;
Marco Siclari

La Calabria davanti a Montecitorio urla il suo sdegno contro il decreto sanità

La Calabria a Montecitorio per far sentire la sua indignazione contro il decreto sanità: solo qualche centinaio di calabresi (che hanno comunque affrontato in pullman 20 ore di viaggio tra andata e ritorno), ma una precisa volontà di non tacere più. E il risultato si è visto: una delegazione guidata dal sen. Marco Siclari (FI), che aveva promosso la mobilitazione davanti alla Camera, è stata ricevuta tra Camera e Senato e dallo staff del ministro della Salute. E il decreto in Senato, vista la lunga discussione, non è arrivato al voto. Si riprova domani.

«La Lega ha un ruolo fondamentale. – fa notare il sen. Siclari – Da posizione di Governo rifletta sugli emendamenti, soprattutto dopo la benevolenza dimostrata dai calabresi che hanno fatto aumentare la Lega del 18% alle europee e fatto perdere il 13% al M5S per il Decreto Calabria. La Lega ascolti i calabresi. Dobbiamo tutelare i più bisognosi e garantire il diritto fondamentale alla salute. Questo decreto, lo diciamo da tempo, non elimina ‘ndrangheta e tantomeno la politica. Ad essere danneggiate e, in molti casi, eliminate sono le aziende sane che non avranno le possibilità finanziarie di competere con quelle eventualmente infiltrate. Un decreto fatto su misura della politica, per permettere le nomine alla politica. Cotticelli e i commissari chi li ha nominano? Non rendetevi responsabili del colpo mortale inflitto a un sistema sanitario già devastato».

E rivolgendosi alla piazza, il sen. Siclari ha commentato soddisfatto: «Abbiamo colpito nel segno. Dalla Calabria a Roma senza timore e, in poche ore, tutta la struttura sanità si è mossa e ha ascoltato una delegazione di professionisti e rappresentanti di categoria comprendendo che non si poteva più ignorare la protesta. Un successo la protesta e un fallimento questo decreto che per la sua formula d’urgenza non consente modifiche, offende la Calabria per la procedura d’urgenza scelta dal Governo per deliberare senza possibilità di modificarlo anche volendo approvare gli emendamenti. Nonostante ciò, vi è stato un grande successo».

Un decreto bloccato non ha fermato la protesta e in centinaia guidati dal senatore forzista Marco Siclari hanno urlato il proprio dissenso in piazza Montecitorio dove, dopo poco, una delegazione è stata ricevuta dal Sottosegretario alla Salute Armando Bartolazzi, al Presidente della Commissione Salute del Senato Pierpaolo Sileri e allo staff del Ministro Giulia Grillo, dopo aver sentito per 2 volte il Senatore Marco Siclari, ha invitato tutto il suo staff compreso il Capo di gabinetto, alla riunione in Senato per partecipare all’incontro con la delegazione calabrese.

“Sono sempre più convinto che le battaglie per la Calabria vanno fatte a Roma. Oggi hanno bocciato tutti emendamenti presentati da tutti i partiti dell’opposizione, ed il decreto Calabria rimane pericoloso per i calabresi come annunciato dai 140 professori universitari, dall’ANISAP, FEDERLAB dall’ordine dei biologi, dal Consiglio Universitario Nazionale. Dopo la riunione con la delegazione ho presentato 2 ordini del giorno che abbiamo proposto per modificare e tentare ogni strada percorribile per migliorato anche successivamente l’approvazione. Oggi, un grazie va a tutti i calabresi che hanno tifato per noi pur rimandando in Calabria, alle televisioni regionali che hanno trasmetto la diretta (Esperia con i suoi inviati), a tutti i miei concittadini in piazza Montecitorio che hanno reso possibile tutto questo e che hanno dato una grande lezione mostrandosi battaglieri quando serve per difendere i diritti e la salute. Ha vinto la Calabria che crede nei diritti e nella democrazia, hanno vinto i calabresi che uniti dal Pollino alla riva dello Stretto di Messina, dallo Ionio al Tirreno, da Cosenza a Villa San Giovanni hanno manifestato uniti. Giornata storica, eravamo tantissimi sotto al sole di giugno al centro di Roma, ed il messaggio è chiaro: quando si parlerà dei nostri diritti, sarò il primo ad incoraggiare, come accaduto oggi, i miei concittadini a scendere in pizza a Roma, perché prima di essere cittadini calabresi siamo cittadini italiani e pretendiamo lo stesso rispetto e gli stessi diritti dal Parlamento italiano», ha concluso il senatore.

Di tutt’altro parere i parlamentari pentastellati, che sembrano vivere in un altro pianeta o comunque “lontano” (almeno idealmente) dalle reali necessità dei calabresi che hanno bisogno di cure mediche. Nel suo intervento in aula, la sen. Rosa Silvana Abate ha difeso a spada tratta il decreto che dovrà essere votato domani: «Questo provvedimento – ha detto – darà fiducia e speranza alla mia terra massacrata. Finalmente c’è un governo che ha scelto di ‘scendere’ in Calabria e organizzare un Consiglio dei ministri per dimostrare con i fatti, non con le parole, che la Calabria esiste, c’è, che, come tutte le Regioni, va tutelata, che lo Stato è presente anche in Calabria. Finalmente – ha aggiunto – con questo decreto sentiamo parlare di Calabria, ma non per continuare a spolparla o renderla l’ultima Regione d’Europa, ma per puntare su quella parte laboriosa e onesta che alza la testa e dice basta! Questo testo è una vera e propria rivoluzione, un testo coraggioso: finalmente ci saranno controlli, finalmente sentiremo parlare di qualità di servizi, finalmente i Lea non saranno un miraggio a fronte di costi altissimi. Finalmente non saremo costretti ad andare in altre Regioni per poterci curare». Peccato che il decreto non preveda un euro per l’assistenza sanitaria, ma si occupa solo della nomina e delle retribuzioni dei commissari previsti rigorosamente di provenienza extra-regione, come se in Calabria non ci fossero persone più che serie, professionisti apprezzati e stimati che si muovono nel rigore della legalità e dell’onestà. Ma neanche questo, ahimé, viene riconosciuto. (rp)