Dare vita, grazie al confronto fra amministratori locali e parti sociali, a una idea di progettazione per tecniche, interventi e risorse che portino ad una strategia efficace per ridare sviluppo, economia, occupazione e coesione sociale alle Aree Interne.
È questo l’obiettivo della Flai Cgil Area Vasta, che ha promosso un webinar sul tema Aree interne: progetti e prospettive, che si è svolto alla presenza di numerosi sindaci e amministratori.
All’iniziativa, infatti, aperta dalla relazione del segretario Flai Cgil Area Vasta, Battista Platì, hanno partecipato tra gli altri: Bruno Costa, segretario generale della Flai-Cgil Calabria; Domenico Galelli, sindaco di Zagarise; Francesco Durante, sindaco di Castelsilano; Antonio Demasi, sindaco di Nardodipace; Davide Zicchinella, sindaco di Sellia Superiore; Francesco Angilletta, sindaco di Mongiana; Nicola Belcastro, sindaco di Cotronei; Emanuela Talarico, sindaco di Carlopoli; Angelo Frascarelli, professore associato dell’Università di Perugia; Ercole Mete, presidente Alpaa Calabria; Raffaele Mammoliti, direttivo nazionale Cgil; Angelo Sposato, segretario generale Cgil Calabria; Enzo Scalese, segretario generale Cgil Area Vasta, e Giovanni Mininni, segretario generale nazionale della Flai-Cgil, al quale sono state affidate le conclusioni.
«Credo sia quanto mai opportuna – ha detto Platì – una riflessione più accurata per meglio definire una nuova strategia delle aree interne e loro riattivazione sociale ed economica. Una riflessione che miri a contrastare la caduta demografica e rilanciare lo sviluppo e i servizi di queste aree. In altre parole, serve un senso di responsabilità più attiva nell’ambito di una visione programmatica che dovrebbe avere come obiettivo prioritario quello della difesa delle “Zone Interne».
«Siamo convinti – ha continuato Platì – che le zone interne delle province di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia, possano rappresentare una grande occasione di sviluppo con forti ricadute occupazionali».
Secondo Platì serve un confronto serio con la Regione Calabria per «stabilire un Piano straordinario di assunzioni nel settore, e ancora un piano per la tutela dei beni materiali e immateriali, identificati come risorsa principale del Paese e come fonte importante di sviluppo economico diffuso su tutto il territorio, un piano di tutela del paesaggio. Ed ancora parallelamente alle azioni derivanti dall’impiego del Recovery Fund nel quadro delle linee indicate sia in relazione all’ambiente che alla cultura, promuovendo politiche fiscali e di programmazione economia di medio e lungo periodo che possano invertire il processo di progressivo abbandono delle aree interne e superare tutte quelle diseguaglianze territoriali, frutto della decrescita generalizzata».
Non bisogna, quindi, sottovalutare nemmeno le risorse previste per l’agricoltura dal Recovery Fund, parliamo di circa 2,5 miliardi di euro che potrebbero essere utilizzati per aumentare la capacità produttiva.
«Nel corso degli anni – ha affermato Raffaele Mammoliti – il salario previdenziale anche di carattere assistenziale, i 30.000 operai forestali oggi ridotti a circa 6 mila, la fiscalità di vantaggio per le Pmi hanno garantito la permanenza nel territorio nelle zone interne e quindi di produrre reddito, garantire dignità e tenuta sociale».
«Oggi – ha aggiunto – siamo di fronte ad un quadro profondamente cambiato sia dal punto di vista demografico che economico sociale. Tuttavia, bisogna essere consapevoli della quantità di risorse disponibili che vanno utilizzati proficuamente per affermare i diritti di cittadinanza e attuare un Piano straordinario del lavoro sia per garantire una manutenzione ordinaria e straordinaria del territorio valorizzando l’importante patrimonio boschivo esistente sia per ammodernare la pubblica amministrazione».
«Il nostro obiettivo come sindacato deve essere quello di creare occasioni per lo sviluppo economico e sociale – ha detto invece il segretario generale Enzo Scalese – e lo sviluppo si crea solo con le concrete opportunità di lavoro, puntando ad esempio allo sviluppo sostenibile, alla tutela del territorio con attenzione particolare alla forestazione e al turismo di prossimità che, proprio la pandemia ci ha insegnato, essere una opportunità per coniugare l’ambiente e il diritto alla salute. Dobbiamo lavorare per connettere le aree interne con il resto del paese e rendere esigibili i diritti di cittadinanza».
Il segretario nazionale della categoria, Mininni, ritiene che iniziative come quella realizzata oggi (ieri ndr) dalla Flai Cgil Area Vasta «debbano essere esportate in tutte le altre regioni, il tema delle aree interne e quindi di un diverso sviluppo appartiene anche ad altre regioni, anche del nord Italia».
Mininni si è detto colpito dagli interventi dei sindaci, che hanno raccontato la realtà di amministratori locali con i problemi concreti con cui si approcciano quotidianamente, riportando al tema dello sviluppo di quasi il 60 per cento del territorio nazionale.
«Quando parliamo di comuni – ha detto Mininni – che vengono qualificati come periferici, parliamo di territori fragili, afflitti da scarsità di servizi essenziali, si è creata una vera polarizzazione urbana che ha investito tutte le aree. Non siamo stati efficaci nel chiedere politiche e promuovere politiche per contrastare questo fenomeno, e non ce la caviamo solo dando la colpa alla politica che non è riuscita a contrastare questo fenomeno, anche noi siamo stati poco efficaci. Quindi, bisogna con forza, proprio come avete fatto questa mattina, tornare ad individuare le priorità, e in queste zone non si può che ripartire dal lavoro».
Ritornare al lavoro, quindi, per produrre la ricchezza del territorio e non solo delle persone. Nella discussione e nella definizione di un percorso comune, quindi, Cgil e Flai Cgil Area Vasta avviano un confronto concreto che porti ad una visione coerente a soluzioni condivise per il futuro sviluppo dei nostri territori. (rcz)