Nei giorni scorsi, nei fondali davanti al Lungomare di Reggio Calabria, è stato recuperato un elemento architettonico in materiale lapideo con decorazione fitomorfa. Sono in corso studi per il puntuale inquadramento cronologico.
Il recupero è stato fatto nell’ambito dell’attività di tutela dei beni culturali sommersi avviata dal Segretariato Regionale del Mibact per la Calabria d’intesa con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia, con il supporto del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale-Nucleo Cosenza e del Nucleo Carabinieri subacquei di Messina per consolidare la prevenzione e il contrasto ai fenomeni di danneggiamento e trafugamento del patrimonio culturale sommerso.
L’indagine è stata, quindi, condotta dal funzionario archeologo subacqueo dott.ssa Alessandra Ghelli, con la collaborazione dei Carabinieri subacquei di Messina, al comando del Mar. Magg. Domenico De Giorgio e con la supervisione dei Carabinieri del Nucleo TPC di Cosenza, al comando del Capitano Bartolo Taglietti.
L’individuazione del reperto, segnalata dal Nucleo di soccorso subacqueo e acquatico dell’area calabrese dei Vigili del Fuoco, è avvenuta durante le attività di addestramento dei Sommozzatori del Nucleo di Reggio Calabria.
Il reperto recuperato sarà oggetto di pronto intervento conservativo. La caratterizzazione dello stato del degrado sarà effettuata dal Dipartimento di biologia, ecologia e scienze della terra dell’Università della Calabria – direttore scientifico Mauro La Russa – con cui il Segretariato Regionale del Mibact per la Calabria diretto dal dott. Salvatore Patamia, ha stipulato una Convenzione triennale per le analisi del degrado e la caratterizzazione dei reperti del patrimonio culturale sommerso. (rrc)