Domani pomeriggio, a Vibo, alle 17.00, presso il Sistema Bibliotecario Vibonese, l’incontro Musei e aree archeologiche calabresi. Accessibilità e inclusione.
L’iniziativa è stata promossa dalla senatrice del Movimento 5 Stelle Margherita Corrado, e vedrà la partecipazione di Franco Prampolini, dell’Università Mediterranea di Reggio, di Rosanna Pesce, di Digi.Art Servizi Digitali, di Giuseppe Musicò, direttore scientifico del Sistema Bibliotecario Vibonese, e di Maria D’Andrea, archeologa.
«L’iniziativa – ha dichiarato Gilberto Floriani, direttore scientifico del Sistema Bibliotecario Vibonese – vuole rappresentare un momento di riflessione sui temi dell’accessibilità, della comunicazione, del linguaggio e sull’applicazione delle tecnologie che offrono grandi opportunità per la diffusione ed il consolidamento di strategie sempre più presenti nelle nostre vite. Un modo questo per scardinare la convinzione, molto radicata fino a poco tempo fa, che i luoghi della cultura, proprio perché preziosi, non potessero essere fruibili da tutti. Saper comunicare, trasmettere informazioni chiare e corrette, significa accompagnare ciascun visitatore del nostro patrimonio nel percorso di conoscenza, poiché non esiste accessibilità senza comunicazione».
L’accessibilità, dunque, quale presupposto fondamentale per un dibattito necessario su un concetto reale e tangibile: ognuno di noi è diverso dall’altro, ognuno di noi ha abilità diverse, ed in virtù di ciò si deve pensare e progettare per tutti, facendo propria l’idea che “la diversità costituisce una risorsa” al contrario dell’omologazione; quindi assicurare piena accessibilità al patrimonio culturale, tenendo conto non solo delle persone con disabilità, ma delle esigenze di tutti i cittadini come ad esempio,dato il forte cambiamento demografico della nostra società, delle persone anziane.
«Se veramente si vuole conferire al patrimonio culturale un ruolo sociale – ha proseguito il direttore Floriani – non si possono non coinvolgere attivamente i numerosi tipi di Pubblici, rendendoli più partecipi delle dinamiche politiche e sociali, ascoltandoli e dando loro voce. Un processo delicato e non privo di ostacoli quindi, su cui ci si interroga e i cui confini devono essere riconosciuti e marcati per capire fin dove è possibile spingersi». (rvv)