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A Montecitorio il dibattito su "Cultura woke: il potere delle narrazioni identitarie"

A Montecitorio il dibattito su “Cultura woke: il potere delle narrazioni identitarie”

Domani pomeriggio, nella Sala Regina di Palazzo Montecitorio di Roma, si terrà il dibattito sul tema Cultura woke: Il potere delle narrazioni identitarie.

L’evento rientra nell’ambito del ciclo di incontri “Pomeriggi Popolari a Montecitorio”, nata da un’idea di Diego Antonio Nesci e di Dalila Nesci, già Sottosegretario di Stato del Governo Draghi, con l’obiettivo di sollecitare il dialogo e l’ascolto fra esperti, politici e persone cosiddette comuni sulle grandi questioni  che riguardano il destino dell’Essere umano e del Pianeta Terra, dal clima alla tecnologia, dalla demografia alla geopolitica.

Relazionano Paola Concia, Marco Minniti, Giuseppe Fioroni e Antonio Di Bella. I saluti istituzionali sono di Anna Ascani, vicepresidente della Camera dei Deputati.

Con questo convegno, si vuole promuovere una riflessione critica e un dialogo aperto tra esperti, politici e cittadini. Esploreremo come le narrazioni identitarie della cultura woke stiano ridefinendo i concetti di identità e appartenenza in Occidente. I relatori ne discuteranno partendo dalla riflessione su alcuni esempi pratici delle ripercussioni della cultura woke:  i cambiamenti nel linguaggio, la mancata approvazione del DDL Zan, fino alla campagna elettorale delle presidenziali americane vinte di recente da Trump.

Il termine “woke”, nato negli Stati Uniti, indicava originariamente una consapevolezza delle ingiustizie sociali. Oggi, è al centro del dibattito pubblico e politico, spesso associato alla cancel culture e visto come un atteggiamento ideologico quasi dogmatico. In Italia, il dibattito a riguardo è ancora in fase emergente.

La cultura woke alimenta posizioni ideologiche polarizzanti. A sinistra, viene vista come una degenerazione della sinistra illiberale, mentre a destra, specialmente in ambiti populisti, viene adottata con un atteggiamento intollerante verso le questioni delle minoranze e dei diritti civili.

In un’epoca di pericolosa spoliticizzazione dei cittadini e fragilità inedite, il potere delle narrazioni identitarie gioca un ruolo importante nella formazione culturale dei giovani e nei possibili condizionamenti dell’opinione pubblica. Sarà utile, per tanto, stimolare una discussione costruttiva che possa arricchire il panorama culturale e politico del nostro Paese. (rrm)