L’assessore Calabrese: Centro per l’impiego di RC una risorsa concreta per il territorio

Per l’assessore regionale al Lavoro, Giovanni calabrese, «il Centro per l’impiego di Reggio Calabria ha dimostrato di essere una concreta risorsa sul territorio reggino per la promozione delle politiche attive del lavoro e merita una sede adeguata».

L’assessore, infatti, si è confrontato con Vittorio Colosimo, direttore del Centro per l’Impiego reggino, nel corso del suo tour che lo vede confrontarsi ed incontrare i direttori dei Cpi calabresi, al fine di conoscere meglio le realtà territoriali e avviare un percorso comune per l’attuazione delle politiche attive per il lavoro.

«È di meridiana evidenza – ha aggiunto l’assessore – il valore riconosciuto alle diverse azioni promosse dallo stesso Centro per l’impiego, diretto da Vittorio Colosimo, tra le quali va senz’altro annoverato il progetto ‘Insieme creiamo il futuro’ che vede coinvolti i seguenti stakeholder: Sviluppo lavoro Italia, Confindustria, Ordine dei consulenti del lavoro e Camera di Commercio di Reggio Calabria. Tale iniziativa, già sperimentata nell’anno 2023 e riproposta per il 2024, ha l’obiettivo di creare una connessione tra Cpi della città, 9 scuole reggine ed oltre 25 Aziende del territorio, per dare una significativa e concreta risposta alle aspettative degli oltre 700 alunni delle quinte classi degli Istituti tecnici e professionali».

«L’idea è anche quella di fornire una reale opportunità di matching per i fabbisogni aziendali delle imprese reggine – ha spiegato ancora – creando oltre 70 vacancies, che verranno proposte durante le preselezioni che si svolgeranno il 15 prossimo 15 maggio presso Palazzo Alvaro, in occasione del Job day for school, quale evento conclusivo di tale progetto».

Nel corso dell’incontro si è parlato anche di altre azioni poste in essere dal Cpi reggino, grazie alla disponibilità e la fattiva collaborazione del responsabile, tra cui la sottoscrizione di un protocollo di intesa per favorire l’inserimento socio-lavorativo delle persone soggette a restrizioni della libertà personale nel territorio della provincia di Reggio Calabria. Illustrate, inoltre, le ordinarie attività del Centro per l’impiego, rappresentate dalle azioni declinate per raggiungere gli obiettivi previsti dal programma Gol. Nonostante la notoria inadeguatezza della sede ad oggi assegnata al Cpi di Reggio Calabria, condizione più volte evidenziata dallo stesso responsabile agli organi competenti, non si può non prendere atto dei positivi risultati raggiunti.

A tal proposito l’assessore Calabrese ha rimarcato che «è necessario trovare una adeguata struttura per l’espletamento dei servizi che vengono quotidianamente e accuratamente erogati ai cittadini e alle imprese. Si sta lavorando bene e la sede di Reggio Calabria, che ha un bacino territoriale di più di venti Comuni merita e deve trovare, al più presto, altra collocazione, perché i locali sono palesemente non idonei e non funzionali per l’espletamento delle ordinarie attività. Per tale motivo valuteremo la situazione perché lavorare in ambienti confortevoli è fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi programmati».

«La Regione – ha concluso l’assessore Calabrese – sta lavorando a stretto contatto con i direttori perché oggi i Cpi stanno assumendo una funzione sempre più importante ed è, pertanto, cruciale mettere in atto tutte le misure per garantire l’effettivo servizio a favore degli utenti. Stiamo portando avanti le fasi del piano regionale straordinario di potenziamento dei Cpi, puntando ad un’efficace erogazione dei servizi, alla formazione e alle competenze del personale, al rafforzamento dei sistemi informativi regionali e nazionali e all’adeguamento delle strutture».

«Siamo pronti – ha detto il direttore Colosimo nel ringraziare l’assessore per l’attenzione riservata – a concludere tutti i progetti in essere ed avviarne altri messi già in cantiere». (rrc)

Pierpaolo Colella è il primo segretario generale regionale del Sinam

E’ Pierpaolo Colella il nuovo e primo segretario generale regionale del Sinam Calabria, il sindacato del personale militare della Marina Militare e della Guardia Costiera per la Calabria.

E’ stato eletto a Motta San Giovanni (Rc) al termine della prima Assemblea dal Consiglio Direttivo Regionale, anch’esso neo eletto nella stessa giornata.

L’assemblea congressuale su proposta del commissario regionale uscente, Giuseppe Altomonte, ha eletto presidente dell’assemblea il segretario generale nazionale, dott. Pasquale De Vita, che ha assunto la direzione dei lavori ed ha dato apertura alle operazioni di voto on line.

Ai lavori congressuali hanno partecipato in presenza in presenza ed in collegamento remoto (webinar) il 76% degli iscritti in servizio nella regione calabrese, sui circa 260, ai quali è stato garantito dalla Segreteria Nazionale la possibilità di una partecipazione attiva mediante la piattaforma di votazione online certificata Eligo Evoting.

L’assemblea congressuale calabrese con il proprio voto ha deciso la formazione del nuovo Consiglio Direttivo Reginale, dove il plebiscito ha scelto, in particolare, di eleggere dirigenti nazionali le prime 2 (due) colleghe ovvero Graziella Cara e Sonia Covello, le prime 2 quote rosa elette.

Sono stati eletti altresì Antonio Malerba, Danilo Castiglione, Fausto De Caria, Angelo Cassanelli, Francesco Mollo e Cosimo Motolese, completando la squadra del massimo organo regionale del Sinam. (rrc)

“Diario di Lettura e di Letteratura” di Luigi Tassoni

di ELISA CHIRIANOBisogna esser grati a chi scrivendo ci concede di toccare, in modo intimo e profondo, angoli del pensiero, fotogrammi che catturano l’attimo e che si definiscono nel loro divenire. Un diario contiene la narrazione di sé, attinge alla quotidianità, all’ascolto vigile, alla ricerca personale e si arricchisce grazie all’incontro con l’altro. È vita scritta e scrittura della vita; è un promemoria, un modo per auscultare la voce interiore, fatta di tono, ritmo e intensità, e al contempo è uno strumento potente per raggiungere molteplici verità.

È una chiamata all’esserci attraverso connessioni, incidenze, avvenimenti ed eventi che accadono, superando la superficialità delle apparenze e creando legami spazio-temporali. Un diario mette in circolo storie che appartengono a un universo che non ha confini (e non li vuole), che esiste se la parola lo dice e la parola è corpo, carne, vita. È scheggia di brace e luce di astro; nutre sogni e spalanca nostalgie; avanza e infiamma, facendosi memoria o attesa e, intanto, sfugge a noi stessi, che bramiamo l’inesistente. La parola si fa desiderio e il desiderio entra nel corpo-parola, sazia storie e intesse pagine, brulica di vita e passione, avvolge e attanaglia.

A volte essa si impone come un taglio sul foglio, simile a quello che Fontana lascia sulla tela: un segno netto per sancire la volontà di sconfinare, di guardare dietro e aprire la possibilità di una nuova percezione delle cose. Si nutre di studio, ricerca e anche di silenzio, che collega cose lontane, si oppone alla realtà rumorosa, fatta di ferite e di lotta, conduce al senso ritrovato e a volte scardina o collega storie lontane. Si orienta tra retorica e semiotica, perché, come scriveva Umberto Eco, il signore dei segni, “è solo nel silenzio che funziona l’unico e veramente potente mezzo di informazione, che è il mormorio” (Costruire il nemico altri scritti occasionali p.215). 

Diario di lettura e di letteratura, Rubbettino Editore, è un invito ad andare oltre la pagina, lasciandosi guidare appunto dalla parola, che incede tra segni e suoni, significanti e significati, ritmo, riflessione, narrazione, poesia e dialogo. È un atto di fiducia e di amore verso la scrittura, verso il piacere di sfogliare le prime pagine di un romanzo, di un libro di poesie, di un saggio sul bancone di una affollata libreria. È un viaggio nella memoria, da alimentare e tenere viva e accesa, per non dimenticare, per cucire, frammento dopo frammento, anche i nostri naufragi, così come le felicità effimere. Non può avere la durata di un giorno in quanto è chiamata a lasciare traccia del nostro esserci, affinché la vita, grazie ai libri, possa dilatarsi. C’è un verso che ritorna negli scritti di Milo De Angelis «A memoria, dunque, a memoria ci siamo tutti»: non è nostalgia, non vuol dire guardare indietro per sentirsi perduti, la memoria è un essere ed esserci qui ed ora, con la consapevolezza dell’esistenza e della nudità di luoghi amati, della realtà del dolore, delle incidenze dei percorsi quotidiani.

Diario di lettura e di letteratura è un mosaico d’autore in cui vivono cinquantacinque articoli, scritti tra il 1984 e il 2021. Qui il tempo trova il suo spazio, in una prospettiva diacronica e sincronica, attraverso quattro tappe di un viaggio in cui la mèta è il percorso, tra Leonardo Sciascia, che odia la menzogna dei fatti e il silenzio delle idee, e una lettera a Natalia Ginzburg. Seguendo Luigi Tassoni, sulla scia di Italo Calvino (e dei suoi granchi), impariamo a vedere ogni sezione del libro non come un incipit, ma come già storia e narrazione a sé stante. E se la parte si definisce nel tutto, anche il tutto può essere contenuto nella parte, nel frammento che, come scrive Leonardo Sinisgalli, non vuole essere una fortezza costruita con gli stuzzicadenti, ma è un pensiero che si declina a tratti, un disegno che traccia una porzione. Esso consente in effetti un gioco tra le parti, un modo per tenere ben saldo il legame tra chi scrive e ciò che è scritto. Con il saggista, il critico letterario e il semiologo scopriamo tanta bellezza nella sconfinata proposta letteraria del passato e del presente; intravediamo qualche stilla d’infiniti abissi; ci imbattiamo anche in un’importante e inevitabile stroncatura.

Diario di lettura e di letteratura è un libro vitale e, come evidenzia Daniele Benati, si legge come un racconto. Come un prisma dalle molteplici facce, è poliedrico. È un omaggio a ciò che dà sapore al sapere: alla filosofia, al cinema, alla pittura. L’arte incontra se stessa e le mille parti di sé, in una sorta di dichiarazione d’amore per tutto ciò che accende curiosità, desiderio di sosta, studio, riflessione, disvelamento e divulgazione. Può succedere, quindi, di incrociare, tra le pagine, un classico contemporaneo, come Eugenio Montale (che si muove nel solco della tradizione, ma con una proposta profondamente critica con i suoi eterni dubbi sulla fragilità e la precarietà della nostra condizione), oppure si può naufragare nel mare delle infinite domande che si im-pongono sulla scena, in modo apparentemente spontaneo. Qui scopriamo il lettore attento e curioso, il semiologo dei linguaggi creativi e della comunicazione, lo scrittore acuto, ma anche lo studente che, grazie all’incoraggiamento della sua maestra, Eleonora Ansani, inizia ad annotare su un quaderno con la copertina nera alcuni pensieri che le letture accendono la mente.

Nel corso degli anni i quaderni sono diventati centinaia, perché “una cosa è pensare, un’altra è ragionare scrivendo”. Anche i maestri si sono moltiplicati, così come gli incontri e le amicizie. Il lettore potrà ammirare in chiave diversa e originale le meraviglie e i segreti di Mattia Preti o le tele di Andrea Cefaly; superare con Saverio Strati i confini del mondo; entrare nell’universo dei più piccoli in modo giocoso e con proposte attraenti di narrativa impegnata e affascinante, che non rifugge dall’uso in tasca di un amuleto, perché la paura va attraversata e mai messa da parte o derisa.

Il lettore potrà anche nascondersi negli spazi aperti di Trieste, andare dietro le quinte di un film di Fellini e scoprire che il suo cinema vive in stretta familiarità con il percorso creativo della versificazione. La poesia resta quel ticchettio necessario, diventa un’esplorazione sul vissuto, sulla storia, sul pensiero, sulla psiche, sulla parola, e sull’invenzione. Nell’epoca dei flussi veloci della cibernetica, dell’intelligenza artificiale è una sorta di oasi, uno spazio in cui poter sperimentare a oltranza il senso del tempo presente, al di là della superficie delle cose. Essa sarà sempre necessaria rispetto al povero mutismo del mondo. E così l’attento lettore potrà conversare con Milo De Angelis; seguire Andrea Zanzotto nelle sue sperimentazioni linguistiche, illuminate da neologismi, balbettamenti, disegnini, di spazio reinventato da lingue diverse; entrare con pazienza e passione nei dialetti italiani; auscultare la poesia nel modo meno convenzionale che conosciamo; cogliere il debito di riconoscenza nei confronti dei versi di Achille Curcio, che ha forgiato un proprio dialetto, muovendosi in un’area linguisticamente ricca nella parte jonica della Calabria e che grazie allo spazio del suo speciale fonoritmo, ha creato il luogo del dicibile, il tempo in cui tutte le cose possono essere dette. Diario di lettura e di letteratura non è quindi solo un diario e non racconta solo di lettura e letteratura.

È una dichiarazione d’amore verso la parola, un invito rivolto al lettore ad avere coraggio, farsi avanti e non aspettare, fidandosi di critici attenti e scrupolosi che sappiano osare e scardinare luoghi comuni e situazioni di comodo; è la fiducia riposta nel piacere della lettura di qualità; è il desiderio di lasciarsi sedurre dalla Bellezza come pensiero, linguaggio, percorso e anche impegno. Leggo, dunque sono! (ec)

 

L’OPINIONE / Daniela Palaia: Si legga e si rifletta sul documento della Cec sull’autonomia

di DANIELA PALAIA – Sento di dover esprimere pubblicamente una forte e sincera gratitudine alla Conferenza Episcopale Calabra che, nel documento condiviso nella Domenica delle Palme, ha nettamente criticato il progetto di autonomia differenziata, il cui esame è in piena fase di accelerazione con l’approvazione avvenuta al Senato del disegno di legge Calderoli.

Lo ha fatto stigmatizzando la contrarietà di quel progetto ai valori della Costituzione e invitando tutte le comunità diocesane e tutti i territori all’organizzazione di occasioni di approfondimento e di pubblica discussione sul tema per promuovere adeguate forme di mobilitazione democratica, legando solidarietà e giustizia.

La mia profonda gratitudine ai vescovi calabresi deriva non soltanto dalla specifica opposizione alla prospettiva della “secessione dei ricchi”, come la Conferenza Episcopale Calabra definisce l’autonomia differenziata riprendendo la felice espressione coniata dal professor Gianfranco Viesti, ma dalla più ampia riflessione che i vescovi svolgono intorno alla questione meridionale nella prospettiva di un regionalismo cooperativo e solidale. Questa è esattamente la mia visione: territori che si riconoscono e si sostengono adempiendo i doveri inderogabili di solidarietà richiesti dall’articolo 2 della Costituzione, al fine di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana, come previsto dall’articolo 3.

La riflessione viene espressa richiamando un pensiero che la Cei ha sviluppato fin dal secondo dopoguerra e che trova oggi una definizione puntuale nella conclusione del documento dei vescovi calabresi che riporto testualmente: «non possiamo restare indifferenti. Bisogna trovare vie perché si maturi la consapevolezza che il Paese avrà un futuro solo se tutti insieme sapremo tessere e ritessere intenzionalmente legami di solidarietà, a tutti i livelli»

Forse coloro che non perdono occasione per autodefinirsi portatori e sostenitori dei valori cristiani farebbero bene a leggere e meditare la riflessione contenuta nel documento episcopale, trovando la forza e il coraggio, anche all’interno delle proprie formazioni politiche, per opporsi senza riserve a un disegno fortemente dannoso per le popolazioni e i territori meridionali che pur rappresentano, magari da presidenti di regione e vicesegretari nazionali di partito. (dp)

[Daniela Palaia è consigliera comunale di Catanzaro]

Copagri Calabria: Concludere iter ministeriale per riconoscimento Igp a Bergamotto di Reggio Calabria

Copagri Calabria ha ribadito l’importanza di «concludere l’iter che ha visto l’approvazione ministeriale del Disciplinare di produzione, tramite la dovuta convocazione della Riunione di pubblico accertamento» e, proprio per questo, assieme  ad altre sigle sindacali, Copagri Calabria ha già scritto agli uffici preposti del Masaf e al ministro Lollobrigida.

«Perdere o procrastinare un obiettivo tanto atteso e ormai raggiunto, ovvero l’IGP per il Bergamotto di Reggio Calabria che è la certificazione di qualità più opportuna per un agrume, appare oggi paradossale oltre che costituire un vero e proprio danno nei confronti dei bergamotticoltori», ha ribadito il presidente, Francesco Macrì.

«Soprattutto perché  – ha concluso – ad un percorso già concluso con relazioni tecniche e scientifiche, attestate da una documentazione impeccabile, si contrappone la richiesta del dop carente in moltissime parti e con pericolose prescrizioni»

La Confederazione, poi, in merito agli articoli di stampa pubblicati negli ultimi periodi inerenti al percorso di valorizzazione del Bergamotto di Reggio Calabria e alla querelle inerente all’ottenimento dell’Igp e alla presentazione della Dop, si tiene a rettificare che Copagri Calabria e Copagri provinciale sono a favore dell’Igp e sostengono tale percorso così come dichiarato ufficialmente  il 28 febbraio unitamente ad altra associazione sulle quattro associazioni datoriali presenti alla riunione indetta dal presidente Occhiuto presso la Cittadella regionale». (rcz)

A Reggio “Memoria e Impegno” nel segno di Lilia Gaeta

Una memoria e un impegno continuo nella lotta contro il cancro, nel segno del magistrato Lilia Gaeta. Un’azione incessante portata avanti dalla Garante regionale della Salute, Anna Maria Stanganelli, i cui risultati sono stati esposti proprio nel corso della seconda edizione del Premio Lilia Gaeta, svoltosi nella Scuola Allievi Carabinieri di Reggio Calabria in occasione della Giornata Mondiale contro il cancro infantile.

Un evento fortemente voluto dalla Garante, per non ricordare chi non c’è più, dal forte valore «scientifica, istituzionale ed educativa, come testimoniano la presenza di tante scuole», come dichiarato dal comandante della Scuola, colonnello Vittorio Carrara, nei saluti iniziali.

Rocco Bellantone, nel suo intervento in collegamento video, si è detto onorato di partecipare all’evento.

«È indubbio che dobbiamo ancora fare tanto nella lotta contro il cancro», ha esordito Bellantone.

Tantissime vittorie contro il cancro, ma la guerra continua, ha sottolineato Bellantone, ricordando l’impegno continuo e costante dell’Istituto Superiore di Sanità nella lotta contro i

«Al Gemelli abbiamo affrontato tantissime problematiche di tanti cittadini calabresi» ha detto Bellantone, auspicando che in futuro non ci siano più viaggi della speranza per curarsi, sottolineando la necessità che bisogna di colmare questo gravissimo gap.

«Le regioni del Meridione devono essere messe in condizione di  poter fornire ai loro cittadini tutto ciò che la ricerca e la clinica oncologica scopre ogni giorno».

Per Bellantone, tuttavia, serve un impegno corale per sanare questo gap sanitario in cui in c’è un divario non solo a livello di strutture, ma anche a livello di prevenzione ed “età” degli strumenti.

Il presidente dell’Ordine dei Medici, Pasquale Veneziano, ha ringraziato Stanganelli per aver organizzato una giornata in cui si parla di cancro «e per averla intitolata a Lilia Gaeta», che è stata un esempio «per il suo modo di combattere questa malattia. E penso che gli esempi siano importanti per sensibilizzare l’opinione pubblica».

Veneziano, poi, ha sottolineato come la Calabria sia «indietro», perché è tra le ultime regioni che fanno prevenzione e della necessità di sollecitare i concittadini a fare prevenzione.

Il Prefetto di Reggio, Clara Vaccaro, nei suoi saluti, ha evidenziato quanto sia importante la memoria «ci consente di tenere viva l’impegno che le persone hanno profuso nella loro vita. Dobbiamo essere tutti impegnati a garantire a ciascuno di noi di garantire di usufruire di tutti i nostri diritti, e quello alla salute è un diritto fondamentale».

L’appello del Prefetto è quello di non essere indifferenti e lottare e di fare uno sforzo corale per poter vivere al meglio quel diritto fondamentale quale è la sanità.

La vicepresidente della Regione, Giusi Princi, ha portato i saluti del presidente della Regione, Roberto Occhiuto e del presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso. La vice, rivolgendosi ai ragazzi, li ha esortati a prendere da esempio «dal grande patrimonio di valori» di Lilia Gaeta, auspicando che «possiate fare nella quotidianità tesoro».

Princi, poi, ha parlato del divario tra Nord e Sud in termini di prevenzione, «ma queste giornate sono anche occasioni di andare a garantire una informazione che deve essere costante».

«È importante coinvolgere gli studenti affinché siano parte attiva e determinante» nella prevenzione, detto Princi.

Sono poi intervenute Olga Tarzia, presidente della Corte d’Appello di Reggio, Maria Grazia Arena, presidente del Tribunale di Reggio Calabria, Lucia Di Furia, direttore dell’Asp di Reggio, Giovanni Bombardieri, Procuratore del Tribunale di Reggio Calabria, e tantissime altre personalità che hanno offerto spunti di riflessione su un tema delicato quale è l’oncologia pediatrica, oltre che la situazione sanitaria nella nostra regione.

Riflessioni che sono state arricchite dagli intermezzi musicali dell’Orchestra Giovanile di Laureana di Borello, diretta dal Maestro Maurizio Managò, del  Maestro tenore Aldo Iacopino e dall’Ente nazionale Sordi – Sede di Reggio Calabria. (rrc)