Un viaggio in treno, quello di Corrado Alvaro, o meglio tanti viaggi, raccontati nel suo “Itinerario italiano”, pubblicato nel lontano 1958. Un viaggio durante il quale c’è l’occasione per lo scrittore di incontrare, conoscere, tratteggiare i ritratti di persone, luoghi, pregiudizi, tradizioni. Alvaro era andato via dalla Calabria nel 1915 e vi faceva occasionale ritorno: era anche quella l’opportunità di raccontare la “sua” Calabria attraverso memorie e scritti che avrebbero aiutato a meglio comprendere i calabresi e l’intera regione, tra chiari e scuri sì, ma con una vivida prosa di consumato reporter di viaggio.
Questa raccolta di racconti era pressoché dimenticata e si deve, meritoriamente, all’Editore Rubbettino averla riportata alle stampe per offrire ai lettori una lettura quasi inedita del primo Alvaro.
Nella bella introduzione, Vito Teti evidenzia che “sembrano considerazioni scritte oggi, che hanno il dono di mostrare lo sguardo lucido e profetico di Alvaro. E del tutto attuali sembrano i suggerimenti per affermare un altro modo di accostarsi al Sud e ai meridionali”.
Pochi sanno che la pluricitata espressione di Alvaro “Il calabrese vuole essere parlato” deriva proprio da uno dei racconti raccolti in questo libro che Bompiani pubblicò sessant’anni fa. Alvaro racconta di un industriale lombardo che a Giffoni voleva impiantare una ferrovia a scartamento ridotto per il trasporti di legno ma non riusciva ad ottenere il consenso dei proprietari dei terreni che dovevano essere attraversati dai binari. Fino a che non ricevette un consiglio da un vecchio del luogo. «Voi non avete capito un fatto: che il calabrese ‘vuole essere parlato’. – disse il vecchio secondo Alvaro – Bisogna parlargli come a un uomo che ha sentimenti, doveri, bisogni, affetti: insomma come a un uomo». “E il lombardo applicò il consiglio; parlò da uomo a uomo. Oggi la sua decauville passa per ventotto chilometri tra boschi di faggi e castagni…”. Un piccolo esempio delle tantissime “perle” che questo agile libro di 200 pagine riesce a offrire: è un modo di incontrare e apprezzare ancor di più il calabrese Corrado Alvaro che, prima dei libri importanti, fa sua la Calabria che già gli appartiene. (s)
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Un treno nel Sud di Corrado Alvaro
Introduzione di Vito Teti, 208 pagg. 14,00 euro – ISBN 9788849849059
Rubbettino Editore
L’ AUTORE
Corrado Alvaro
Nato a San Luca nel 1895 e scomparso a Roma nel 1956. Scrittore, poeta, giornalista, traduttore e sceneggiatore, è stato uno dei più grandi intellettuali del Novecento italiano ed europeo. Ha lavorato per il Corriere della Sera e Il Mondo. Tra le sue opere più famose “Gente in Aspromonte” (1930), “L’uomo è forte” (1938) e “Quasi una vita” (1950, Premio Strega).
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Il Sud del Mondo
Tutti i paesi hanno un Sud, voglio dire, il Sud dei problemi sociali, generalmente ad economia agricola, più povero del resto della nazione, anche se abbia risorse industriali, comne nei paesi del petrolio, nel Sud-est europeo e in Levante. Probabilmente sarà mutato, ma quando ebbi occasione di trovarmi a Bakù, una ventina d’anni fa, all’infuori della città del petrolio nella depressione al disotto del livello del mare, scorticata d’ogni terreno fertile, tutta la regione attorno era di popolazioni agricole. Il caucasiano, in costume nazionale e il pugnale alla cintura, pareva cittadino di un altro mondo, mentre aspettava il suo treno alla stazione, davanti ai convogli pachidermici dell’oro nero, quello che fa tanto fragore ovunque meno che sulla terra e nel cielo delle fonti di tanta energia e ricchezza. Nei paesi del Sud di tutto il mondo persistono le più antiche tradizioni. E tutti i meridionali del mondo, immessi nella vita urbana, sono quelli che buttano il più presto e il più lontano il carico delle tradizioni e die pregiudizi. Quasi sempre passivi e fatalisti, diventano realizzatori. E allora, l’ambiente in cui si trovano immigrati rimprovera ad essi le qualità acquisite, chiama invadenza ciò che in altri loderebbe come intraprendenza […]
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