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LA RIFLESSIONE / Il ritorno della Madre della Consolazione

LA RIFLESSIONE / Il ritorno della Madre della Consolazione

di FRA GIUSEPPE SINOPOLIPotrebbe sembrare un tema ormai inflazionato scrivere sulla Madonna della Consolazione. E, poi, cosa offrire che non sia stato già stato condiviso. Sarebbe un ripetersi. Personalmente, credo che quando si parla con la Mamma o si scrive della Mamma è come un lasciarsi abbracciare da quel cuore così innamorato di figli da ispirare emozioni e commozioni inimmaginabili e fortemente coinvolgenti. È come una sorgente in cui ci si immerge, per poi riemergere con nei volti la tenerezza di meraviglie sempre antiche e sempre nuove.

Al di là delle date, che comunque si rinnovano nella memoria e nella profezia, vi sono aneliti pellegrini di incontri, di confidenze e di affidamenti, individuali e comunitari, che sostanziano il patrimonio di ogni devoto della Vergine della Consolazione; attestazioni relazionali immanenti e trascendenti o di semplice approccio antropologico e fenomenologico che suscitano, a seconda del proprio “sentire”, sentimenti unici e irripetibili.

Se dovessimo ripercorrere gli avvenimenti storici inerenti a situazioni di particolare importanza, contestualizzati alle celebrazioni devozionali liturgiche e paraliturgiche, compresi quelli strutturali, occorrerebbero molti volumi e ciò riguardo alle biografie, elaborati, conferenze, articoli di giornali, di riviste, e documenti cartacei, fotografici e serigrafici. E che dire, poi, dei documenti che si conservano negli archivi pubblici e privati, tantissimi dei quali attendono di vedere la luce? Luce, sì, perché ogni sillaba, ogni vocale, ogni disegno e ogni bozza sprigionano sentimenti che illuminano il volto e infervorano il cuore, per chi crede; per chi rimane sul muretto degli eventi storici, culturali e di tradizioni potrebbero suscitare curiosità, interesse e slancio di specifico approfondimento.

Perché la Consolatrice, in modo speciale per Reggio e l’Arcidiocesi, costituisce una presenza sempre viva ed attuale, un patrimonio di straordinaria valenza, anche relazionale, che ispira e accompagna l’esistenza nelle sue manifestazioni a livello personale e comunitario che scaturiscono dal cuore di Madre e a lei ritornano con il cuore di figli. Certo vi sono tanti che ne fanno memoria a proprio utilità e magari con sentimenti che non hanno nulla a che fare con lo spirito filiale, e che vivono come un evento da accogliere e da cui trarre qualche beneficio.

Tuttavia Lei passa mostrando il suo Bambino con animo benedicente e lasciando il regalo della sua tenerezza materna e l’amabile sguardo della consolazione. Una Mamma che chiede di asciugare il sudore della sofferenza, delle preoccupazioni, delle difficoltà quotidiane fatte di solitudine, emarginazione, incomprensione, di debole o inesistente speranza. Una Mamma che vuole lasciare il profumo dell’accoglienza, della benedizione e dell’intercessione presso il Figlio perché ogni famiglia possa tornare alla gioia, alla fiducia e all’amore. 

È semplicemente indescrivibile il trasporto emotivo devozionale quando la Vara portata da circa 100 portatori, abbracciando le stanghe, a significare l’abbraccio alla Madre, procede solenne lungo le strade con una passione davvero coinvolgente. Ogni tanto si ferma e si colgono altre emozioni devozionale singolari, come quella di sollevare un bambino fino alla sacra immagine oppure quella di un malato in carrozzella o aiutato dai familiari viene accompagnato fin sotto l’Immagine per uno sguardo intriso di preghiera silenziosa e assai intima, trovando conforto e rinnovata speranza. È tutto un tripudio di occhi e di cuori, di piedi nudi e di mani intrecciati da corone di rosario, di candele che ardono perpetuando i legami votivi per una grazia ricevuto o implorata.

Ritorna, pertanto, la Madonna e con essa la Città che, rappresentata dai suoi figli, ne perpetua la bellezza di un connubio forte, vivente, santo e gradito al suo Figlio, dal cui cuore sgorgano grazie, tenerezza e benedizioni. E griramulu ccu tuttu u cori: oggi e sempri, viva Maria! (gs)