Roberto Laudini, Coordinatore regionale del Si-Cobas – Sindacato intercategoriale lavoratori autorganizzati, la denunciato come «la struttura della Gestione Risorse Umane dell’Asp di Catanzaro comunica dati, non corrispondenti alla realtà, ai dipendenti in servizio nell’area dell’Emergenza Urgenza e condiziona, inceppando, l’intero meccanismo regionale che ha previsto la ripartizione delle risorse stanziate con la l’art. 1 comma 293 della Legge nazionale n. 234 del 30 dicembre 2021 (indennità per l’operatività in particolari U. O./Servizi)».
Per Laudini è «una storia incredibile, una situazione che prende il via con l’accordo regionale sottoscritto dai dirigenti della Cittadella e dalle organizzazioni sindacali il 15 febbraio 2024 che prevedeva la ripartizione di 1.153.596,00 euro di risorse pubbliche per il personale dipendente di tutte le aree e di tutti i ruoli dei servizi di pronto soccorso, del SUEM 118 e dei P.S. pediatrici/ginecologici ad accesso diretto».
«Per corrispondere tali risorse, la Regione Calabria ha chiesto preventivamente a tutte le Aziende del SSR – ha spiegato –, i dati del personale in servizio in quelle aree ricevendo una certificazione ufficiale di 1443 dipendenti così ripartiti: ASP CS: 473, ASP KR; 163, ASP CZ: 113, ASP VV: 185, ASP RC: 236, AOCS: 94, GOM: 89, Dulbecco: 90 = 1443».
«Sulla scorta del dato ricevuto dalle aziende – ha continuato – l’accordo regionale ha previsto per ogni singolo lavoratore, senza distinzione, 66,62 euro mensili per l’annualità 2022. Ad una attenta disamina dei singoli dati trasmessi dalle aziende, salta subito all’occhio l’incongruenza del dato comunicato dall’Asp di Catanzaro, tenuto conto che la cifra di 113 operatori per le aree di pronto soccorso e del Suem 118, è di gran lunga inferiore all’effettivo in esercizio, quindi non realistico. Per mesi, è calato il silenzio sull’argomento finché gli operatori interessati non hanno cominciato a reclamare le spettanze minacciando azioni legali».
«Tutto ciò – ha proseguito – ha costretto i vertici regionali in grande imbarazzo ad interessarsi della questione, difatti è stata chiesta una rettifica del dato all’Asp di Catanzaro ma ormai il danno era fatto, restano fuori decine di operatori dei pronto soccorso e tutti quelli del Suem 118 di tutta la Calabria».
«C’è da dire – ha aggiunto – che gli operatori dei pronto soccorso qualcosina la stanno percependo per effetto dell’art. 107 comma 4 del Ccnl 2019/2021, ma tutti gli operatori calabresi del Suem 118 non hanno visto neppure un euro relegati a rappresentare la cenerentola della sanità calabrese».
«Una domanda sorge spontanea: Per quale ragione non vengono trasferite le risorse alle aziende che hanno comunicato i dati corretti? Questo si chiedono i Commissari ed i Direttori delle altre aziende calabresi», ha detto il coordinatore, sottolineando come «l’unica amministrazione a comunicare un dato errato è l’Asp di Catanzaro, un dato che gli uffici competenti dovrebbero avere certificato visto che ogni mese pagano lo stipendio e le indennità accessorie degli operatori afferenti all’area dell’emergenza urgenza, eppure la fantasia in alcuni casi può superare la realtà».
«Una situazione Kafkiana – ha detto ancora – per cui il Commissario dell’Asp di Catanzaro, sicuramente in imbarazzo con i colleghi amministratori, dovrebbe affrontare richiamando la responsabilità dirigenziale dei suoi uffici, almeno come segno di vicinanza nei confronti dei vertici delle aziende sanitarie della Calabria bloccate ed alle prese con le proteste dei propri dipendenti e degli operatori tutti».
«Purtroppo sappiamo bene come andranno a finire le cose – ha detto ancora – non ci saranno provvedimenti per nessuno e chi ne pagherà il prezzo saranno sempre i soliti reietti dell’emergenza urgenza ai quali, nella riunione del 12 settembre ultimo trascorso, è stato chiesto di rinunciare a 10 euro per coprire le responsabilità di qualcuno. Probabilmente l’unico che potrà ridare dignità ai cosiddetti eroi del Covid, costretti durante l’emergenza ad espletare i bisogni fisiologici nelle tute anti contagio, sarà il Presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto».
«Conoscendolo, non gradirà assolutamente il danno d’immagine che la Regione Calabria – ha concluso – potrebbe subire dal procrastinarsi di una tale condizione». (rcz)