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A Soverato due concerti internazionali per Armonie d’Arte Festival

Il prossimo 17 luglio, a Soverato, alle 22, all’Orto Botanico, si terrà il concerto di Jacques Morelenbaum, che omaggerà l’immenso patrimonio musicale della nazione sudamericana ormai da decenni protagonista della scena globale.

L’evento rientra nell’ambtio di Armonie d’Arte Festival, diretto da Chiara Giordano.

D’altronde da Heitor Villa Lobos in poi, il violoncello è diventato una delle icone musicali del Brasile; infatti il suo timbro dolce e romantico, l’incredibile somiglianza del suo suono con la voce umana e la sua naturale flessibilità tra articolazioni oscillanti e pura poesia fanno sì che questo strumento, di origine europea, assuma un’identità molto brasiliana. Combinando tutti questi elementi, il violoncellista, compositore, arrangiatore, direttore d’orchestra e produttore cheè  Jaques Morelenbaum offre una visione che coniuga tradizione e innovazione con un infallibile fascinazione del pubblico.

«Siamo felicissimi di questo concerto – ha dichiarato Giordano – perché in linea completa con la nostra ratio culturale, laddove le permanenze della tradizione della bossanova intersecano i sound, i ritmi, le nuove rotte musicali  del Brasile contemporaneo, facendo viaggiare il suo immenso patrimonio artistico lungo le rotte di tutto il mondo».

Il 18, poi, ritorna ad Armonied’Arte Festival la pianista giapponese Hiromi, nel frattempo diventata un’autentica superstar del Jazz, dopo oltre vent’anni di pubblicazioni e partnership di assoluto livello. Tecnica eccelsa, brillantezza, creatività, si inseguono nei concerti di questa virtuosa tenuta a battesimo dai Maestri Chick Corea e Stanley Clarke, per poi spiccare il volo per una carriera solista dai consensi entusiastici ed unanimi in tutto il mondo. Con il suo quartetto in cui spicca il nipote d’arte Adam O’Farrill ,(il nonno Chico è stato uno dei progenitori del più ruggente ed autentico suono cubano), presenterà “Sonicwonder”, il suo ultimo album che ne riassume estro e meraviglia, anche nell’utilizzo del sintetizzatore oltre che del prediletto pianoforte. Esibizioni stupefacenti che segnano un lungo, continuo e incredibile percorso che cancella i confini tra jazz e classica, composizione e improvvisazione.

«Il jazz – ha spiegato la direttrice artistica – è sincretismo culturale, musica che arriva lungo rotte di mare che uomini e donne dall’Africa nera approdavano forzatamente nell’America bianca portando il loro sound, il loro canto nelle lunghe e dure ore di lavoro nei campi,  e ha coniugato mondi lontanissimi, ha camminato strade che intersecavano storie e destini diversi, e tutti i colori. Ancora oggi raccoglie eredità in cui ogni linguaggio musicale appare, ed è, possibile, rigenerandosi».
«Questo è anche e straordinariamente Hiromi. Dunque – ha concluso – in coerenza con i nostri temi generali e annuali, parliamo esattamente di “permanenze”  e ”nuove rotte”, non solo mediterranee ma globali, in una Calabrai straordinaria che vale il Viaggio». (rcz)