di FRANCO BARTUCCI – In tanti hanno voluto esserci a Cosenza, nella chiesa delle Suore Domenicane, alla Messa celebrata da Mons. Giovanni Checchinato, Arcivescovo metropolita della Diocesi di Cosenza/Bisignano, in suffragio di Maria Fida Moro, primogenita dell’ex segretario nazionale della Dc e più volte presidente del Consiglio dei ministri, ucciso dalle Brigate rosse il 9 maggio 1978.
Durante la sua omelia il Presule ha avuto parole molto significative per l’intera famiglia Moro: «Da ragazzo frequentavo la parrocchia di Fregene (vicino Roma) e l’on. Aldo Moro tutte le domeniche sere partecipava alla celebrazione eucaristica. Lo vedevo che arrivava un po’ prima dell’inizio della Messa e tutto compito si comunicava al corpo e al sangue di Cristo».
Checchinato ha avuto anche un pensiero per Maria Fida: «La tragica morte del Presidente Aldo Moro ha toccato tutta la sua vita e se a volte i suoi interventi sono stati percepiti come “aspri” sicuramente erano dettati da un fondo di verità. Provo un profondo senso di rispetto per questa famiglia che ha vissuto e testimoniato un attaccamento al Vangelo, come lo è stato anche quella del giudice Bachelet».
Al termine della celebrazione ci si è soffermati a riflettere, su sollecitazione dall’editore Demetrio Guzzardi, responsabile del Centro studi calabrese “Cattolici Socialità Politica”, a riflettere sulla figura di Fida e del padre Aldo Moro, ricordando il profondo legame che aveva con la città di Cosenza. La mamma dello statista, Fida Stanchi era una cosentina: nata a Cosenza, il 14 luglio 1879, dove aveva conseguito il diploma di insegnante e iniziato la sua attività scolastica, partecipando attivamente alla vita culturale cittadina (collaborò con il settimanale “Cronaca di Calabria” e nel 1911 divenne socia dell’Accademia cosentina).
Nel 1909, durante un incontro sulle tematiche scolastiche conobbe l’ispettore Renato Moro, che svolgeva la sua missione a Castrovillari; qualche anno dopo (7 febbraio 1914) si sposarono a Cosenza e si trasferirono in Puglia. Fida accompagnò il marito Renato nelle varie sedi dove fu distaccato e successivamente lasciò il suo lavoro di insegnante per curare i 5 figli: Alberto, Aldo, Alfredo Carlo, Salvatore e Maria Rosaria. Fida Stinchi, concluse la sua esistenza a soli 59 anni a Bari (15 febbraio 1938); il figlio Aldo, consegue la laurea il 13 novembre 1938, con una tesi dedicata alla madre che, successivamente verrà pubblicata. La città di Cosenza a Fida Stinchi ha dedicato l’Istituto Magistrale.
Una circostanza quest’incontro con l’Arcivescovo Checchinato che ha consentito all’editore Demetrio Guzzardi, oltre che a fare un accurato ricordo sulla famiglia Moro, di riflettere sull’ opportunità di intitolare, come è stato riportato in un servizio recente del quotidiano online Calabria.live alla figura del Presidente Aldo Moro, firmatario della legge istitutiva dell’Università della Calabria, nel cinquantesimo della nascita della stessa Università, un tratto di strada che da Via Savinio porta al centro congressi “Beniamino Andreatta”, consulente economico del presidente Aldo Moro, oltre ad essere stato più volte ministro del Paese Italia.
Una proposta condivisa che ha maturato l’intenzione di costituire un Comitato di sostegno per un intervento appropriato, sia sull’Università che sul Comune di Rende, affinché si realizzi tale disegno in modo da consegnare alle nuove generazioni un pezzo di memoria sulla nascita dell’Università della Calabria, a cui hanno partecipato vari politici cosentini, a cominciare dal Ministro Riccardo Misasi, che ha firmato gli atti del Ministero della Pubblica Istruzione di nomina e composizione del Comitato Tecnico Amministrativo e dei Comitati Ordinatori delle quattro Facoltà previste dalla legge istitutiva 12 marzo 1968 n° 442; nonché firmatario, d’Ordine del Presidente della Repubblica, in qualità di Ministro della Pubblica Istruzione, del DPR n°1329 del 1° dicembre 1971 che dava alla costituenda Università degli Studi della Calabria il suo primo Statuto, riconosciuto all’epoca come la sua “Carta Costituzionale”. (fb)