’Ateneo esprime e che di recente hanno già portato all’introduzione di borse di studio e di ricerca o forme di esonero dai contributi studenteschi, a favore di rifugiati e profughi di guerra.
La mobilitazione studentesca dell’UniCal per la Palestina, che si è manifestata attraverso varie iniziative ed assemblee ha visto pure il presidio fuori dall’aula della seduta del Senato Accademico; mentre hanno pure occupato l’aula “Umberto Caldora in assemblea permanente, denotando sulla vicenda una particolare sensibilità.
Va detto che nella storia dell’Università della Calabria la problematica palestinese è sempre stata negli anni, da parte di movimenti studenteschi ed alcuni docenti dell’area sociologica/ politica, sotto osservazione e vicinanza. Quanto è successo lo scorso 7 ottobre nei pressi di Gaza con l’azione terroristica violenta e disumana da parte degli uomini di Hamas pone dei grossi problemi dal punto di vista umano, sociale e storico. Come sulla reazione distruttiva del governo israeliano nei confronti della città di Gaza, che coinvolge i civili con migliaia di morti, alla ricerca di Hamas.
C’è una domanda che tutto ciò impone, per capire dove stanno le responsabilità di entrambe le azioni di violenza che portano alla mobilitazione in ambito universitario nazionale ed internazionale come nella società civile.
Per anni Hamas ha costruito nel sottosuolo di Gaza una rete di tunnel aventi come scopo di condurre le azioni conflittuali che vediamo in questi giorni, non certamente altro. Chi ha consentito nel silenzio più totale, di quella cittadinanza, di realizzare quanto progettato?
Adesso occorre pacificamente pensare al futuro nel realizzare due nazioni due popoli con l’obiettivo di creare concordia e sviluppo. L’UniCal, per le condizioni che si trova oggi ad ospitare tantissimi studenti stranieri, oltre 1300 provenienti da 97 paesi del mondo, è nelle condizioni culturalmente, socialmente e religiosamente di dare un segnale forte di pace vissuta e di concordia sul campo adoperandosi a fare del Campus Universitario di Arcavacata un “Giardino di Pace”, per come sto scrivendo da più tempo sulle pagine di questo giornale. (fb)