Lunedì 24 febbraio, a Catanzaro, alle 15.00, nella segreteria politica in Vivo II Catalano, la conferenza stampa sulla Questione delle guardie mediche, voluta dal deputato PD Antonio Viscomi.
Una iniziativa nata dalla prospettiva della riduzione del numero di guardie mediche nei distretti sanitari di Catanzaro, Lamezia Terme e Soverato, che sarebbe pari a 30 guardie mediche su 60, deciso dalla commissione straordinaria. Una decisione presa per risparmiare a beneficio di una Azienda in crisi finanziaria, ma che sta sollevando numerose polemiche.
Viscomi, che comprende l’enorme disavanzo aziendale, tuttavia non capisce un taglio che va a danno «degli avamposti di sanità», oltre a quello dei cittadini, «già svantaggiati, per età e per appartenenza ad aree interne, distanti dai grandi agglomerati urbani, dai centri di servizi e lontani dai servizi essenziali, quali appunto la sanità».
Dello stesso pensiero Gianluca Cuda, segretario della Federazione provinciale del partito, in quanto «la soppressione determinerebbe una drastica diminuzione di assistenza ai cittadini e alle fasce più deboli, mortificando e umiliando un territorio già gravato da seri problemi sanitari».
La conferenza sarà aperta a sindaci, operatori sanitari e cittadini, e prevede la partecipazione di Libero Notarangelo, neo consigliere regionale, Lino Puzzonia, dirigente dem ed esperto di sanità, Franco Esposito, segretario nazionale della Fismu, Giovanni Puccio, responsabile organizzativo regionale del Pd Giovani, Angela Robbe, Fabio Guerriero, Raffaele Mammoliti e Gianluca Cuda, segretario della Federazione provinciale del partito.
Contro questo taglio delle guardie mediche, anche i sindaci della provincia di Catanzaro, Lamezia Terme, Miglierina, Cicala, Serrastretta, Gimigliano, Vallefiorita, Carlopoli, Cardinale, Gizzeria, Jacurso, Taverna, Zagarise, Pentone, Martirano Lombardo, Albi, Magisano, Sorbo San Basile, Fossato Serralta, Sersale, Montepaone, Chiaravalle, Platania, San Mango d’ Aquino, San Pietro Apostolo, Settingiano, Pianopoli, Andali, Girifalco, Motta Santa Lucia, Cenadi, Cerva, Stalettì, Borgia, Tiriolo, Marcedusa, Soveria Mannelli, Sant’Andrea Jonio, San Floro, Palermiti, Amaroni, Torre di Ruggero, Gasperina, Feroleto Antico, Marcellinara, Soveria Simeri, Martirano, Olivadi, Sellia Marina, Caraffa di Catanzaro, Nocera Terinese, Isca, Guardavalle e Cortale – che si dicono «pronti a dimetterci in massa».
«Sopprimendo ben 35 postazioni sulle 60 attuali – hanno scritto i sindaci in una nota congiunta – si determina, di fatto, l’annullamento della continuità assistenziale in molti Comuni: in questo modo i presidi assistenziali verrebbero a trovarsi distanti anche quasi venti chilometri fra strade tortuose, di montagna, spesso impraticabili dalla postazione più vicina».
Per i sindaci, infatti, si tratta di una «scelta che riteniamo scellerata», e invitano la presidente Jole Santelli a partecipare alla Conferenza dei sindaci dell’Asp in programma il 4 marzo a Palazzo della Provincia di Catanzaro.
«Chiediamo ai commissari dell’Asp – si legge nella nota dei sindaci – di revocare immediatamente il provvedimento. Al riguardo, pur chiarendo di non essere disposti a trattare sull’immediata revoca delibera, si fornisce, fin d’ora, piena disponibilità all’avvio di un percorso sinergico finalizzato a raggiungere i livelli minimi di assistenza previsti per legge».
«Crediamo – prosegue la nota dei sindaci – che i responsabili della delibera di soppressione delle Guardie mediche non conoscano minimamente il territorio che, oltretutto, è bene ribadire come sia tutelato da una legge nazionale a difesa dei servizi qual è la legge Realacci. La decisione presa dai commissari non farà altro che arrecare disagio ai cittadini: ci chiediamo, a questo punto, se i commissari abbiano mai percorso le disagiate e tortuose strade di collegamento tra i nostri Comuni durante l’inverno, quando nebbia e intemperie le rendono impraticabili.»
«La popolazione dei nostri Comuni – prosegue la nota – è soprattutto composta da anziani, che hanno bisogno di un’assistenza presente e continua che possa risolvere le situazioni di emergenza. Secondo i piani dell’Asp, invece, questi interventi dovrebbero essere dirottati a chilometri distanza, ma così facendo otterranno un solo obiettivo: quello di affollare ulteriormente il Pronto soccorso dell’Ospedale di Catanzaro, già afflitto da una drastica carenza di medici e infermieri».
«Al centro della questione – hanno concluso i sindaci – c’è il diritto alla salute, garantito dalla Costituzione, che non può essere trasformato, così come stanno facendo i commissari, in un cinico calcolo di natura contabile. Quando sono necessari 45’ prima che arrivi un’ambulanza va da sé che sia troppo tardi per rispondere a un’urgenza sanitaria. Per questo è importante la presenza del medico di continuità assistenziale e delle Guardie mediche. I nostri presidi non possono essere soppressi. Se i commissari resteranno sordi a queste legittime istanze, non ci resterà altro che rassegnare le dimissioni».
Anche per il consigliere regionale Flora Sculco si tratta di «un taglio messo in atto da una gestione aziendale ispirata a una logica unicamente economicistica e freddamente ragionieristica, che ignora che il diritto alla salute e di accesso alle cure mediche è un diritto costituzionale inviolabile che non può essere compresso, né soppresso tantomeno dai Commissari».
«Vorrei ricordare ai Commissari – ha proseguito il consigliere Sculco – che esistono e sono in vigore parametri precisi dai quali non si può facilmente prescindere, che stabiliscono i criteri e soprattutto il rapporto fra medici e cittadini residenti fissato in sede regionale. D’altra parte non è con la riduzione delle postazioni di guardia medica che si risolvono i problemi finanziari della sanità calabrese, perché così facendo si procura un danno incalcolabile alle fasce più deboli della popolazione ed a quelle residenti in zone particolarmente svantaggiate».
«La presidente Jole Santelli – ha concluso Flora Sculco – intervenga, con urgenza, sulla drastica riduzione delle postazioni di guardia medica operata dall’Asp di Catanzaro». (rcz)