La candidata del Partito Democratico alla Camera dei Deputati, Giusy Iemma, ribadendo la sua vicinanza agli imprenditori e alle famiglie che lottano contro gli aumenti dell’energia, ha evidenziato che «i ristori non bastano, servono risposte concrete guardando al futuro».
«Chiediamoci, prima di tutto – ha aggiunto – perché l’energia pulita proveniente da fonti rinnovabili viene pagata come l’energia da fonti fossili? Perché la Calabria che potrebbe aspirare all’autosufficienza energetica in bolletta si ritrova salassi anche peggio che nel resto del Paese? Ecco io vorrei portare la voce della Calabria in Parlamento e rivendicare i diritti di una regione che continua ad essere sfruttata e impoverita senza prospettive di sviluppo».
«Non so quanti sono i calabresi che hanno sentito parlare del fattore Omega – ha proseguito – la tassa applicata ai Comuni in pre-dissesto e alle aziende in difficoltà di pagamento che penalizza le Regioni che producono molta più energia di quella che consumano. Ed è proprio il caso della Calabria che immettendo il resto dell’elettricità prodotta nel circuito nazionale, non ne trae alcun vantaggio. La tassa però non è uguale per tutti gli italiani e la Calabria è la regione che paga il più alto fattore Omega».
«Per il biennio 2018/19 era di 84,79 euro megawattora, mentre è di 51 euro megawattora nel biennio 2019/20 – ha spiegato ancora Giusy Iemma –. Secondo l’ultima rilevazione effettuata dalla Regione Calabria, facendo anche riferimento ai contenuti nelle linee d’indirizzo del Piano Regionale Integrato Energia e Clima (PRIEC) varato dalla giunta il 30 giugno scorso, l’energia prodotta in eccedenza – pari a circa 10mila gigawattora – proviene per la maggior parte dalle quattro centrali termoelettriche a gas (Simeri Crichi, Rizziconi, Scandale e Altomonte) che da sole nel 2020 hanno contribuito alla produzione di 12mila gigawattora. La restante parte proviene dai 55 impianti idroelettrici (883 GWh), dai 418 impianti eolici (2132,4 GWh) e dai 27.386 impianti fotovoltaici (681,3 GWh) installati sul territorio regionale».
«Ma questo non comporta un vantaggio in bolletta per la maggioranza dei calabresi – ha detto ancora – che pagano quanto gli altri italiani perché il prezzo dell’energia elettrica nel mercato tutelato (quello con tariffe omogenee e “controllate” che dal 2023 verrà meno) è uguale in tutta la Penisola. Un Comune calabrese in pre-dissesto, per il solo fatto di essere in Calabria, paga una tassa quadruplicata rispetto a quella che pagherebbe un Comune nelle stesse condizioni in Lombardia, in Emilia o in Veneto. Produciamo di più e paghiamo di più? È questo il corso della storia che dobbiamo cambiare».
«Chiameremo subito in causa i ministri dello Sviluppo Economico, del Lavoro e delle Politiche Sociali, dell’Interno e per il Sud – ha concluso – sta a noi pretendere che le cose cambino». (rrm)