Sasha Sorgonà, ideatore del Comitato Spinoza di Reggio Calabria, auspica una decisione del Governo che consenta la riapertura serale nelle regioni meno colpite dal Covid-19.
Nei prossimi giorni, infatti, è atteso un nuovo Dpcm del Governo, che resterà in vigore sino a Pasqua. Diversi i nodi da sciogliere, uno dei dubbi principali è legato alla possibilità di riaprire al pubblico in orario serale bar, locali e ristoranti delle regioni gialle. Si tratta di una delle misure maggiormente richieste dal settore imprenditoriale della ristorazione, oramai allo stremo dopo un anno di chiusure e limitazioni.
«Oramai, da un anno – ha detto Sorgonà – siamo costretti a convivere con questo maledetto virus, fortunatamente si inizia a intravedere la luce in fondo al tunnel. Commercianti e imprenditori però non possono più aspettare, hanno assoluta necessità di poter aprire al pubblico anche a cena».
«Non si capisce – ha sottolineato Sorgonà – perché nelle regioni gialle, con il massimo rispetto delle regole già in vigore, si possa aprire a pranzo e non la sera. È un controsenso che penalizza, enormemente, gli imprenditori. Per varie ragioni infatti, legati a impegni familiari, lavorativi o semplicemente per abitudine, la stragrande maggioranza dei cittadini si reca nei locali pubblici a cena e non a pranzo».
«Chi è riuscito in questi dodici mesi – ha aggiunto – a far sopravvivere la propria attività ristorativa, in mezzo ad enormi difficoltà economiche, va aiutato prima che subisca la mazzata finale. Con il progetto Reggio, riparTiAmo, lo scorso anno abbiamo ideato un modo per andare incontro alle necessità di imprenditori e commercianti reggini, incontrando il favore dell’amministrazione comunale. Questa volta, il nostro appello è rivolto al Governo nazionale».
«Si utilizzi il buonsenso – ha concluso – e si consenta a bar e ristoranti di aprire al pubblico la sera, nel pieno rispetto di rigidi protocolli. È il momento di favorire, senza tralasciare la sicurezza sanitaria, la ripresa del mondo imprenditoriale prima che sia troppo tardi e migliaia di attività siano costrette a chiudere i battenti, come troppo spesso è capitato in questi ultimi mesi».