di SANTO STRATI – Pronti per una stagione estiva straordinaria: l’ottimismo di Fabrizio D’Agostino, presidente di Federalberghi Calabria si sposa con quello del Presidente Roberto Occhiuto che ha voluto testimoniare di presenza, alla Bit – Borsa Internazionale del Turismo – di Milano, il rinnovato impegno della Regione per il turismo.
«Abbiamo appena cominciato – ha detto nell’incontro con la stampa, affiancato dall’elegante “madrina” Elisabetta Gregoraci e dall’assessore regionale Fausto Orsomarso – abbiamo fatto qualcosa, dateci tempo». Molto soddisfatto per lo spazio espositivo realizzato («uno dei più belli alla Bit di Milano») Occhiuto non lascia fraintendere su quanto valuti importante per crescita e sviluppo puntare, in modo professionale e adeguato, sul turismo. Insiste su una nuova narrazione e su questo punto risulta evidente che vada ricostruita l’immagine di questa terra, troppo facilmente vilipesa e quasi sempre sbattuta in prima pagina dai media solo in occasioni di cronache giudiziarie eclatanti o di morti ammazzati (fenomeno ormai marginale, grazie a Dio). Va fatta una rigenerazione reputazionale che non può attendere oltre: accanto alla nuova narrazione, serve un’immagine vincente e positiva, servono le lusinghe attrattive del territorio (e ne abbiamo in quantità industriale), ma accanto serve una politica di ricettività e accoglienza che non può più essere affidata all’improvvisazione o alla buona volontà degli operatori. Servono investimenti e l’impegno della Regione perché ci siano incentivazioni serie e vengano sostenute iniziative in grado di costruire un’offerta non della singola località, ma di rete. Ci sono tutte le condizioni per attrarre nuovi visitatori con la suggestione dei luoghi, la qualità dell’aria e del cibo, con le meraviglie paesaggistiche, archeologiche, culturali e artistiche, ma occorre essere pronti con le strutture ricettive e prim’ancora con la mobilità.
Arrivare in Calabria non è difficile, nonostante l’evidente colpevole abbandono (fino a oggi) dei due scali strategici di Reggio e Crotone, è complicato muoversi al suo interno. L’ospite dev’essere messo in condizione di poter girare, spostarsi facilmente anche se non viaggia con la propria auto: la Calabria è tutta da scoprire e, per esempio, chi va a Tropea non deve restare nei deliziosi ambiti di Capo Vaticano ma deve poter arrivare a vedere i Bronzi a Reggio, Hera Lacinia a Crotone, il Codex a Rossano, la Sila, l’Aspromonte, il Pollino, etc.
Chi scopre la Calabria – lo abbiamo scritto ieri e lo ribadiamo regalando il claim a Occhiuto e Orsomarso – se ne innamora. E allora servono strade non rattoppate, collegamenti funzionali e agevoli, strutture organizzative che siano a disposizione degli ospiti per offrire tutte le commodities di cui possono avere bisogno. E qualche incentivo in più a visitare la Calabria: per esempio buoni benzina a chi prenota una vacanza di almeno sette giorni in una struttura alberghiera, o pacchetti turistici tipo fidelity card che apra le porte di tutti i siti archeologici e i musei calabresi a un prezzo simbolico, o convenzioni alberghiere per chi, dopo l’estate, voglia ritornare aiutando a destagionalizzare le presenze. E attivare le cosiddette autostrade del mare: c’è il porto di Vibo che si presta benissimo ad accogliere un servizio di traghetti da Genova (un vecchio progetto dei tempi di Chiaravalloti presidente, che puntava su Gioia Tauro poi abbandonato) in grado di offrire l’alternativa al viaggio in autostrada a chi si muove in macchina. C’è solo l’imbarazzo della scelta, purché venga rispettato il criterio fondamentale delle capacità e competenze. Servono tecnici e gente del mestiere: vanno coinvolti gli addetti ai lavori, responsabilizzati, utilizzati e, se del caso, “sfruttati” e strizzati al massimo per fare tesoro delle esperienze maturate.
E, dalle prime dichiarazioni di Occhiuto al Bit, ci pare di cogliere una nuova sensibilità sul tema turismo e accoglienza, la vera industria “naturale” della regione. «La Calabria – ha detto il Presidente – deve raccontarsi per quella che è. È spesso percepita come una regione con mille problemi, ma è anche e soprattutto una regione con mille opportunità. Noi siamo impegnati a fare di queste opportunità anche un motivo di sviluppo turistico. Non solo mare, non solo montagna, non solo borghi, ma anche turismo culturale. Siamo, ad esempio, la regione che ha il miglior cedro. Oggi qui c’è anche Klaus Davi che sta collaborando con l’assessore Orsomarso per attrarre il turismo ebraico nei nostri territori. La Calabria è la regione con più giudecche in Italia. Siamo la Regione dove è stato stampato il Pentateuco. Nei prossimi mesi chiederemo al ministro Franceschini di darci la possibilità di portare questo importante testo della cultura ebraica in Calabria: anche questo può diventare un attrattore di sviluppo importante per la nostra Calabria. I complimenti all’assessore Orsomarso, è tutto merito suo se esiste questo bellissimo marchio identitario. Tutto questo è la dimostrazione del fatto che i risultati non li ottiene il presidente da solo, ma la squadra di governo con i suoi validi collaboratori che in ogni ambito riescono a produrre buone pratiche amministrative come quelle che stiamo presentando oggi alla Bit di Milano».
Ma non solo dichiarazioni d’intenti, è d’obbligo segnalarlo: Occhiuto anticipa una sorpresa natalizia per la statale 106: è una dorsale importantissima anche per lo sviluppo di iniziative turistiche lungo lo Jonio calabrese. Occhiuto mostra di avere una visione che gli avversari difficilmente potranno sminuire. Ma non bastano le migliori intenzioni, non basta il marchio di Calabria Straordinaria (che si deve a Orsomarso), né i manuali strategici per lo sviluppo dei “turismi” in Calabria. Non servono altre “muccinate”: occorre muoversi su tutti i fronti, a partire dall’incrocio tra domanda e offerta dei grandi operatori turistici (che fine hanno fatto i tedeschi ospitati da Oliverio qualche anno fa?), passando per l’attrattiva destinata a singoli, coppie, famiglie, comitive e finendo alla valorizzazione dei testimonial naturali dell’andare in Calabria, i calabresi che vivono fuori della regione.
Ci sono oltre sei milioni di calabresi nel mondo e di questi svariate migliaia occupano posti e ruoli di grande rilievo nell’ambito istituzionale, in quello scientifico, culturale, imprenditoriale. E sono quelli più innamorati della propria terra, più dei calabresi che in Calabria ci vivono. È una risorsa fino a oggi trascurata, trascuratissima, con qualche associazione beneficiata di pochi spiccioli per sagre paesane dell’emigrante all’insegna della patria lontana, quando invece è una comunità che chiede di essere coinvolta e assorbita nei progetti di valorizzazione della propria terra che, madre matrigna, ha mandato e continua a mandare via i suoi figli migliori. Non servono feste-nostalgia in conto calabresità, occorre una diversa visione di futuro. E gli Atenei calabresi, tutti in odore di eccellenza, possono offrire l’assistenza e l’aiuto scientifico necessario per tracciare un percorso intelligente e costruttivo dei turismi calabresi. Che, non dimentichiamolo, sarebbero la risposta a tanti giovani laureati inoccupati e senza prospettive che hanno capacità e sono pronti a maturare esperienze, con l’orgoglio della loro appartenenza.
Lo stesso orgoglio di calabresità – diciamolo con soddisfazione – che Elisabetta Gregoraci (di Soverato) ha voluto esibire convintamente nella sua presenza d’influencer alla Bit. Il grande orgoglio di essere e sentirsi figli di questa terra, bellissima e difficile, che fa innamorare chi la scopre. (s)