di CATERINA RESTUCCIA – È nel Santuario della Madonna di Patmos a Rosarno che si celebra la Seconda Giornata del Bambino, promossa dall’Arcipretura San Giovanni Battista della stessa città e che ha voluto la presenza per la cerimonia religiosa di Mons. Giuseppe Alberti, Vescovo della Diocesi di Oppido Palmi.
Domenica scorsa erano centinaia i fedeli e le fedeli a marciare con i propri figli e le proprie figlie lungo il cammino chiamato “Marcia dei Gigli” per il centro medmeo in ricordo di tutti i bambini e tutte le bambine vittime di violenza e della guerra.
A conclusione e rientro dalla Marcia la folla si è radunata in Piazza Duomo, per poter assistere alla Santa Messa presieduta dal Vescovo Alberti e concelebrata con don Salvatore Larocca, Parroco e Arciprete di Rosarno.
Miti e calorose le parole dell’Alberti sul tema della violenza ai bambini e alle bambine quando dice che «non solo per i bambini di Rosarno, ma per tutti i bambini del mondo c’è futuro per loro, e noi siamo qui per cercare di far capire che la grande casa del mondo diventi una grande casa accogliente e bella», sottolineando, inoltre, con spirito cristiano e umano «che noi siamo capaci di volere bene ai piccoli, ai fragili, a chi ha bisogno di aiuto e a chi ha desiderio di crescere».
La cerimonia, emozionante e commovente nel ricordo delle vittime innocenti, è stata accompagnata dalla musica e dal canto del Coro del Duomo, che ha accolto ulteriormente con la preghiera in canto la figura carismatica e simbolica di Sua Eminenza Alberti.
E lui si rivolge a tutti e tutte, ricevendo con gioia le Associazioni di volontariato, le persone speciali e subito dopo aver benedetto le statuine dei Bambinelli da deporre nei presepi di ogni casa, manda ancora un messaggio di profonda cristianità «alla comunità di Rosarno l’augurio che la festa del Santo Natale che sta arrivando faccia nascere il Nostro Gesù Bambino nel cuore di ogni persona e di ogni famiglia, decodificando concretamente cosa questo voglia dire».
Un incontro questo con la Diocesi di Oppido – Palmi che suggella sempre più il legame tra la Chiesa guida e le Chiese figlie sul territorio, che hanno sempre bisogno di testimonianza viva e lievitante come il Vangelo fatto azione ed esempio concreto. (cr)