di FILIPPO VELTRI – Inizia una stagione difficile e complicata, dopo un’estate stravolgente per mille fatti, per tutti quanti. Alle porte ci sono elezioni amministrative importanti, scelte complicate, decisioni da prendere, con una pandemia che continua a mietere vittime e contagi, in Calabria più che altrove.
Alle spalle la solita estate di veleni e di polemiche, in tutti i campi, con un territorio devastato non solo dagli incendi ma dalla solita mano dell’uomo che ha preso quello che c’era da prendere ed ha lasciato macerie e cumuli di immondizia dappertutto. Solo per dirne una ma l’elenco sarebbe assai lungo.
C’è, ci sarebbe, la necessità di un impegno collettivo, mai come questa volta generoso e non solo declamativo o compassionevole o, peggio ancora, distruttivo nel contemplare e denunciare le tante, troppe cose che non vanno. Questo compito lo portiamo a termine ogni giorno, da anni, da decenni, sulle colonne di questo giornale, con puntigliosità e concretezza, ma è davvero arrivato il momento di lasciarsi alle spalle il male peggiore che vive la nostra terra e cioè la lamentazione senza costrutto, senza positività, senza futuro, senza un appiglio per il domani.
Non possiamo permetterci un altro, ennesimo, autunno/ inverno del nostro scontento, rigirati e piegati sulle nostre lamentazioni. Intendiamoci: ne abbiamo tutte le ragioni di questo mondo, ma non basta più questo piagnisteo, amplificato ora in maniera insopportabile dall’ordalia dei social.
In verità, questa lamentazione non è mai bastata. È servita solo ad alimentare una sorta di autorazzismo che invece di aiutare alla soluzione di problemi vecchi e nuovi ha creato prima e premiato poi una casta di politici, intellettuali, presunti tali etc etc che su quella univoca narrazione ci hanno marciato e ci marciano in maniera disinvolta, creando così carriere fulminanti e mirabolanti sulle macerie che loro stessi hanno contribuito a fare nascere.
L’altro giorno uno dei più grandi scrittori italiani, Antonio Scurati (l’autore del best seller M, milioni di copie vendute e tradotto in tutto il mondo) ha invece trasmesso un messaggio che verrebbe la voglia di copiare su tutti i muri della Calabria e farne anzi un vero e proprio mantra per bambini, giovani e meno giovani. Parlava delle devastazioni sulla costiera amalfitana ma era solo un pretesto. Ha scritto Scurati: “…Voglio credere che oramai un concetto fondamentale sia chiaro: la tutela del paesaggio non è solo nell’interesse di pochi idealisti nostalgici ed estetizzanti ma nell’interesse vitale di tutti. (…) L’Italia tutta esiste solo nel tempo, nel divenire della storia. È nel divenire – diceva Eraclito – che le cose si riposano’’.
Quindi la chiusa che invita alla cittadinanza attiva, alla ‘’tensione, appassionata, militanza di tutti coloro i quali vogliono e possono contribuire al futuro virtuoso di questa nostra terra meravigliosa. Non ci lasciamo scoraggiare. Non ci lasciamo sopraffare’’.
Sarebbe questo il senso di un nuovo, rinnovato impegno civico anche in Calabria, che va al di la’ del voto e dell’espressione del voto del prossimo mese (che pure e’ assai importante): non lasciarsi scoraggiare e sopraffare, impegnarsi, spendersi. C’e’ bisogno di tutti. (fv)