Dopo il primo incontro svoltosi nella giornata di lunedì 7 gennaio tornano a riunirsi oggi (lunedì 11 gennaio) i due sindaci di Acquappesa e Guardia Piemontese con i dirigenti della SATECA, accompagnati dai rispettivi legali, per completare la restituzione dei beni di proprietà dei due comuni e detenuti in questi anni dalla stessa Società. Contestualmente nella stessa riunione verranno riassegnati dai due comuni alla SATECA gli immobili utili a salvaguardare l’erogazione dei servizi termali per la nuova stagione e i posti di lavoro. “E’ l’inizio di una complessa operazione – ha dichiarato l’avv. Enzo Paolini, uno dei legali dell’azienda – ma sicuramente le parti al momento del non ritorno hanno mostrato responsabilità e senso istituzionale; i sindaci hanno ritirato la diffida con l’avvertimento di una esecuzione coatta e la Sateca ha manifestato l’intenzione di restituire i beni”.
Un incontro iniziato male qualche giorno prima con una ordinanza di inibizione all’accesso di persone e mezzi nell’area del compendio termale di proprietà dei due comuni, emanata rispettivamente dai due sindaci, per i giorni del 7 e 8 gennaio, a tutela delle persone e della sicurezza nell’area durante la fase di esecuzione coattiva di acquisizione degli immobili comunali, in caso di mancata presentazione dei rappresentanti della Società SATECA. Addirittura si è finanche proceduto con regolare ordinanza a recintare l’area del compendio termale per evitare l’accesso a persone e veicoli non addetti alle operazioni di restituzione dei beni.
Ma come si è visto l’incontro nella mattinata del sette gennaio tra la dirigenza della SATECA e i due sindaci si è svolto regolarmente avendo stabilito la volontà di restituzione dei beni con la riconsegna di alcuni di essi alla società in modo da dare corso alle attività lavorative in preparazione della nuova stagione termale.
I lavoratori, preso atto del risultato dell’incontro, sono stati convocati in assemblea, venerdì 8 gennaio, nella piazzuola d’ingresso dello stabilimento “Terme Novae”, dal segretario del Sindacato CISL, Gerardo Calabria, e dal presidente dell’Associazione “Comitato lavoratori Terme Luigiane”, Giuseppe Tucci, per fare il punto sull’accordo raggiunto.
Parole di soddisfazione sono state espresse in primo luogo sul fatto che finalmente si è realizzato un tavolo di lavoro e confronto diretto tra i rappresentanti dei due comuni e la società SATECA, superando i soliti canali di reciproca corrispondenza cartacea con diffide continue che hanno caratterizzato la vicenda in questi ultimi quattro anni.
L’occasione del nuovo incontro fissato per lunedì 11 gennaio – è stato affermato dai lavoratori- costituisca ancora una volta uno spazio utile alle parti per chiarire meglio, oltre alla riconsegna degli edifici necessari al prosieguo delle attività lavorative, in preparazione della nuova stagione termale, anche e soprattutto la questione della gestione e distribuzione delle acque termali , che come indicato nel regolamento di distribuzione delle acque della sorgente, approvato dai due consigli comunali con la bocciatura dei consiglieri di minoranza, assegna allo stabilimento “Terme Novae” soltanto il 12% dell’acqua, che in base alle cure erogate (circa cinquecentomila per una media di 22 mila curanti con riferimento al 2019) diviene irrisoria, creando nei lavoratori delle grosse perplessità sul loro stato occupazionale in futuro.
Durante i lavori dell’assemblea c’è stato un “fuori onda” con l’arrivo del conduttore della trasmissione televisiva “Articolo 21”, Lino Polimeni, che ha ravvivato la discussione coinvolgendo diversi lavoratori partecipanti all’incontro, ponendo loro delle domande e ricevendo delle risposte sullo stato della vicenda delle Terme ormai abbastanza nota e come questa può essere risolta. Per i lavoratori il regolamento di distribuzione delle acque è da annullare in quanto non tiene conto della reale portata dell’acqua termale appena sufficiente a garantire i servizi termali che vengono erogati nell’ambito dei due stabilimenti nel periodo maggio/novembre con una massa media di ventiduemila curanti. I lavoratori hanno messo sotto accusa la relazione tecnica sulla portata delle acque termali che non può essere rilevata alla sorgente in due periodi determinati di un anno, bensì costantemente in modo continuo per almeno due anni se non cinque per effetto della variazione climatica che crea i periodi di abbondanza come di secche. Le acque non possono essere “spacchettate” e distribuite sul territorio secondo logiche di interessi vari ed in logiche percentuali, come se da quell’ unica sorgente potrebbe nascere un sistema tipo distribuzione benzina. Pesantemente critici sono stati i lavoratori nei confronti della Regione che non ha risposto alle loro richieste di intervento – ben cinque hanno detto – ai fini strettamente legati ad una valutazione attenta e professionale del regolamento da parte dell’Ente regionale in quanto proprietaria dell’acqua.
Sollecitato dallo stesso Polimeni si è presentato all’incontro assembleare dei lavoratori il sindaco di Acquappesa, Francesco Tripicchio, accolto con l’applauso da parte dei partecipanti, trattandosi di una prima volta. “Più volte richiesto un incontro e mai concesso”, così gli hanno gridato. Ma il confronto alle richieste dei lavoratori non ha prodotto alcun esito soddisfacente e di superamento delle posizioni in termini di rivisitazione del regolamento distributivo delle acque termali. Per il Sindaco Tripicchio la parola d’ordine di questa vertenza e lavoro è il futuro delle Terme Luigiane secondo un nuovo rilancio avendo all’ordine del giorno un concetto chiaro: “La fine di un monopolio”, che “la legge glielo impone”, così ha detto, mettendo i lavoratori sul”piede di guerra”, come di solito si dice quando ci sono delle posizioni che contrastano tra di loro. (Franco Bartucci)